Nome Ufficiale: République Gabonaise
Capitale: Libreville
Superficie: 267.670 km²
Popolazione (2007): 1,4 milioni (fonte: World Bank)
Popolazione urbana (2006): 83,6% (fonte: Africa Economic Outlook 2007)
Tasso d'analfabetismo (2007): 16% (fonte: Africa Economic Outlook 2007)
Lingua: francese (ufficiale), fang, punu, myené, teké, kota...
Religione: Animismo, Cristianesimo (Cattolici e Protestanti)
Gruppi etnici: Fang, Nzebi, Punu, Myené, Teké, Kota, Eshira, Adouma…
PIL (2007): 10,3 miliardi USD (fonte: World Bank e IMF)
Indipendente dalla Francia dal 17 agosto 1960
Capo di Stato: El Hadj Omar Bongo Ondimba (in carica dalla morte del suo predecessore Léon M'ba il 28 novembre 1967. Bongo è il dirigente africano contemporaneo in carica da più tempo, ma molti vedono la sua presidenza come un'usurpazione poiché, alla morte di Léon M'ba, chi avrebbe dovuto succedergli avrebbero dovuto essere Paul Marie Yembi –il primo Primo Ministro dopo l'indipendenza– e non l'allora Vice-Presidente Bongo. Ma la Costituzione fu emendata pochi giorni prima dell'improvvisa e misteriosa morte di M'ba, tanto che alcuni ci vedono il coinvolgimento della Francia, desiderosa di controllare questa piccolo nazione ricca di petrolio attraverso l'"uomo di fiducia" Bongo)
Wikipedia Link: http://it.wikipedia.org/wiki/Gabon
Capitale: Libreville
Superficie: 267.670 km²
Popolazione (2007): 1,4 milioni (fonte: World Bank)
Popolazione urbana (2006): 83,6% (fonte: Africa Economic Outlook 2007)
Tasso d'analfabetismo (2007): 16% (fonte: Africa Economic Outlook 2007)
Lingua: francese (ufficiale), fang, punu, myené, teké, kota...
Religione: Animismo, Cristianesimo (Cattolici e Protestanti)
Gruppi etnici: Fang, Nzebi, Punu, Myené, Teké, Kota, Eshira, Adouma…
PIL (2007): 10,3 miliardi USD (fonte: World Bank e IMF)
Indipendente dalla Francia dal 17 agosto 1960
Capo di Stato: El Hadj Omar Bongo Ondimba (in carica dalla morte del suo predecessore Léon M'ba il 28 novembre 1967. Bongo è il dirigente africano contemporaneo in carica da più tempo, ma molti vedono la sua presidenza come un'usurpazione poiché, alla morte di Léon M'ba, chi avrebbe dovuto succedergli avrebbero dovuto essere Paul Marie Yembi –il primo Primo Ministro dopo l'indipendenza– e non l'allora Vice-Presidente Bongo. Ma la Costituzione fu emendata pochi giorni prima dell'improvvisa e misteriosa morte di M'ba, tanto che alcuni ci vedono il coinvolgimento della Francia, desiderosa di controllare questa piccolo nazione ricca di petrolio attraverso l'"uomo di fiducia" Bongo)
Wikipedia Link: http://it.wikipedia.org/wiki/Gabon
Voi avete mai visto le Schede Geografiche del Mondo della De Agostini? Beh, io purtroppo sì! Le maestre di mio fratello avevano chiesto alle famiglie di comprare questi "pratici raccoglitori ad anelli A5 con schede patinate a colori" di tutti gli Stati del mondo, le capitali, i fiumi e le montagne più importanti, con foto, grafici, esercizi… oddio, quando ci ripenso godo. Erano bellissime! Vabbé, "ecchissenefrega delle tue perversioni geografiche" direte voi. C'avete ragione, allora vengo al punto: per mia sfortuna un giorno sfogliando in religiosa contemplazione le Schede Geografiche del Mondo vedo la scheda sul Gabon e cado in estasi mistica. Da allora il Gabon è diventato, dopo la Mongolia e l'Afghanistan, la meta della mia vita. Ragazzi: è bellissimo! Cioé, Libreville non è niente di che, ma l'interno del Paese… canyon, foreste… una cosa eccezionale.
Beltà confermata in toto da un mio amico senegalese che ci ha vissuto per un paio d'anni: "Il più bel Paese dell'Africa!" mi ha detto lui (anche se dubito che abbia vissuto in altri Paesi africani oltre al Senegal ed al Gabon). "Sì, sì, è bellissimo!", mi ha detto anche la mia amica Mongi che c'è andata l'anno scorso per una conferenza sulla pena di morte.
Grrr! Insomma, qua ci vanno tutti tranne io… e allora, scrivo!
Allora mettiamola così, il Gabon è un po' come lo stereotipo della bionda (senza offesa per Stefania che ha un cervello di tutto rispetto): bello, ma stupido.
