Saturday, October 18, 2008

Silenzio, mutiliamo delle bambine.

A N'Djamena come nel resto del Paese, molti genitori fanno escidere le loro giovani figlie prima che una legge che reprime questa pratica consuetudinaria entri in vigore.

N'Djamena Bihebdo (Syfia) – N'Djamena
Mamadou Bineta


"Quartiere Am-riguebé, a N'Djamena, la capitale del Ciad. Questa mattina, Zenab, 9 anni, e sua sorella Bébé, 7 anni, non andranno a scuola. Così ha deciso Khadidja, la loro madre. Poco prima delle 7, Mariam, borsa a tracolla, arriva e si dirige verso una stanza le cui aperture sono state nascoste con delle tende bianche. Mariam è una delle numerose exciseuses clandestine che ancora esercitano in questo Paese. Durante l'intervento, nuda, seduta su un tappeto di fronte all'exciseuse, Bébé chiude gli occhi e stringe i denti per contenere il dolore. All'entrata, delle donne intonano una canzone e snocciolano una lista di regali che riceverà se non piange. Arriva il turno di Zenab. Come sua sorella minore, riesce a soffocare il suo pianto. Ogni mese, Mariam mutila una decina di bambine.
Molti genitori che, come Khadidja, difendono le mutilazioni genitali femminili (MGF) in nome della tradizione si affrettano a far escidere le loro figlie prima che la giustizia ciadiana cominci a perseguire autori e complici di questa pratica. Una legge adottata nel 2002 proibisce in effetti la tortura ed i trattamenti crudeli, inumani o degradanti sul corpo umano in generale e sugli organi di riproduzione in particolare. Sono così colpite "tutte le forme di violenza come le mutilazioni genitali femminili, i matrimoni precoci, le violenze domestiche e le violenze sessuali". Il decreto d'applicazione di questa legge, ancora non promulgata, dovrebbe precisare le sanzioni in cui incorrono i contravvenenti. Una disposizione del preambolo della Costituzione Ciadiana del 1996, rivista nel 2005, stipula che la persona umana è sacra e che ogni persona ha il diritto di godere della propria integrità fisica e morale.
Dal 2002, il Comitato Nazionale di Lotta contro le Pratiche Tradizionali Dannose per la Salute della Donna e dei Bambini ha formato numerosi giovani (ragazzi e ragazze) come educatori. Nelle regioni in cui l'escissione è molto diffusa, essi spiegano agli altri adolescenti le conseguenze nefaste delle MGF e la legge che le vieta. Il Comitato in questo modo organizza degli "scambi franchi tra escisse e non escisse". "Dato che sono sensibilizzate contro l'escissione, le ragazze di più di 10 anni rifiutano di sottomersi [a questa pratica – nt]", sostiene la Dott.ssa Mariam Alladoumgué Djimounta, presidente del Comitato. I genitori favorevoli all'escissione, che avevano preso l'abitudine di intervenire all'inizio della pubertà (12-14 anni), con il pretesto di "preparare la figlia al matrimonio", si voltano su quelle di meno di 10 anni: esse costituiscono dei bersagli più facili.
"Sono stata escissa e sono madre di 12 figli senza aver avuto il minimo problema", dichiara Mariam, l'exciseuse, per la quale "gli Occidentali gridano contro questa pratica semplicemente perché essa non fa parte della loro cultura." Zara, 22 anni, non è assolutamente dello stesso avviso. La sua escissione è andata molto male. Stava per morirne. Se ne ricorda con emozione. "Ho perduto molto sangue quell giorno. Mia zia si è preoccupata, ma non poteva portarmi all'ospedale per paura che le creassero dei problemi."
Secondo l'UNICEF, le emorragie e le infezioni che seguono questo genere d'intervento possono essere mortali. In oltre, le donne escisse rischiano di conservare gravi conseguenze: dolori atroci, incontinenza, ulcere alle zone genitali, sterilità, parti difficili, ecc. Alcuni sostengono a torto che l'escissione è prevista dal Corano. D'altra parte, il 61% delle donne musulmane sono escisse contro il 31% delle cattoliche. Nel sud-est del Paese, tra le etnie per cui l'escissione è una consuetudine, oltre nove donne su dieci subiscono questa pratica.Comunque, con la campagna di sensibilizzazione condotta da più di cinque anni dap arte delle associazioni, dei ciadiani attualmente esprimono liberamente la propria opposizione alle MGF, come Zara, che, alludendo a coloro che invocano l'Islam per giustificare questa pratica che stava per causare la sua morte, sbotta: "Di grazia, che non ci raccontino sciocchezze! Le mie figlie non saranno mai escisse!" L'informazione fa ancora fatica a circolare. Pochi ciadiani sono abbastanza istruiti da sapere cosa significa una legge, analizza Rosine Baïwong Amane, coordinatrice della Cellula di Connessione ed Informazione delle Associazioni Femminili, prima di concludere: "Le nostre pratiche consuetudinarie e tradizionali sono predominanti sulle legge scritte." Suggerisce che i testi di legge siano tradotti in lingue locali per essere accessibili. Bisogna anche mobilitare le vittime e tutti coloro che si oppongono a queste mutilazioni "allo scopo di spingere il governo ad adottare il decreto di applicazione della legge contro l'escissione", dichiara."

