Saturday, October 25, 2008

Egitto: nel nome del Padre... e del Figlio.



Nome Ufficiale: جمهورية مصر العربية (Repubblica Araba d'Egitto)
Capitale: القاهرة (Il Cairo. Il nome arabo significa "La Vittoriosa", ma la maggioranza degli egiziani chiama la città Masr, come il Paese, quindi per esempio esistono i quartieri di Masr el-Gedeeda – lett.: Egitto Nuovo – e Masr el-Qadeema – lett.: Egitto Vecchio. Che campanilisti!)
Superficie: 1.001.450 km²
Popolazione (2007): 75,4 milioni (fonte: World Bank). Su The Africa Report mi dicono che la densità (media) di popolazione del Paese è pari a 75 ab/ km². Sì, però secondo me dovrebbero fare una colonnina a parte con la densità di popolazione al Cairo… impressionante! 22 milioni di abitanti! (fonte: statistiche "ufficiose" 2004)
Popolazione urbana (2006): 42,8% (fonte: Africa Economic Outlook 2007)
Tasso d'analfabetismo (2007): 19,6% (fonte: Africa Economic Outlook 2007)
Lingua: arabo (dialetto egiziano)
Religione: Islam, Cristianesimo (Copti)
Gruppi etnici: Arabi, Berberi, Nubiani, Greci (in realtà il numero di expatriates è altissimo – basti pensare che nella sola Cairo ci sono circa 100.000 italiani)
PIL (2007): 127,9 miliardi USD (fonte: World Bank e IMF)
Indipendente dal Regno Unito dal 22 febbraio 1922, ma de facto fu governato da re-fantoccio fino al 18 giugno 1953, quando i cosiddetti Ufficiali Liberi proclamarono l'Egitto una repubblica retta dal Gen. Muhammad Naguib
Capo di Stato: Hosni Mubarak (in carica dalla morte del suo predecessore Anwar Sadat, assassinato durante una parata militare il 6 ottobre 1981)
Wikipedia Link:
http://it.wikipedia.org/wiki/Egitto

*flap eyelashes* Oooohhh! Ci sarebbero così tante cose da dire sull'Egitto di oggi, ma per "rallegrare" la vostra giornata vi voglio raccontare una storia di amore paterno.
È la storia di come Hosni "La Sfinge" Mubarak, dopo 27 anni e dico 27 anni di potere, stia cercando a tutti i costi di creare una dinastia ereditaria in Egitto, facendo eleggere suo figlio Gamal come Presidente della Repubblica e creando un precedente pericoloso per altri Paesi africani (adesso anche il senegalese Wade ha iniziato a pensarci… Bravo Hosni, sempre in anticipo sui tempi!)

