Sunday, September 21, 2008

Oltre il Velo - Un po' di storia.

L'altra sera sono andata con alcuni amici (tra cui F. e G., il nuovo stagista dell'ambasciata) ad un iftar (per i distratti: ne parlavo l'altro giorno, rileggetevi il post precedente). In macchina si parlava del Ramadan e di come ci si dovrebbe comportare per rispetto dei musulmani e di ciò che per loro significa digiunare e ad un certo punto G. ha detto: "Che religione di merda l'Islam! Non si può fare niente!". Io mi sono un attimino rabbuiata, invece F. è scoppiata a ridere ed ha detto: "Lo dici a lei (io, ndr) che è mezza musulmana!". Quindi abbiamo cercato di spiegargli che la religione islamica non è quello che ci fanno credere nei programmi televisivi ed abbiamo iniziato a parlare di come i princìpi di base dell'Islam siano molto simili a quelli del Cristianesimo. E lui ribatteva parlando di velo…

Ora, io non me la sono presa per il suo discorso perchè capisco che non si può essere dei completisti come er sor Alessio (e così ci ho rimollato pure la marchetta) e, come quando si parlava del crack della Lehman io, che sono una capra in economia, ho dovuto chiedere lumi a G. che ne sa sicuramente molto più di me (e non ci vuole molto, ma lui ha studiato Business Administration), alcune persone ignorano cosa significhi davvero "Islam" e ne hanno una visione distorta da quello che dicono i media.
Quindi credo solo sia ora di continuare a fare un po' di
"storia del velo".



l'immagine è un'opera dell'artista iraniana Shirin Neshat.



Il complesso rapporto tra la donna e l'Islam è definito principalmente dalla shari'a (شريعة dalla stessa radice di "strada, cammino, via"), la legge islamica basata sui testi islamici secondo l'interpretazione di 4 principali scuole giurisprudenziali musulmane, e dalla storia e cultura del mondo islamico.
Diffondendosi oltre i confine dell'Arabia, l'Islam incontrò società con radici molto antiche con cui dovette imparare a convivere.
L'Islam è infatti una religione "flessibile" (nel senso che tende ad adattarsi alla società in cui si diffonde) ed allo stesso tempo "conservativa" (che tende cioè ad assimilare e lasciare immutate pratiche ed usi indigeni dei luoghi in cui si è affermata), perciò i Paesi a maggioranza musulmana danno alle donne gradi di diritti variabili rispetto al matrimonio, al divorzio, ai diritti civili, allo status legale, al codice vestimentario ed all'istruzione.

L'Islam, comunque, è sempre stato pieno di grandi figure femminili di cui col tempo mi piacerebbe parlare.

La shari'a è il prodotto di linee guida coraniche recepite dalla giurisprudenza islamica o fiqh (فقه = diritto), secondo l'interpretazione delle tradizioni riguardanti la vita del profeta Muhammad (سنّة = Sunna, formata dagli أحاديث = ahadith, sing. حديث= hadith), selezionate in base all'attendibilità dei trasmettitori da studiosi musulmani. Queste due fonti principali (ovvero Corano e Sunna) vengono integrate dall'ijma' (إجماع), ovvero il consenso della comunità, e dal qiyas (قياس), cioè il ragionamento personale induttivo del giurista musulmano (فقيه = faqih).

Le riforme coraniche, che in molte regioni hanno migliorato la posizione femminile rispetto al periodo precedente l'avvento dell'Islam, sono state spesso "minate" dalla riasserzione dei costumi tribali, o dall'uso di tali costumi sotto il nome di legge islamica (un esempio famoso: le mutilazioni genitali femminili, che non c'entrano nulla con la religione islamica, ma piuttosto con tradizioni antichissime -non a caso si parla di "circoncisione faraonica"- presenti in alcune zone dell'Africa in cui successivamente l'Islam si è diffuso).

Analizzando la situazione femminile da un punto di vista marxista, come fa per esempio Valentine M. Moghadam nel suo Modernizing Women: Gender & Social Change in the Middle East (Lynne Rienner Publishers, USA 1993, nuova edizione riveduta 2003), la posizione delle donne è influenzata maggiormente dal grado di urbanizzazione, industrializzazione, proletarizzazione e strategie politiche dello Stato piuttosto che dalla cultura o dalle proprietà intrinseche dell'Islam ed infatti la religione islamica non è nè più nè meno patriarcale di altre fedi, come per esempio il Cristianesimo, l'Ebraismo e l'Induismo.