15 comments:

clauds said...

volutamente non ho aggiunto nulla a questo articolo che ho tradotto dal Courrier International...
pero' mi piacerebbe sentire la vostra.
se qualcuno e' interessato all'argomento, lascio un paio di link:

http://www.comen.org/retrospettiva_storica.htm

http://www.unaltromondo.it/default/id_page/307

http://www.unicef.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1059

a presto.

clauds

Coq Baroque said...

Sull'escissione e infibulazione avevo lavorato con un giornalista al Cairo. Una delle cose che mi colpi' di piu' era una piccola percentuale di ragazze che la chiedevano "spontaneamente" ai loro genitori.
Questo era dovuto al fatto che se no nella scuola sarebbero state emarginate dalle "altre", quelle che l'avevano gia' subita. Motivazioni tipo "Non sarai mai una buona musulmana" o "Non troverai mai un buon marito" o addirittura "Diventerai una prostituta da grande" erano la spinta ad una tale abominevole decisione.
Penso che noi possiamo informarci, discutere, dibattere ma e' un problema delle donne e solo le donne africane/islamiche lo possono risolvere.
;)

clauds said...

ma tu sei davvero il dito piu' veloce del web! ;-)
pensa che stavo per mandarti una mail...

comunque, concordo con te nel dire che e' un problema che dovrebbero risolvere le donne delle aree interessate dovrebbero risolvere senza interferenze che potrebbero fare piu' male che bene.
so per esempio che in egitto c'e' un'associazione (che opera soprattutto nel sud, dove le tradizioni sono piu' radicate) che si occupa proprio di informare correttamente le ragazze su questo problema per contrastarlo in maniera efficace (un po' come era scritto nell'articolo in riferimento al ciad).
personalmente le mutilazioni genitali femminili sono uno degli argomenti che mi interessa, soprattutto perche' vengono sempre associate all'islam, mentre invece reputo (e non sono certo io a dirlo, ma fior di studiosi) che siano piu' un problema di consuetudini e tradizioni locali spesso radicate sul territorio ben prima dell'avvento dell'islam.
mi piaceva quest'articolo perche' metteva un po' in luce quest'aspetto, seppur brevemente.
ti ringrazio degli spunti.
un caro saluto

clauds

p.s.: il lavoro di cui parli dovrebbe essere interessante... si trova da qualche parte?

Stefania - The Italian Backpacker said...

Non sono d'accordo con coq baroque quando dice che la mutilazione genitale femminile è un problema sopratutto delle donne. Se alcune donne ritengono che questa pratica barbara sia giusta è perché così gli è stato insegnato fin da bambine. Anche gli schiavi nelle piantagioni pensavano che la loro situazione fosse giusta e normale! La cosa che bisogna eradicare è il desiderio di certi uomini di avere donne 'ben chiuse', che non possano godere dai rapporti sessuali e che rimangano vergini il più a lungo possibile! la soluzione dovrebbe stare nell'educazione e nella sensibilizzazione della popolazione (anche se paesi come Somalia e Sudan hanno problemi ben più gravi a cui pensare!).
E vorrei anche ricordare che la mutilazione genitale femminile non è praticata solo dai musulmani, ma è una pratica legata a tradizioni culturali che non hanno niente a che vedere con l'Islam.

clauds said...