Anche per gli standard di longevità dei governanti arabi, Hosni Mubarak è un caso particolare: è colui che ha governato l'Egitto più a lungo dai tempi di Mohammed Ali, il pasha di origine albanese che iniziò la dinastia che ha governato l'Egitto fino alla rivoluzione del 1952.
Con quella rivoluzione si pensava di terminare una tradizione dinastica che rimonta ai tempi dei Faraoni, ma oggi, grazie a Mubarak, l'Egitto è scosso dalla possibilità che la vecchia tradizione torni in auge attraverso l'elezione di suo figlio Gamal.
Nato nella provincia di Minufiya, nella regione del Delta del Nilo, Mubarak era un comandante dell'aeronautica conosciuto soprattutto per il suo ruolo di primo piano nella preparazione degli attacchi contro Israele nella Guerra dello Yom Kippur (all'epoca era Vice-Ministro della Guerra! Ad oltre 30 anni dalla Guerra dello Yom Kippur, i cartelloni elettorali lo raffigurano ancora giovane comandante dell'aeronautica con tanto di occhiali da top gun e ritocco di rughe e capigliatura… se non è culto della personalità questo…). La sua fama di eroe di guerra quindi convinse molti egiziani che il Paese arabo più popoloso sarebbe stato in mani sicure.
Dal momento che Sadat aveva già firmato gli Accordi di Camp David (uno dei principali motive del suo assassinio), a Mubarak non rimase che continuare la trasformazione economica dell'Egitto e gestire il massiccio flusso di aiuti occidentali (soprattutto statunitensi), la giusta ricompensa per aver fatto pace con Israele (l'unico Paese al mondo a ricevere dagli USA aiuti maggiori di quelli ricevuti dall'Egitto).
Privo del carisma dei suoi due predecessori, Mubarak è riuscito a mantenere finora un potere "assoluto" sul Paese tramite l'instaurazione della legge marziale all'indomani dell'assassinio del precedente presidente Anwar Sadat ad opera di un gruppo di fondamentalisti islamici facenti parte dell'esercito durante la parata commemorative della "vittoria" egiziana su Israele nella Guerra dello Yom Kippur, parata in cui, essendo seduto accanto a Sadat, anche lui aveva rischiato di essere ucciso (in proposito potete leggere il bellissimo Il Profeta e il Faraone di Gilles Kepel, edito da Laterza: credo il miglior studio sulla nascita -e la rinascita- del fondamentalismo islamico in Egitto).
27 anni dopo l'assassinio del Presidente Sadat e l'ascesa al potere del suo Vice-Presidente Hosni Mubarak, in Egitto vige ancora la legge militare, rafforzata ed indurita di tanto in tanto (ad esempio dopo un altro tentativo di assassinio ad Addis Abbeba nel 1995 ad opera di ufficiali del regime islamista allora al potere in Sudan).
L'ossessione di Mubarak per la sicurezza e ed il controllo politico sono costati all'Egitto in termini di governance e di welfare.
Le ondate di violenta militanza islamista sono una piaga del Paese, ma la pressione governativa sui militanti di tutte le correnti e sfumature, dai partiti islamisti non-violenti agli attivisti della società civile, ha effettivamente sgombrato la scena politica da qualsiasi opposizione significativa al presidente ed al suo Al-Hizb al-Watani al-Dimukrati (National Democratic Party – NDP).
Nel 2005, la ONG Freedom House ha stimato i diritti politici in Egitto a 6 (in una scala in cui 1 rappresenta la maggiore libertà e 7 la totale mancanza di libertà) e le libertà civili a 5, dando nel totale al Paese la classificazione di "Non Libero" ed aggiungendo che "nel 2005 l'Egitto ha assistito alle proprie elezioni presidenziali e legislative più trasparenti e competitive in oltre mezzo secolo e ad un dibattito pubblico sempre più sfrenato sul futuro politico del Paese." (link)
Nonostante le riforme economiche che hanno visto il 7% di crescita annuale del PIL dal 2005 (crescita largamente basata su settori non produttivi, come il turismo, l'edilizia e le telecomunicazioni), la privazione economica e sociale che ha fatto sollevare una violenta opposizione politica e civile è ancora molto evidente ed i critici di Mubarak dicono che il suo lascito sarà minimo. L'editore ed attivista per i diritti umani Hisham Kassem dice: "Stagnazione è la parola che userei [per descrivere il suo periodo al potere]. Il Paese aspettava un uomo che agisse. Mubarak piuttosto che guidarlo lo ha gestito su base quotidiana."
Malgrado per anni sia riuscito ad alzarsi al di sopra della mischia e a godere una deferenza pubblica considerevole nonostante la sua performance appannata, tutto ciò è cambiato con l'invasione dell'Iraq, quando le sue strette relazioni con gli Stati Uniti hanno nociuto alla sua popolarità. Le critiche hanno assunto un carattere sempre più personale e le sue risposte sono state seri provvedimenti contro la stampa e la pressione per cambiamenti della Costituzione che aumenteranno il monopolio dello Stato sul potere politico.

Il Presidente potrebbe appuntare le sue speranze su suo figlio per aiutarlo a riguadagnare la sua statura politica, ma il passato recente rema contro di lui. Dal 1952 ogni presidente egiziano è stato vice-presidente del suo predecessore, ma Mubarak, per ragioni su cui si è speculato a lungo, non ha mai nominato un vice-presidente. Invece Gamal, un civile, è stato catapultato in una posizione di potere nel partito di governo ed ha lanciato un efficace programma di riforme economiche.
Si iniziò a speculare su una possibile successione Mubarak-Mubarak nel giugno 2000, quando il siriano Bashar al-Asad subentrò al potere giusto poche ore dopo la morte del padre Hafez: tutto ciò fece sorgere un infuocato dibattito nella stampa egiziana sulle probabilità che un simile scenario potesse ripetersi in Egitto. Entrambi gli interessati hanno sempre negato questa possibilità, ma ultimamente i segni che questa sia effettivamente la volontà del presidente egiziano stanno diventando sempre più evidenti.