Effettivamente si tratta di un Paese molto meno dinamico dal punto di vista sociale e culturale rispetto ad altri della regione. Anzi, ormai il Gabon sta diventando un vero e proprio "emirato" africano: Omar Bongo è ormai definitivamente orientato verso una presidenza a vita (e probabilmente ereditaria), l'economia si basa quasi esclusivamente sullo sfruttamento delle risorse petrolifere, l'opposizione politica è praticamente inesistente… oddio, un po' come l'Italia, ma almeno loro hanno il petrolio!
Ma andiamo con ordine signori.
Lo scorso dicembre sono stati festeggiati i 40 anni al potere del presidente El Hadj Omar Bongo Ondimba e né lui né il suo partito, il Parti Démocratique Gabonais (PDG), sembrano contemplare l'idea di un piano per la successione presidenziale: infatti, i due argomenti tabù nel Paese son oil dopo-Bongo ed il dopo-petrolio.
Nonostante questo molti speculano sul destino dei figli del presidente: Pascaline, direttrice del gabinetto presidenziale e dal 2005 moglie dell'ex-Ministro dell'Economia, delle Finanze, del Tesoro e della Privatizzazione Paul Toungui (dal 7 ottobre scorso successore di Jean Ping agli Affari Esteri); il Ministro della Difesa Ali Ben e, in misura minore, Christian, Presidente della Banque Gabonaise de Développement. Sicuramente esistono altri pretendenti, ma Bongo, rispondendo a domande sulla propria successione, ha messo tutti a tacere parlando di una sua candidatura alle elezioni presidenziali del 2012.
E non sembra avere troppo di cui preoccuparsi il presidente, visto che ha riempito il governo di persone a lui vicine: al posto del genero Paul Tougui ora alle Finanze siede Blaise Louembe, intimo di Pascaline, mentre negli altri ministeri "strategici" per Bongo (quelli finanziari) gli alti funzionari, in maggioranza provenienti dal sud-est del Paese, hanno eretto da tempo delle potenti baronie che fanno sì che tutti i principali servizi siano controllati esclusivamente da cittadini provenienti dalla regione dell'Haut-Ogooué (quella d'origine del presidente), come per esempio il Ministro del Budget Juste-Valère Okologo, il Ministro della Pianificazione Ange Macaire Longo ed il Ministro della Contabilità Pubblica Rufin Pouho Ondimba, tutti "fedeli al Boss".
Questo "mischiare le carte" in maniera solo apparente ben rappresenta la "Bongo way": al fine di evitare frodi, ai gabonesi era stato promesso un nuovo sistema elettorale con nuove tessere contenenti le informazioni biometriche dell'elettore, ma, dopo aver emesso un'ordinanza per farle entrare in circolazione nell'agosto 2007, il governo ha fatto marcia indietro con il pretesto che il nuovo dispositivo era troppo costoso e difficile da stabilire.
Il Gabon ha un reddito pro-capite pari a quattro volte quello medio dei Paesi dell'Africa Sub-sahariana, dopato dalla sua produzione di petrolio offshore. Quest'anno è stato particolarmente favorevole, visto che il petrolio ha superato i 100 dollari al barile: grazie all'aumento delle entrate legate agli idrocarburi, il Gabon ha potuto rivedere il suo budget al rialzo, +68% rispetto alle previsioni iniziali (fatte con il barile a 71 dollari). C'è da dire in realtà che nel 2008 si è assistito ad una leggera diminuzione della produzione (12 milioni di tonnellate), ma, con l'aumento stratosferico del costo del greggio, gli introiti petroliferi hanno raggiunto i 1.358 miliardi di franchi CFA, ovvero un aumento del 32% rispetto all'anno precedente.
Il governo però finora non ha investito questi redditi per diversificare e modernizzare l'economia del Paese, che dipende in larghissima parte dalle proprie risorse naturale, ma, al contrario, li utilizzerà per la riduzione del debito esterno del Paese, mettendo sul tavolo 1.163 miliardi di franchi CFA, il doppio del previsto, per il rimborsamento anticipato di circa l'85% del debito.
L'unico oppositore di un certo calibro del Presidente Bongo al momento sembra essere il Presidente del Rassemblement Démocratique du Peuple Gabonais (RDPG) Siméon J. Francis Ekoga, in esilio in Francia. Ekoga milita da una ventina d'anni in diversi movimenti politici aventi come idea la "liberazione del Gabon" attraverso una transizione dolce per evitare le brutture della guerra civile.
Trascrivo alcuni estratti della sua intervista pubblicata da New African di novembre/dicembre 2008:
N.A.: Lei è uno degli oppositori più virulenti al presidente gabonese Omar Bongo. Lei denuncia, tra l'altro, la concussione, la demagogia, il nepotismo, il malgoverno e la gestione clanica del regime. Pensa realmente tutte queste critiche o le fa per esistere nella sfera politico-mediatica del suo paese?