Stefania, non riesco ad accedere al sito con la lista dei libri africani che mi hai mandato!

ecco, finalmente qualcuno che lo dice che le mgf non sono una tradizione islamica o, peggio, "scritta nel Corano"! chissa' perche' ogni volta che mi si parla di Islam mi si viene a dire "ma quelli sono barbari, mutilano le donne" e quando cerco di ribattere che non e' la religione islamica che prevede la circoncisione femminile, bensi' consuetudini tribali piu' antiche, chi ha buttato la' la questione poi se ne va scrollando le spalle.

da parte mia credo sia un problema che dovrebbero risolvere le donne in primis, non accettando piu' di sottomettersi a tali pratiche, ma questo si puo' fare solo con una corretta informazione.
da parte mia non sono sicura che siano gli uomini a volere donne "ben chiuse", quanto piuttosto le famiglie di origine delle ragazze, che vedono nell'escissione/infibulazione una sorta di "status sociale" che rende le loro figlie "pure" agli occhi della comunita' e salva l'onore della famiglia.

come sempre i tuoi commenti portano spunti di discussione interessanti... proprio quello che volevo! :-)

un abbraccio

clauds

Coq Baroque said...

Per questo, Stefania ho precisato africane e musulmane, forse non sono stato schiaro e me ne scuso. Sulle origini della pratica siamo tutti d'accordo.
Il problema e' che solo le donne interessate potranno, attraverso l'educazione, imporre la loro volonta'. Ci sono gia' tante ONG che lavorano gestite da loro. Noi in quanto occidentali e sopratutto io, in quanto uomo, non verremmo ascoltati e prendeennero il nostro aiuto come una non desiderata interferenza. E come dargli torto. Il nostro modo di esportare la nostra cultura e la nostra democrazia non ha dato frutti fino ad ora.

Clauds purtroppo ci furono problemi per le foto e il lavoro non vide mai la luce se non nella parte di studio.

e... puoi sempre mandarmela la mail :)

il Russo said...

Scusate ma a me non convince l'affermazione "solo le donne interessate potranno, attraverso l'educazione, imporre la loro volonta'".
Certo, a livello culturale è importante, ma se non vengono sradicate dall'alto certe consuetudini vietandole e perseguendole veramente e definitivamente, per ogni donna che dirà no ci saranno intorno 5 persone fra familiari, conoscenti ecc. (tra uomini e donne) che in nome del Corano (a sproposito), della tradizione o di che altro la metteranno in minoranza a costi anche di esclusione sociale.
Quella delle mutilazioni è una piaga difficilissima da estirpare, ma ancora parlarne nel 2008 mi fà veramente rabbia.

Stefania - The Italian Backpacker said...

CLAUDS: La lista di libri africani la dovresti trovare googlando (mio neologismo) "100th best african books of the 20th century". Era uscita su un giornale dello Zimbabwe, se non mi sbaglio.

Sono d'accordo con "il russo", secondo me il problema dev'essere sradicato dall'alto, lavorando sull'educazione di tutti i membri della famiglia e non solo delle donne. Però concordo con "coq" quando dice che "l'esportazione della nostra cultura e della democrazia fino ad ora non ha portato frutti". Questo apre un discorso complicatissimo riguardante gli aiuti all'Africa, ma quello che volevo dire è molto più semplice. Secondo me bisogna che siano gli intellettuali, i medici o comunque le persone istruite appartenenti a quella cultura che facciano il primo passo verso l'educazione della popolazione. Per quanto io possa studiare tali pratiche dal punto di vista antropologico, non avrò mai un punto di vista interno al problema.

Vorrei inoltre porre l'attenzione su un punto interessante che si trova sul primo link datoci da claus: la terminologia. Definire questa pratica una 'circoncisione' significa sminuire quello che è in realtà: una mutilazione!

clauds said...

grazie mille dei commenti!
avevo proprio voglia di un sano scambio...
lo so che fa rabbia parlare di certe cose, ma mi incuriosiva sapere cosa ne pensano persone come noi, per le quali (per quanto ne possiamo essere interessati) e' sostanzialmente una realta' "lontana"...