44 anni, laureato in Business Administration all'American University in Cairo, il minore dei due figli del Capo di Stato e di Suzanne Mubarak si atteggia a delfino.
Caro agli americani, con un percorso professionale nel settore bancario e finanziario (dopo la laurea presso la AUC, ha lavorato per la filiale egiziana della Bank of America, per poi essere trasferito presso la sede londinese e diventarne un executive, e per EFG-Hermès. Con alcuni colleghi ha poi fondato Medinvest Associates Ltd., che gestisce un fondo azionario privato, e si è affermato come consulente finanziario), Gamal Mubarak rappresenta l'ala riformatrice del regime e finora non ha occupato alcuna funzione ufficiale, se non quella di Vice-Segretario Generale. È però molto vicino al Primo Ministro Ahmed Nazif ed ai ministri incaricati del settore economico, in maggioranza formatisi presso università anglosassoni e provenienti da ambienti affaristici.
Per poter essere il candidato del NDP alle prossime elezioni presidenziali (previste per il 2011), doveva essere ufficialmente membro del comitato politico del partito da almeno un anno. L'ostacolo è stato aggirato lo scorso novembre con la fusione del comitato politico e della segreteria (di cui Gamal era membro) in un Consiglio Politico Supremo, del quale è ormai un membro ufficiale.
Inoltre, il suo matrimonio (celebrato il 4 maggio 2007 a Sharm el-Sheikh) con Khadiga el-Gammal, figlia del ricco uomo d'affari Mahmoud el-Gammal e laureata in management all'AUC, ha contribuito a renderlo più popolare.

Il 26 febbraio 2005, in previsione delle "libere e transparenti" elezioni presidenziali che si sarebbero tenute nel settembre dello stesso anno, il presidente ordinò di cambiare la Costituzione per permettere elezioni con diversi candidati, cosa che il Parlamento avvallò tramite l'emendamento dell'art. 76 della Costituzione. Questo cambiamento costituzionale è visto da molti analisti come un escamotage per permettere a Gamal Mubarak di ereditare la presidenza: la loro previsione è che Gamal Mubarak potrebbe essere uno dei candidati delle prossime elezioni presidenziali e che godrebbe di tutto il sostegno del partito di governo e dei media controllati dal governo. Gli altri candidati di un certo livello sarebbero dequalificati dalla People Assembly (una delle due camere del parlamento, controllato dal NDP), lasciando in corsa solo i candidati meno popolari. In questo modo, l'ereditarietà del potere avverrebbe in maniera "democratica".
Nonostante la diffusissima opposizione alla successione ereditaria, alcuni sporadici sostenitori sostengono che questo sarebbe l'unico modo di dare al Paese il suo primo presidente civile (non proveniente dall'esercito) e finalmente terminare gli oltre 50 anni di monopolio dell'esercito sulla presidenza egiziana, iniziato con il colpo di Stato militare del 1952 che rovesciò la monarchia nel 1953, ma l'opposizione preferisce comunque altri civili molto popolari.

L'establishment militare da cui Mubarak senior proviene rimane una forza politica potente, ma opaca, e di certo intende continuare la tradizione di fornire il presidente al Paese, magari attraverso due figure di un certo peso nella vita politica egiziana come il capo dei servizi segreti Omar Suleiman o il Ministro della Difesa Mohammed Hussein Tantawi, entrambi però settantenni e quindi in una posizione di svantaggio rispetto al più giovane Gamal.
Gli egiziani non avranno molta scelta su chi governerà, ma la maggior parte di essi ha una forte avversione per il potere ereditario.
Molti egiziani non sono contrari a priori all'elezione di Gamal Mubarak, ma si oppongono veeementemente all'idea che il potere diventi ereditario e che si torni alla vecchia tradizione dinastica che per oltre 3000 ha governato il Paese.
Come mi disse un amico l'anno scorso: "We are not a kingdom and he's not a Pharaoh".


Per la Mente (Libri). Se siete particolarmente interessati all'Egitto, la potrete integrare con quelli che avevo inserito a conclusione del post Whatever happened to Egyptians?* del 23 settembre:
Qasr al-Shawq (Naguib Mahfouz – IT: Il palazzo del desiderio);
Bayn al-Qasrain (Naguib Mahfouz – IT: Tra i due palazzi);
Al-Sukkariyah (Naguib Mahfouz – IT: La via dello zucchero);
Yawm Maqtal al-Za’im (Naguib Mahfouz – IT: Il Giorno in cui fu ucciso il Leader);
Mawt al-Rajul al-Wahid (Nawal el-Saadawi – IT: Dio muore sulle rive del Nilo);
Imra’a ‘ind Nuqtat al-Sifr (Nawal el-Saadawi – IT: Firdaus. Storia di una donna egiziana);
Al Ayyam (Taha Hussain - IT: I giorni);
Emarat Yacoubian ('Ala al-Aswani – IT: Palazzo Yacoubian);
Shikagu ('Ala al-Aswani – IT: Chicago -> qui la recensione di Stefania);
Taxi (Khaled al-Khamissi – IT: Taxi, le strade del Cairo si raccontano);
Zayni Barakat (Gamal al-Ghitani – IT: Zayni Barakat. Storia del Gran Censore della città del Cairo);
Hadith nusf al-mitr (Sabri Musa - IT: L'incidente del mezzo metro. Mannaggia a me che dopo aver vagato per una settimana nel mercato dei libri usati di Atabba per trovare la versione in arabo l'ho regalato!);
L’Egypte nassérienne (Samir Amin);
Accumulation on a World Scale (Samir Amin);
Le développement inégal (Samir Amin);
Spectres of capitalism: a critique of current intellectual fashions (Samir Amin);
Mondialisation, comprehendre pour agir (Samir Amin);
Obsolescent Capitalism (Samir Amin);
The Liberal Virus: Permanent War and the Americanization of the World (Samir Amin);
Women and Gender in Islam: Historical Roots of a Modern Debate (Leila Ahmed);
Parias. Gays and lesbians in the Arab world (Brian Whitaker. Scusate, ma questo è il mio campo d'interesse. Ero tentata di leggerlo già da tempo, ma ora vedo che è consigliato anche da Qantara, la rivista dell'Institut du Monde Arabe, quindi…);
Egypte. L'envers du décor (Sophie Pommier);
Ti ho amata per la tua voce (Selim Nassib, autore libanese racconta la storia della "stella d'Oriente" Umm Khulthum e dell'Egitto dalla monarchia all'epoca di Sadat. Non so quale sia il titolo originale, ma in Italia si trova presso le Edizioni e/o. Davvero, leggetelo! Io l'ho trovato commovente, ma anche se non conoscete molto la figura di Oum Khulthum secondo me vi appassionerete…);
Dossier: L'Egypte sous pression (Politique Africaine n. 108, dicembre 2007, Ed. Karthala: qui trovate degli estratti)