S.E.: […] Nel suo discorso di fine anno alla nazione, il Presidente Bongo ha ricordato la necessità di restaurare l'autorità dello Stato. Ma, come si può ristabilire uno Stato sfiancato dalla corruzione e dal non-rispetto delle disposizioni regolatrici? È un vero ostacolo alla ricostruzione della fiducia tra i cittadini e le istituzioni del Paese, rappresentando, in maniera concomitante, un intralcio allo sviluppo nazionale. D'altronde, tutto l'anno è stato marcato dalla rivelazione mediatica di grossi scandali finanziari, di casi di corruzione e di altri abusi, implicanti persone vicine al Capo dello Stato gabonese che non saranno stati sotto inchiesta che il tempo di un comunicato stampa. Questo nonostante la presenza in seno all'esecutivo di un ministero incaricato del controllo della lotta contro l'arricchimento illecito. Transparency International non ha sbagliato classificando il nostro Paese tra i più corrotti al mondo. […] Il sistema clientelare stabilito dal regime di Bongo ha brillato per il recupero degli oppositori al regime quando non ne ha fabbricati esso stesso per i bisogni della causa. Un uomo politico dev'essere visionario e l'esempio della fine del regime in diversi Paesi africani deve servirci da lezione, cause uguali producono effetti uguali.
N.A.: Lei denuncia "la pseudo democrazia che conosciamo in Gabon nei fatti è una dittatura che ha imbavagliato il popolo e creato una parvenza di opposizione per darsi una buona coscienza democratica". Non sta esagerando?
S.E.: Per niente! Il regime di Libreville ed il clan al potere governano questo Paese in maniera egoistica. Si riempiono le tasche, senza preoccuparsi del popolo. Bongo ed il suo regime hanno messo il bavaglio alle popolazioni del Gabon. Le elezioni organizzate non sono niente altro che fumo negli occhi, una parvenza di democrazia. Tutti i giochi sono fatti in anticipo. E per addormentarci e divertirci in rapporto ai veri problemi ai quali le popolazioni gabonesi sono confrontate, ci parlano di invalidare l'elezione del tale o tal'altro candidate, per tenerci in permanenza in questa atmosfera elettorale. Bongo è solidamente impiantato al potere, sostenuto politicamente all'interno come all'estero. […]
N.A.: Nel 2004, un rapporto congiunto della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale indicava che "il 3% della popolazione gabonese beneficiava del 90% delle risorse dello Stato"?
S.E.: L'enorme maggioranza della popolazione è unita nella sua sofferenza. I gabonesi hanno gli stessi problemi: povertà, disoccupazione, istruzione dei bambini, accesso alla sanità ed all'alloggio. Gli abitanti hanno bisogno di strade per collegare le loro regioni e riversare i loro prodotti sul mercato. L'ospedale pubblico scarseggia di medicine. Le scuole scoppiano. L'acqua potabile è rara e l'elettricità è un lusso per molti. La miseria esiste e la situazione non è cambiata da otto anni, anzi, non ha fatto altro che peggiorare. Il costo finanziario ed economico della crisi è astronomico a causa della cattiva gestione. Lo Stato ogni anno subisce una perdita finanziaria stimata a circa il 4% del Prodotto Interno Lordo, ovvero circa 400 miliardi di franchi CFA. […] Dove vanno a finire questi soldi? Dove sono i "guru" internazionali che parlano di "trasparenza" e di "buon governo"? Centinaia di migliaia di gabonesi si sentono abbandonati a se stessi e traditi nei loro sogni.
Per la Mente (Libri):
Brothers in Spirit: the Correspondence of Albert Schweitzer and William Larimer Mellon Jr. (Albert Schweitzer e Jeannette Q. Byers);
Autobiographie d'un Gabonais: du villageois au ministre (Vincent de Paul Nyonda);
Le combat de Mbombi: tragi-comédie en XII scènes Libreville (Vincent de Paul Nyonda);
La mort de Guykafi: Drame en cinq actes; suivi de deux albinos à la M'Passa; et le soûlard (Vincent de Paul Nyonda);
Le roi Mouanga: tragédie en VI actes (Vincent de Paul Nyonda);
G'amèrakano (Angèle Rawiri);
Fureurs et cris de femme (Angèle Rawiri);
Mema (Daniel M. Mengara)
Per le Orecchie (Musica):
Pierre Akendengué
Oliver N'Goma
Hilarion Nguema
Patience Dabany
Professeur T
Annie-Flore Batchiellilys
Siya po'ossi.x
Onoye Sissai
François N'Gwa
Angèle Assélé
Masta Geez
Per gli Occhi (Cinema):
Le grand blanc de Lambaréné (Bassek Ba Kohbio);
Le silence de la forêt (Bassek Ba Kohbio);
La chambre des filles: exclusion VIH (André Ottong Come);
Les couilles de l'éléphant (Henri-Joseph Koumba Bididi);
Djogo (Henri-Joseph Koumba Bididi);
L'ombre de Liberty (Imunga Ivanga);
Dôlé (Imunga Ivanga);
Ayouma (Pierre-Marie Dong e Charles Mensah)