e' tanto che non scrivo.
perche', nonostante ci siano stati parecchi avvenimenti che hanno solleticato la mia immaginazione e messo a dura prova i miei polpastrelli (vabbe' dai, e' inutile che la butto giu' cosi' alfieriana... in realta' sono una gran pigra priva di connessione internet casalinga), mi ero ripromessa che avrei utilizzato queste ferie per riflettere.
e cosi' ho fatto.
perche', nonostante ci siano stati parecchi avvenimenti che hanno solleticato la mia immaginazione e messo a dura prova i miei polpastrelli (vabbe' dai, e' inutile che la butto giu' cosi' alfieriana... in realta' sono una gran pigra priva di connessione internet casalinga), mi ero ripromessa che avrei utilizzato queste ferie per riflettere.
e cosi' ho fatto.
quindi ho deciso che ne ho abbastanza dei petroldollari (che in ogni caso io non guadagno) e che me ne voglio andare da questo posto. questo a prescindere da cosa succedera' nella prossima puntata della vostra soap opera telematica preferita.
cio' che invece riguarda Mr. K. sono la destinazione ed il proposito. ma per ora e' prematuro parlarne e, per questo, voglio dare tempo al tempo.
quindi per il momento dico solo che me ne voglio tornare in questa italiaccia da me piu' volte bistrattata (ma, in fondo, sempre amata...) e che voglio cercarmi un lavoro a roma. eh si', perche' nel frattempo ho scoperto che mi piace roma! sara' perche' associo le citta' a dei momenti che vi ho vissuto (e credo sia per questo che non mi piacciono ne' amsterdam, ne' genova, ne' milano...), ma mi son resa conto che vivere a roma non mi dispiacerebbe affatto. sarebbe bello vivere circondata dalla storia e dall'arte, una situazione cosi' diversa da quella del paese in cui sono cresciuta e della citta' in cui vivo ora.
si' perche' io sono cresciuta nel cemento.
sono nata in un paesino di mare, sulla costa medio-adriatica, moderno, ma carino, dove mia madre ci portava al mare con l'ombrellone incastrato nel passeggino e noi bambini potevamo riposarci all'ombra dei pini ed addormentarci con la frescura della brezza che soffiava tra le tamerici.
poi e' successo qualcosa ed i pini e le tamerici sono stati rimpiazzati da colate di cemento. ed io sono cresciuta. nel cemento.
aggiungeteci che mio padre e' geometra ed ha diretto i lavori di innumerevoli cantieri e che mia madre e' un'architetto che quand'ero piccolina mi portava con lei alle lezioni universitarie e si capisce che ho sempre avuto una specie di affinita' elettiva col cemento.
e' per questo che "da grande" sogno di vivere in campagna (o su un trabocco restaurato dalle parti di san vito chietino).
ora, tornando a casa per le ferie, ho realizzato come mai prima che in fondo montesilvano (si', si', e' proprio quella de "La Guerra degli Anto'"!) ed abu dhabi (o, ancor di piu', dubai) non sono poi cosi' diverse.
montesilvano, come dubai, e' sempre stata caratterizzata da abusivismo edilizio (in 10 anni sono riusciti a cementificare tutto cio' che restava della spiaggia della mia infanzia), progetti anacronistici (tempo fa si parlava di realizzare una torre di 60 metri di altezza proprio sul lungomare), sfruttamento massiccio del territorio e padrinaggio della politica da parte dei costruttori locali.
ma stavolta mi e' sembrato ancora peggio.
la citta' e'; un cantiere aperto: continuano a costruire case che rimangono invendute. perche', nell'analogia tra montesilvano e dubai, c'e' un elemento di discrepanza: dubai e' ormai diventata un hub commercial-turistico per tutta la zona del medio oriente e dell'asia meridionale (anche grazie all'appeal divistico che la citta' sta ottenendo pubblicizzando i propri superprogetti e lo stile di vita lussuoso condotto da circa il 10% dei suoi abitanti) e le nuove megastrutture che ci si propone di realizzare hanno principalmente uno scopo iconico per spingere i nuovi ricchi della regione ad investire nelle proprieta' edilizie dubaiane per rafforzare l'immagine "elitaria" della citta' e creare un giro d'affari sulle varie "star" che decidono di acquistare residenze li'.
a montesilvano, invece, le case rimangono invendute... perche' si costruisce troppo rispetto al numero di abitanti, ma, nonostante il mercato sia saturo, i prezzi degli appartamenti non diminuiscono (come dovrebbe invece accadere secondo le regole basilari di "principi di economia per idioti"). questo perche' non c'e' voglia di vendere gli appartamenti. e non ce n'e' bisogno.
a montesilvano, invece, le case rimangono invendute... perche' si costruisce troppo rispetto al numero di abitanti, ma, nonostante il mercato sia saturo, i prezzi degli appartamenti non diminuiscono (come dovrebbe invece accadere secondo le regole basilari di "principi di economia per idioti"). questo perche' non c'e' voglia di vendere gli appartamenti. e non ce n'e' bisogno.
avevo avuto questo sospetto tempo fa ed ora mio padre (che, pazzo, sta cercando di scrivere un "libro bianco" sulla situazione dell'edilizia popolare nella provincia - sprechi, inciuci, appalti truccati e quant'altro) me l'ha confermato: tutte queste costruzioni che hanno deturpato il mio lungomare e mummificato la pinetina e le tamerici, non sono altro che l'ennesimo modo per riciclare i soldi che la camorra guadagna con i traffici illeciti e poi investe nella nostra "verde terra" (citando Melon) cosi' piccola, cosi' tranquilla, cosi' sconosciuta e cosi' facile da controllare.
e allora, facendo le debite sproporzioni, di nuovo montesilvano come dubai: a loro il giro d'affari della mafia russa, noi piu' semplicemente ci accontentiamo della camorra.
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