Per le Orecchie (Musica): Umm Khulthum, "la stella d'Oriente"
Mohamed Mounir, "il re"
Natacha Atlas
Dalida
Hakim
Sayed Darwish
Mohamed Abdel Wahad
Abdel Halim Hafez
Farid el-Atrash
Mohamed Fouad
Amr Diab
Ehab Tawfiq
Hani Shaker
Hisham Abbas
Shaaban Abdel Rahim, quello della "canzone contro Israele"
Ruby
Shireen Wagdy
Tamer Hosny
Amira Salah (questa sarà un po' difficile da eMulizzare: è un'amica mia, ma è anche una bravissima musicista. Anzi, mi dicono dalla regia, una delle migliori suonatrici di qanoun in Egitto…)
Wust al-Balad, band fusion: bravissimi!


Per gli Occhi (Cinema). Preparatevi ad un'invasione di film nella lista. Gli "studios" egiziani (Misr Studio) sono molto antichi e prolifici ed hanno dato al cinema internazionale diversi registi ed attori di indiscussa fama e bravura:
Iskandariyah leh? (Youssef Chahine - EN: Alexandria… why?; FR: Alexandrie… pourquoi?. Essendo il film più famoso negli oltre 50 anni di carriera di Chahine, credo si trovi anche in italiano, con il titolo Alessandria… perché? Io sono molto legata a questo film, che sembra un po' fare capolino nella mia vita ogni tanto, e vi consiglio di vederlo);
Hadduta Masriyah (Youssef Chahine - EN: An Egyptian Tale; FR: Une histoire égyptienne);
Iskandariyah kaman wa kaman (Youssef Chahine - EN: Alexandria again and again; FR: Alexandrie encore et toujours. Anche questo non so se esista in italiano…);
Iskandariyah – New York (Youssef Chahine - EN: Alexandria-New York; FR: Alexandrie-New York. Questo è uno degli ultimi film di Chahine, girato nel 2004, ed è il capitolo finale del "quartetto autobiografico": a mio avviso non uno dei migliori, ma l'ho messo per completezza);
Wadaan Bonabart (Youssef Chahine - FR: Adieu Bonaparte. Interessante, sulla campagna d'Egitto napoleonica);
Al-Massir (Youssef Chahine - EN: The Destiny; FR: Le déstin; IT: Il destino. Questo sono sicura che si trova in italiano, perchè io l'ho visto in italiano. È la storia del filosofo Averroé nell’Andalusia del XII secolo);
Al-Mohager (Youssef Chahine - EN: The Emigrant; FR: L'émigrant. Racconta la storia del profeta Giuseppe, figlio di Giacobbe. Per questo film Chahine ebbe molti problemi con i fondamentalisti);
Bab al-Hadid (Youssef Chahine - EN: Cairo Station);
Al-Asfour (Youssef Chahine - EN: The Sparrow. Non so se si trova in italiano, comunque parla della Guerra dei Sei Giorni tra Egitto ed Israele);
Al Nasser Salah ed-Din (Youssef Chahine - EN: The Victorious Saladin. La sceneggiatura è stata scritta dal Premio Nobel per la Letteratura Naguib Mahfouz e nella figura del Saladino molti vedono un ritratto dell'ex-Presidente Gamal Abdel-Nasser);
Al-Medina (Youssri Nasrallah - EN: The City; FR: La ville. Gran parte del film si svolge a Parigi. Molto bello, con Roshdy Zem e Bassem Samra. Prima di intraprendere la sua carriera da regista, Nasrallah è stato aiuto-regista di Chahine per vari anni);
Bab al-Shams (Youssri Nasrallah - EN: The Gate of Sun; FR: La porte du soléil. Film famosissimo, tratto dal romanzo di Elias Khoury ed ambientato in Libano e Siria: tratta della questione palestinese);
Zawgat Ragul Mohim (Mohamed Khan - EN: The Wife of an Important Man);
Ahlam Hind wa Kamilia (Mohamed Khan - EN: Dreams of Hind and Kamilia);
Ayyam al-Sadat (Mohamed Khan - EN: Days of Sadat. Film sulla vita dell'ex-Presidente Anwar Sadat, interpretato dal più grande attore egiziano, il fu Ahmed Zaki);
Sahar al-Layali (Hani Khalifa - EN: Sleepless Nights);
Awkat Faragh (Mohamed Mostapha - EN: Free Times);
Emarat Yacoubian (Marwan Hamed - Palazzo Yacoubian… è uscito in Italia, giusto?! Il film più costoso nella storia del cinema egiziano, tratto dal best-seller di Al-Aswani… beh, una gran delusione! Salvo solo Adel Imam -per una volta- e quello che interpreta Hatem, il giornalista gay);
Hassan wa Morkos (Ramy Imam - attualmente nelle sale, una specie di "commedia degli equivoci" con Adel Imam ed Omar Sharif… mi sa che mo' me lo vado a vedere e vi faccio sapere…);
Ein Shams (Ibrahim el-Batout - EN: Eye of the Sun)


