Sunday, November 9, 2008

Figlio di papà


Eh, è dura la vita dei celebuspawn, i figli delle celebrities! Mi immagino i poveri gemellini Brangelina, o la dolce Suri Cruise, o i Beckham boys… sempre sotto i riflettori, dover reggere il paragone con dei genitori così famosi, imparare prima la parola "paparazzo" che la parola "mamma"… certo, è dura!

Ma ancora più dura dev'essere per i pargoli di una celebrità "sui generis" come
OBL (se qualcuno indovina da dove ho preso l'acronimo gli dedico un post sull'argomento che preferisce… anche la fisica quantistica), come dimostra la storia del "piccolo" Omar, 27 anni ed una rischiesta d'asilo politico rifiutata.


È di mercoledì la notizia che
Omar Bin Laden ha chiesto asilo politico in Spagna, dopo che gli era stato rifiutato il permesso di vivere in Gran Bretagna con sua moglie inglese (qui una foto dei piccioncini...).
Ma aspettate perchè i risvolti della vicenda sono abbastanza interessanti, anzi, non saprei se definirli comici o grotteschi… che personaggio questo Bin Laden junior!

Omar, che si professa pacifista, ha chiesto asilo politico immediatamente dopo il suo arrivo all'aeroporto di Madrid con un volo dal Cairo, dove risiede.
Le autorità britanniche avevano rifiutato la sua richiesta di un visto da residente ad aprile, quando aveva spiegato di voler stabilirsi in Inghilterra con la sua nuova moglie inglese, Zaina Alsabah Bin Laden, 52 anni, il cui nome prima del matrimonio era Jane Felix-Browne (e già mi puzza la cosa).
L'ambasciata britannica al Cairo in una nota ha detto di aver basato la propria decisione sul timore che la sua presenza nel Paese possa causare "una considerevole preoccupazione a livello pubblico".


Omar è il quarto degli 11 figli nati dal matrimonio del padre con la prima moglie (Osama Bin Laden in totale è padre di 19 figli): in un'intervista trasmessa dalla CNN (qui) a gennaio, Omar aveva esortato il padre a rinunciare alla violenza con parole pregne di significato (le riporto in inglese come da articolo di Khaleej Times perché meritano): "I try and say to my father: 'Try to find another way to help or find your goal. This bomb, this weapons [sic], it's not good to use it for anybody."
Inoltre ha dichiarato di non aver più parlato con suo padre dal 2000, quando ha lasciato un campo di addestramento di Al Qaeda in Afghanistan con "la benedizione di Osama" (ah beh, e allora stiam tranquilli…) e di non sapere dove si trovi il leader di Al Qaeda (te lo dico io Omar: in una villetta in riva al Lago di Ginevra a godersi la plastica facciale e i soldi derivanti dagli affari con la famiglia Bush).

Oltretutto 'sto genio ha chiesto asilo proprio ai due Paesi europei che hanno sofferto dei più gravi attacchi terroristici dopo l'11 settembre 2001 rivendicati da organizzazioni facenti parte della galassia di Al Qaeda… priceless!

Secondo le leggi spagnole, il Ministro dell'Interno, Alfredo Perez Rubalcaba, ha 72 ore per prendere una decisione ed il richiedente ha diritto di appellarsi. Per il momento, mentre la sua pratica sarà vagliata dal Ministero dell'Interno, Omar Bin Laden rimarrà all'aeroporto.


Bene, le 72 ore sono scadute e devo assolutamente sapere se Omar ha ricevuto asilo o no. Ormai questa vicenda mi sta appassionando… go Omar go!




foto: vid' Omar quant'è bello... (talis pater...)



Update: oggi leggo che anche la Spagna ha rifiutato la sua richiesta di asilo… acc'! Chissà se ora ci riproverà con l'Italia...

Ma secondo voi su Facebook esiste una pagina per diventare fan di Omar? Beh, se non c'è a questo punto la creo io!



Finalmente un buon partito! (per me...)


Eeeeeh, qua tutti a parlar di Obama, Obama, il giovane Obama, il primo presidente nero degli Stati Uniti… E al re più giovane del mondo non ci pensa nessuno?

Beh, io ci penso, visto che sono in età da matrimonio e preferirei un giovane di belle speranze ad uno sugar-daddy rattuso…
Ed allora… ho trovato la mia preda!


Sul cucuzzolo dell'Himalaya, nel corso di un antica cerimonia, giovedì un giovane e bel principe è stato incoronato a capo della più giovane democrazia del mondo, vestendo la Corona del Corvo Imperiale del Bhutan.
Beh, lo dice anche il Khaleej Times: "Con la sua incoronazione formale di giovedì, il ventottenne Jigme Khesar Namgyel Wangchuck (qui il link in inglese, più aggiornato) , laureato ad Oxford, diventa il più giovane monarca regnante del mondo e forse uno degli scapoli più ambiti d'Asia."

Tutto questo fa parte di un cauto e calibrato processo di modernizzazione condotto dal padre del nuovo re, il 52enne Jigme Singye Wangchuck, che ha abdicato due anni fa dopo aver costretto i suoi sudditi adoranti ad abbracciare la democrazia. Dopo un'attesa di due anni per trovare una data astrologicamente di buon auspicio, il Quarto Re ha posato la corona sulla testa di suo figlio, terminando formalmente il suo regno durato 34 anni.
Nonostante, in seguito alle prime elezioni del Paese tenutesi lo scorso marzo, il nuovo re non governerà come ha fatto suo padre, egli sarà comunque un importante simbolo di unità nazionale e stabilità, come ha detto il Primo Ministro Jigmi Thinley in un'intervista alla Reuters: "Anche se in termini di governo adesso siamo una democrazia, nessuna persona eletta godrà mai del tipo di rispetto, fiducia e riverenza di cui gode il nostro re."

Il Quarto Re era stato anche l'artefice della filosofia nazionale del Bhutan, della felicità nazionale, l'idea che anche il benessere spirituale e mentale sono importanti, che la prosperità materiale non dovrebbe nuocere all'ambiente o alla cultura.
Può essere difficile per il giovane re confrontarsi con una figura paterna così importante, ma, secondo il regista, giornalista e direttore di Centennial Radio Dorji Wangchuck, il nuovo re ha già fatto un buon passo in avanti sforzandosi di raggiungere ed indentificarsi con la nuova generazione di giovani bhutanesi. Tutto questo ha già fatto guadagnare all'ex-"Principe Azzurro", come era stato soprannominato durante una visita in Thailandia, la nomea di "Re del Popolo".

Con l'abuso di droga, la disoccupazione ed il crimine tutti in aumento nel piccolo paradiso himalayano, e l'emergere di una nuova generazione "ribelle", la modernizzazione del Bhutan non sembra essere tutta rose e fiori.
Come dice Wangchuck: "I giovani, per sperare in un futuro migliore, si sentono un po' più rinvigoriti da un monarca giovane."

In conclusione: urge un viaggio a Thimpu! ;-)

p.s.: per chi non avesse mai sentito parlare del Bhutan (lo so, vi sto sottovalutando ;-P …), invece di correre ad aprire Wikipedia, andatevi a scaricare i film The Cup (it.: La Coppa) e Travelers and Magicians (sorry, non so se sia uscito in italiano) di Khyentse Norbu.