Inoltre lo spirito delle riforme coraniche è stato spesso modificato da interpretazioni storiche o culturali riaffermanti la dominazione maschile o perpetranti la disuguaglianza di genere (per esempio il wahhabismo vigente in Arabia Saudita).
Per valutare l'effetto innovativo dell'Islam sullo status femminile basta comparare la situazione femminile nella Penisola Araba prima e dopo l'avvento dell'Islam.
La condizione femminile nell'Arabia pre-islamica era piuttosto povera: gli storici citano come pratiche comuni l'infanticidio delle bambine, la poligamia illimitata, l'esclusione delle donne dall'eredità. L'avvento dell'Islam nel VII sec. d.C., invece, migliorò lo status delle donne introducendo dei diritti (divorzio, eredità, istruzione, proprietà) che nelle legislazioni occidentali vennero accordati solo secoli più tardi.

Per esempio fu abolito l'infanticidio femminile ed alle donne fu riconosciuto totale diritto di personalità. Furono istituite misure per la protezione di vedove ed orfani. La dote, che prima era una sorta di "bride-price" pagato al padre divenne un dono nuziale mantenuto dalla sposa come proprietà personale. Venne introdotto il contratto matrimoniale per il quale serviva il consenso della sposa.
Nell'Islam le donne hanno da sempre diritto di proprietà, tanto che la prima moglie del Profeta Muhammad,
Khadijah, era quella che si definirebbe oggi una "donna in carriera" ed era la proprietaria di un commercio carovaniero in cui lavoravano molti uomini, tra cui appunto il suo futuro marito. L'unica questione un po' controversa a mio avviso riguarda il diritto ereditario: la parte d'eredità riservata ad una donna è normalmente la metà di quella che spetta ad un uomo. Storicamente questo viene spiegato argomentando che le responsabilità dell'uomo nel sostentamento della famiglia sono maggiori di quelle della donna, che in passato non lavorava e si occupava della casa e dell'educazione dei figli.
Anche in materia legale il peso della donna è minore di quello dell'uomo: ad esempio, per alcuni tipi di reato, la testimonianza di una donna non è ammessa o vale metà di quella dell'uomo (ovvero: per incriminare qualcuno servono due testimoni di sesso maschile o quattro di sesso femminile). Inoltre, il "prezzo del sangue" (دية = diyya), ovvero il risarcimento pagato ai parenti della vittima di un omicidio non intenzionale, è doppio nel caso di un uomo (questo perchè la diyya è una consuetudine pre-islamica che non è stata modificata nel Corano).


Bene, dopo questa premessa generale, direi che prossimamente potrò iniziare un excursus Paese per Paese.



Vi lascio la poesia "Linguaggio Segreto" di Zhabiya Khamis, poetessa degli Emirati Arabi Uniti incarcerata per cinque mesi senza processo a causa dei suoi scritti che in seguito sono stati messi al bando. La poesia l'ho presa dal libro Non Ho Peccato Abbastanza. Antologia di Poetesse Arabe Contemporanee. (a cura di Valentina Colombo - Arnoldo Mondadori Editore, Milano 2007).


La pelle della donna sogna qualcuno che la possa leccare
i suoi capelli sognano la mano che li districhi
la sua mano sogna il sudore annidato nel palmo dell'altra mano
le sue labbra sognano l'ardore del bacio
le sue ginocchia sognano due baci distinti
il capezzolo sogna qualcuno che lo succhi con passione
il collo sogna qualcuno che lo abbracci con una tenerezza dolorosa
il corpo sogna qualcuno che lo stringa senza tregua
il cuore sogna che i suoi battiti comunichino con un altro cuore
l'anima sogna qualcuno che la ospiti
i piedi sognano di camminare con questo ospite
e le braccia sognano di cullarlo per farlo addormentare
gli occhi sognano una lingua segreta che non ha bisogno di parole
l'orecchio sogna di udire il suo nome nell'immaginazione dell'altro
quando tutto è arido, i fiumi sognano l'esuberanza.




Qualche Link:

The Status of Woman in Islam by Jamal A. Badawi (EN);
Women and Islam: una serie di saggi riguardanti lo stato della donna nell'Islam con un'ottica comparativa (EN);
Symposium: Gender Apartheid and Islam (EN);
RAWA (Revolutionary Association of the Women of Afghanistan): perchè NON va tutto bene! (IT).


Per chi fosse interessato a dei consigli di lettura, suggerisco, oltre ai saggi della Moghadam, quelli di Nawal El Saadawi e Fatema Mernissi (si trovano facilmente le traduzioni in italiano).