Per la Bocca (Cibo):
Koshari (penso sia il piatto tipico nazionale, addirittura degli amici mi avevano spiegato che risale al tempo dei Faraoni… Comunque si tratta di un piatto molto sostanzioso, fatto con riso, lenticchie, ceci, maccheroni –scotti – ed una salsa piccante al pomodoro e poi guarnito con aglio e cipolla fritti nell'olio. 'Na bbotta de vita! Detto così non sembra, però è buono… ed è anche economico! Un piatto come quello che si vede nella foto costa sulle 2 ghinee (circa 0,25 euri);
Mulukhiyah (una zuppa fatta con un'erba dello stesso nome: buona, ma non è esattamente tra i miei piatti preferiti a causa della consistenza viscida e collosa);
Ful medammes (la mia colazione tipica ;-) : fave parzialmente schiacciate e cotte con tantissimo olio, cipolla, aglio e succo di limone. Poi di solito ci aggiungono la tahina, cioé una salsa di sesamo vagamente amarognola. Si mangiano con il pane tradizionale, l'eish (in arabo = vita). In arabo "pane" si dice "khubz": personalmente trovo magnifico che gli egiziani lo chiamino "vita");
Taameyah (sono praticamente le famosissime falafel, ma vengono fatte con fave invece che ceci… ed anche un sacco di aglio!);
Bastrami (manzo marinato essiccato);
Bassbousah (un dolce buonissimo fatto con semolino, burro, latte e yoghurt e coperto da sciroppo e granella di pistacchi);
Umm Ali (una specie di tortina all'uvetta annegata nel latte);
Erfah (infuso di cannella, dall'arabo qerfah = cannella); Sahlab (una bevanda calda buonissima fatta con latte, amido di riso o grano, uva sultanina e pezzetti di mandorla);
'Asir al-Hasab (succo di canna da zucchero, spremuta al momento).
Vi risparmio il racconto di altri piatti tipici un po' più "estremi" che ho molto apprezzato (no, sul serio!).


Per il Cuore (Arte):
Youssef Nabil
Susan Hefuna
Ghada Amer
Ahmed Askalany
Rehab el-Sadek
Amina Mansour

Blogs:
Donkeys, Elephants and Crocs: le elezioni americane viste dai bloggers egiziani;
The Sandmonkey;
Bab Al Shams;
Egyptian Chronicles;
Manal & Alaa’s bit bucket;
Baheyya: Egypt Analysis and Whimsy;
Fustat;
Salam(e)lik, già Sherif’s Blog: blog del giornalista Sherif el-Sebaie, in italiano



colonna sonora: Che Guevara (Wust al-Balad)

9 comments:

Coq Baroque said...

bel post :) e sai perche'...
La molokheia fa schifo! E pensare che quando mia sorella, la sola che la sa cucinare, la prepara per tutti e' una festa.