allora:
mi piace molto la tua puntualizzazione Russo e mi trovi concorde perche' e' vero che se non si impone lo Stato, l'informazione fatta dalle ONG puo' far ben poco. mi sembra pero' che in parecchi Stati africani le mgf siano fuorilegge e chi le pratica e' passibile di pene piuttosto dure (sono sicura di ricordare che tra di essi c'e' l'Egitto). poi e' vero, come diceva Stefania nel suo primo commento, che alcuni Stati hanno problemi piu' "importanti" da risolvere (perlomeno piu' importanti per la maggiornaza della popolazione).
pero', anche quando le mgf sono vietate per legge, tante persone continuano a praticare clandestinamente queste torture (perche' in fondo e' di questo che si tratta) e spesso questo e' ancora piu' pericoloso per la salute delle donne poiche' gli "interventi" vengono eseguiti in assenza di qualsiasi minima condizione igienica. quindi forse sarebbe un percorso da fare a braccetto: Stato ed ONG locali insieme.
dico ONG locali perche' concordo con Coq sul fatto che "Il nostro modo di esportare la nostra cultura e la nostra democrazia non ha dato frutti fino ad ora." (quotato in toto).
Stefania, si', sono d'accordo con te sul fatto che noi non avremo mai uno sguardo interno al problema e che debbano essere istituzioni, medici, ONG ed intellettuali locali (vedi film Moolaade' del senegalese Sembene) ad esporsi in prima linea per risolvere il problema (io ho voluto riportare l'articolo perche' l'ho letto l'altra sera mentre preparavo la scheda sul Ciad e si parlava, appunto, di Ciad... inoltre non mi sembra che l'argomento sia abbordato spesso qui in Italia, o perlomeno, se se ne parla lo si fa sempre con quell'aria da "che culture inferiori, mutilano le donne!"...)
si', si tratta di vere e proprie mutilazioni (ed oltretutto ce ne son diversi "stili", uno peggiore dell'altro) e non di una "circoncisione" come quella che avviene per gli uomini (alla quale, personalmente, non sono contraria).
grazie di nuovo per le vostre considerazioni.

un abbraccio

clauds

Uhurunausalama said...

Immagino avrai visto a tal proposito 'Mooladé' di Ousmane Sembene.
Io penso che innanzitutto sia necessario togliere dalla testa di molte donne che le mutilazoni siano una pratica giusta(perchè così è radicato nella loro mente fin da bambine).Purtroppo l'ossessione della superstizione porta anche a questo;dovrebbe essere un problema di tutti,di un'intera società,non solo una responsabilità femminile.
buona domenica.

Stefania - The Italian Backpacker said...

Ho "Mooladé" nel computer e devo ancora guardarlo... Se parla di questo, non so quando avrò lo stomaco per farlo, seriously...

X CLAUDS e UHURU: Ho trovato "L'Africain" di Le Clézio in francese nella mia local library inglese! E' incredibile, chi se lo sarebbe mai aspettato da un bunch of monolingual people come gli inglesi! L'accesso alla cultura che c'è in questo paese è uno dei motivi principali per cui mi piace viverci (e sopporto il cibo e il tempo non proprio fantastici)!

Uhurunausalama said...

Ecco,stamattina ho iniziato la settimana invidiandoti.. :)

Luca Viscje Brasil said...

Ciao Clauds,
rispetto per le culture diverse, ma quando sono fondate su ignoranza e credenze infondate generano pratiche assurde come questa.
Brava per aver riportato questo articolo e speriamo che con il tempo si perdano certe abitudini.
Una abbraccio!

Luca

clauds said...

ciao, scusatemi per non aver risposto prima ai commenti, ma in questi giorni sono stata un po' latitante causa lavoro...

Uhuru, si', Moolaade' l'ho visto ed appunto per questo lo consigliavo.
son d'accordo che le mgf siano un problema di tutti, ma credo che siano le donne a doversi imporre altrimenti, con il maschilismo che c'e' in giro, gli uomini non faranno mai granche'... (con tutto il rispetto per i maschietti della discussione... comunque voi non mi sembrate maschilisti)

Stefi, il film guardalo in ogni caso.
ricordo che la prima volta che ho sentito parlare di mgf era in 2a media perche' avevo letto un reportage fotografico molto crudo su Colors, la rivista di Oliviero Toscani. nell'immediato mi ha scioccata, ma dopo poco tempo avevo gia' somatizzato e mi sono resa conto di quanto la pratica fosse aberrante.
era il 1996, sono passati 12 anni: quanti passi avanti sono stati fatti da allora? non molti.
se ci fosse un movimento mondiale contro le mgf forse si potrebbe fare di piu'. qualcosa tipo quello che "Nessuno Tocchi Caino" ha fatto per la moratoria sulla pena di morte, ma portato avanti da ong africane...
comunque anch'io un po' t'invidio (in bene, tranquilla!)
;-)

Luca, come al solito hai centrato il punto: sono pratiche fondate su ignoranza e credenze infondate.

un abbraccio

clauds

Anonymous said...

quello che stavo cercando, grazie