Sai perche' il dilce Omm Ali si chiama cosi'? Io avevo sempre pensato fosse "la madre di Ali", prima di leggere "Il chilometro d'oro" di Daniel Fishman.

ciao

clauds said...

dai Coq, non ci credo che hai gia' letto tutto il post...
ora oltre ad essere il dito piu' veloce del web, sei anche il cervello piu' veloce del web!
;-)
non volevo dirlo, comunque si', LA MOLOKHIYA FA SCHIFO!!!
ecco, ho fatto outing.
pero' quella fatta alla "lebanese way" e' buona...
ma sai che anch'io ero convinta che si dicesse Umm Ali intendendo "la madre di Ali"?
e comunque l'altra sera a cena m'hanno spacciato un sahlab per un umm ali...
buona giornata!

clauds

Coq Baroque said...

ma va, che cervello veloce...e' ceh conosco l'argomento e non devo rileggere tre volte i nomi :)

poi magari mi sono perso qualcosa...
comunque Il re Fouad aveva un amante irlandese, le fece preparare dai suoi pasticceri questo pudding. La donna si chiamava O'Malley... e il dolce e' diventato Umm Ali.

Tipo il quartiere Alessandrino di Khom Bak Her...

Era dove un tempo c'era Rue des Soeurs, La via delle monache, ora Shara Guenena e c'erano i bordelli con le gentil donzelle che salutavano i soldati inglesi con "Come back here"

:)

clauds said...

ma daaaai Coq, quante ne sai!
proprio non lo sapevo!

invece quella di Khom Bak Her l'avevo gia' sentita, non mi ricordo se in un film di Chahine o se in qualche articolo di critica cinematografica...
*mumble mumble*
c'entrava il cinema comunque...

Melonauta said...

'Giorno a tutti

Ringrazio Coq, che conosco adesso, per la chicca di Khom Bak Her.

Sottoscrivo il contenuto del post quasi in toto, solo una cosa: E la MB non c'è? Non sono in pole position, ma devono essere messi tra i possibili (ma temuti) successori. Ci sarebbe anche Ayman Nur, ma è momentaneamente in prigione ... i casi della vita.

Per il cibo non mi pronuncio perché sono una pattumiera onnivora ... quindi mangio con piacere anche la Molokhiya.

Wust el balad sottoscrivo in pieno: visti dal vivo, spaccano.

Saludos
Melonauta

clauds said...

mmmhhh Melon, ti aspettavo al varco su questo post...
;-)
vedi, qua con Coq non si finisce mai di imparare... altro che Salati...
mah, la MB io non ce la vedo proprio tra i possibili successori... saranno pure l'ooposizone piu' potente, ma il buon vecchio hosni gli ha rotto le ossa negli ultimi 5 anni.
e ayman nour? col diabete e la negazione della grazia puo' anche darsi che lui in prigione sia gia' morto e a noi non ce l'hanno ancora detto. e poi mi sa che kefayah ultimamente non sa piu' dove sbattere la testa.
la cosa buona e' che come movimento ha dato veramente agli egizi la forza e la speranza per tornare in strada a manifestare (gli effetti si sono visti l'anno scorso e, soprattutto, quest'anno), quindi piu' che nei partiti di minoranza a questo punto c'e' da sperare in un'opposizione popolare seria... a meno che mubarak non sia pronto a bakhshishare il popolo egizio tutto...
anch'io sono peggio di una pattumiera... nel post ho avuto la decenza di non raccontare delle mie esperienze gastronomiche estreme a sayyeda zeinab a magnare le budella e i cervelli vari (altro che le rrushtelle), ma trovandomi in cotale compagnia non posso esimermi dal farlo ora...
;-)

wust al balad... perche' non conosci amirah salah!!! :-P
vabbe', ma a te il sempreverde mohamed mounir ti fa proprio schifo?

ciave

clauds

Melonauta said...

Hella,

Lasciamo perdere Salati. L'ultima cosa accademica che gli ho visto fare è bersi uno spritz in campo ... tralascio ulteriori commenti.

Eh, quella della MB era una provocazione. Anche se non sarei così sicuro. Chiaro che dopo la chiavica di draft che hanno presentato sono un attimino impantanati (critiche anche dall'interno, figuriamoci); poi, sicuramente lo staff di 'Mubharto' ha posizioni di potere consolidate che cercherà di conservare a tutti i costi. Ma l'MB ha molti contatti informali, e ha sempre fatto bene anche solo con i candidati unici.

Io lascerei aperte tutte le porte ... soprattutto quella della cella di Ayman Nour, poverino ... non che ci punti più di tanto però sai ... prima che Hosny vada dovranno liberalizzare in qualche modo il sistema politico. Dovranno farlo per forza perché hanno gli occhi di mezzo mondo addosso e le domande dei contribuenti americani che si guardano il portafoglio svuotato per questo e altro.

Quindi non so, staremo a vedere. Kefaya sembra una forza spesa ormai, più che altro sono fermi al palo e non hanno programma ... un pò più indietro della MB.

Amira Salah non la conosco però se mi dici dove reperirla ascolto volentieri ... uàinott?!

Evito di parlare sia di cibo che di quartieri del Cairo perché potrei piangere ... ah bloddy, rainy, s****y London ...

Vabbé
Kefaya, per l'appunto

clauds said...

ahahah, fare dell'ironia su Salati e' come sparare sulla croce rossa... pure le matricole lo bistrattano!
"Mubartho" mi ha fatto morire!!!

e' vero che i fratelli fanno sempre bene alle elezioni (quando gliele lasciano fare...) perche' comunque hanno ancora un seguito enorme nei quartieri cairoti piu' poveri e nel sud del paese: sono gli unici che, vuoi per paraculismo, vuoi per vera fede religiosa, cercano veramente di aiutare le fasce meno abbienti della popolazione. e questo ovviamente fa presa.
pero' credo che mubarak, pur non permettendo loro di costituirsi come partito politico ufficiale e tentando di sradicarli da potenziali posizioni di "potere", li stia tenendo buoni con una graduale "islamizzazione" della societa' egiziana, usando le liberta' civili come merce di scambio per il loro tacito consenso al suo governo. della serie: io faccio in modo che i costumi della popolazione si "tradizionalizzino" poco a poco e tu ti stai buonino buonino a farmi fare i miei comodi.
pero' e' un gioco pericoloso.

ed ultimamente la mb sta anche perdendo di credibilita' agli occhi dei suoi sostenitori tradizionali... per esempio durante gli scioperi di aprile/maggio, il ruolo della mb e' stato molto incerto ed ha creato uno spaccamento anche all'interno delle altre correnti di manifestanti.
che in realta' mubarak li stia manipolando a suo favore?
la sfinge non avra' carisma, ma e' una vecchia volpe...

io purtroppo non credo che l'egitto abbia gli occhi del mondo puntati addosso, se non forse come nel detto del dito e la luna... si indicano le violazioni dei diritti umani, politici e civili e gli stolti guardano le piramidi e sharm el-sheikh.
pensaci bene: da quante persone (meglio, da quanti professori universitari o analisti politici) in italia hai sentito parlare della mancanza di democrazia in egitto?
anche gli elettori americani... potranno pure farsi i conti in tasca, ma le spese militari in iraq sono la prima cosa che gli verra' in mente (ed anche rendendosene conto, continueranno a votare repubblicano... che tanto neanche obama ritirera' le truppe dall'iraq e dall'afghanistan alla fine). egitto ed israele ricevono fondi da oltre 30 anni ormai...

dici che mubarak sara' costretto a "liberalizzare" il sistema politico? io personalmente non ne sono convinta: l'egitto e' un alleato troppo importante per gli usa nella guerra al terrorismo... sono i militari egiziani che si sporcano le mani nelle carceri di tora e, soprattutto, al-'aqrab per far parlare i cosiddetti "terroristi islamici" senza che venga messa in discussione la democrazia americana.

e, mi dispiace fare la gufa o la moffa della situazione, ma un eventuale attacco americano all'egitto (o un modo piu' subdolo per accaparrarsi il potere incondizionatamente) non e' da escludere a priori. diamo tempo al tempo: bisogna uscire dal pantano irakeno, aspettare ancora qualche annetto che la situazione economica egiziana si stabilizzi, e poi si potra' addurre qualsiasi scusa per appuntare all'egitto la nomea di "stato canaglia": ricordiamoci che israele e' a un tiro di schioppo, quindi una qualsiasi apertura troppo azzardata nei confronti dei palestinesi sarebbe un ottimo pretesto, per la gioia dei falchi e della lobby ebraica statunitensi.
dio spero di no!

su Kefayah mi trovi completamente d'accordo: ha avuto la sua utilita', ma attualmente e' troppo frammentata a causa di incomprensioni tra le mille componenti che ha al suo interno.
pero', a mio avviso, e' stato un esperimento positivo.

eheh! Amira e' una mia amica di alessandria: e' una delle migliori suonatrici di qanun in egitto (a soli 27 anni! e autodidatta per di piu'!).
non so se ami la musica orientale, comunque lei ha un gruppo - ho dimenticato il nome - insieme al fidanzato ed altri amici e suona soprattutto musica ottomana e pezzi di Fairuz... ti dico: bravissima!
non so se si trova qualcosa su youtube (su emule non credo), al massimo chiedo a qualche amico o ti faccio una registrazione quando torno giu...

come ti capisco Melonetto... anche a me viene da piangere!

bosat

clauds

Melonauta said...

Eccomi Clauds, scusa il ritardo

Eh eh, a quanto pare Mubartho è l'ultimo modo per chiamare Hosny.

Non so se la MB stia perdendo consensi. Loro vogliono la politica e stanno facendo bene, sia in parlamento che fuori (sindacati ad esempio). Sicuramente è in atto un riassestamento interno dovuto al conflitto tra l'ala progressista e quella conservatrice. Bisognerà vedere, al momento del post-Mubarak, come saranno messi con la piattaforma politica. Ma sono sempre un attore con cui bisogna fare i conti: se l'MB partecipa o no agli scioperi è sempre un fattore determinante.

Io scinderei poi l'islamizzazione dalle libertà civili. La prima direi che è frutto delle numerose connessioni informali tra MB, staff governativo e media da una parte e, dall'altra, del rapporto tra Islam ufficiale (al-Azhar) e stato. E' uno strumento politico che serve a tenere buona la società e che, a lungo termine, può nuocere al governo e rinforzare la MB. Poi il rapporto del governo con la MB è sempre stato ambivalente: hanno sempre la facoltà di dichiararli fuori legge e arrestarli in massa (di recente è accaduto un bel po' di volte), oppure destituirli dalle posizioni di potere come dici tu. (Non hanno bisogno di dare loro le libertà civili, sono liberissimi di massacrarli di mazzate quando vogliono). Io credo che si tratti solo di un'operazione di facciata, o con risultati limitati, visto che i limiti della libertà d'espressione vengono erosi inesorabilmente ogni giorno che passa. Soprattutto grazie al "gentil sesso" che spacca sempre più gli zebedei, per fortuna.

Le misure di liberalizzazione del sistema politico sono per tutti, non solo per la MB o per chi vuole una società più "pia". Se il governo le concede la MB è la prima organizzazione a beneficiarne essendo la più forte e radicata nel territorio, siamo d'accordo. Però, così facendo, si ristabilirebbe anche un maggiore equilibrio poiché quelle forze che sono letteralmente strangolate da questo gioc(/g)o (liberali, secolari, riformisti etc) potrebbero partecipare al discorso politico. Questa è l'ipotesi che l'NDP teme di più, e anche l'America credo. Può essere vero che il governo non abbia promosso una visione di cittadinanza attiva ultimamente (il trattamento riservato a tutti gli scioperanti sembra parlare chiaro). Tuttavia Mubarak ha dovuto gradualmente liberalizzare il sistema politico (elezioni ad esempio, sono truccate, ma ci sono) anche se solo a livello cosmetico, e questa sarà la traiettoria seguita quando qualcuno del suo staff prenderà il potere dopo. Dopo il sistema economico, liberalizzare quello politico ... altrimenti niente dindini. Questi sono i programmi di sviluppo. Sia chiaro che c'è ancora molto da fare, ma una volta che si andrà a votare senza Mubarak le cose cambieranno, anche se mooolto lentamente.

Ti posso solo assicurare che, da quello che vedo/sento qui in UK, il post-Mubarak è all'ordine del giorno. La spesa militare è la prima voce nel budget, ma le scelte di politica estera si basano anche sul'assetto politico dell'Egitto, che è e sarà fondamentale. La voce degli aiuti e dei programmi di sviluppo per la democrazia in Egitto è consistente e parte integrante della strategia degli US in Medio Oriente.

L'Italia io non la considero neanche più parte di questo sistema solare. Tanto meno l'accademia. In Italia, a parte qualche eccezione, siamo ancora fermi allo studio della letteratura e della storia medievale. Nel frattempo Gheddafi ha partecipazioni nella Juventus e Unicredit (ma che c'avrà fatto mai con i soldi che gli ha dato Berlusconi, ah?!). La cosa importante è tradurre qasa'id del IX secolo e imparare come si dice "onagro" in arabo.

Per finire, non penso che l'Egitto verrà attaccato. Troppo importante. Se la MB vincesse le elezioni forse ... ma non credo neanche in quel caso. L'Egitto è stato tra i primi a fare la pace con Israele, ad avere buone relazioni (e affari) con l'odiato vicino, nonchè a sparare sulle persone che uscivano da Gaza. Demonizzare l'Egitto come si sta facendo con Siria e Iran potrebbe richiedere 50 anni, nella più rosea delle ipotesi.

Sulla musica araba sono molto selettivo. Diciamo che quella moderna mi fa schifo per la maggior parte. Apprezzo i grandi classici, ma se mi dici che ne vale la pena vedo di scaricarmi qualcosa o accetto files piratati di ogni genere.

Bene. Scusami ancora per il ritardo ma ero in pieno hangover dopo una cena tajika innaffiata da mescal questi giorni. Quando si dice "la condizione post-moderna" ...

Giao