Wednesday, September 17, 2008

Ramadan Kareem! *



nella foto dei fanoos (lanterne usate durante il Ramadan)


Due sorprese mi hanno dato il bentornato ad Abu Dhabi mercoledì mattina al mio rientro in ufficio.
Una inaspettata, ovvero
il terremoto di magnitudo 6.1 con epicentro nel porto iraniano di Bandar Abbas e che ha causato almeno 7 morti in Iran. Una leggera scossa si è sentita anche qui e, nonostante cercassi di sembrare calma mentre la mia collega R. era presa dal panico, ammetto che un po' mi sono impanicata. Soprattutto perchè la scossa si è sentita distintamente e perchè l'ufficio si trova AL 12esimo PIANO! Una trappola per topi praticamente!
La seconda sorpresa, che in realtà una sorpresa non è in quanto ricorre ogni anno e le date le sapevo da parecchio, è stato il Ramadan (رمضان), cioè il nono mese del calendario musulmano, celebrato come mese sacro in quanto per i musulmani è il mese in cui il sacro Corano (القرآن الكريم) fu rivelato all'angelo Gabriele che poi l'ha dettato al Profeta Muhammad.
Le persone di fede islamica festeggiano quindi la rivelazione del Corano digiunando: il digiuno (صوم = sawm) del mese di Ramadan è uno dei cinque "pilastri dell'Islam" (أركان الإسلام = arkan al-Islam), ovvero quelle pratiche basilari che distinguono un musulmano (le altre sono la shahada cioè la professione di fede, la salat cioè la preghiera da effettuare 5 volte al giorno, il hajj cioè il pellegrinaggio a La Mecca almeno una volta nella vita e la zakat cioè l'elemosina legale).
Digiunare durante il mese di Ramadan significa che nessun tipo di sostanza solida, liquida e/o gassosa deve penetrare nel corpo del fedele dall'alba al tramonto: sostanzialmente non si mangia, non si beve e non si fuma. Questo perchè il digiuno dovrebbe insegnare la pazienza, il sacrificio e l'umiltà. Inoltre si dovrebbe pregare più del solito, leggere il Corano, astenersi dal linguaggio volgare, vestire in maniera castigata e moderare emozioni indesiderabili come la rabbia, l'avarizia, l'invidia e la lussuria. Durante il Ramadan i musulmani chiedono perdono per i peccati compiuti in passato, chiedono una guida per il futuro e si purificano tramite il sacrificio e le buone azioni caritatevoli.
Ogni giorno durante il sacro mese di Ramadan i musulmani di tutto il mondo si svegliano prima dell'alba per consumare un pasto leggero chiamato suhoor (سحور) ed effettuano la preghiera dell'alba (فجر = fajr). Poi si astengono da cibo, bevande e qualsiasi altro piacere fisico fino alla quarta preghiera della giornata, quella del tramonto (مغرب = maghrib). Poi possono consumare la colazione o iftar (إفطار) ed il digiuno si interrompe fino all'alba del giorno seguente.
Il 27esimo giorno di Ramadan è la notte più sacra: la "notte del destino" (ليلة القدر = Laylat al-Qadr), cioè l'anniversario di quando l'angelo Gabriele rivelò al Profeta il primo verso del Corano. Alla fine del mese di Ramadan si festeggia la "Festa della Rottura del Digiuno" (عيد الفطر = Eid al-Fitr) o "Festa Piccola" per distinguerla dalla “Festa Grande” o “Festa del Sacrificio” ( عيد الأضحى = Eid al-Adhà), cioè la festa della fine del pellegrinaggio, che è la più importante del calendario islamico.
Un'altra implicazione del Ramadan è la lettura dell'intero Corano. A questo scopo si tengono ogni sera nelle moschee delle speciali preghiere chiamate tarawih (تراويح) durante le quali si recita un'intera sezione del Corano (جزء = pezzo, parte: equivale ad 1/30 del Corano).

Questa è la teoria.
Ma nella pratica che succede nei Paesi musulmani durante il mese di Ramadan? La maggior parte dei negozi chiudono nel pomeriggio fino all'ora dell'iftar e poi rimangono aperti per gran parte della notte. Si preparano pasti particolari e si va a visitare parenti ed amici. Si comprano regali per la famiglia e gli amici. Si fa l'elemosina ai meno fortunati. Gli orari di lavoro vengono ridotti.
E poi di notte ci si scatena. O almeno questo è ciò che succede nella maggior parte dei Paesi a maggioranza islamica. Festival, concerti, recital di poesie, la gente che si riversa nelle strade a pregare ed a mangiare nelle tende allestite dale moschee o dai ristoranti…

Ecco, questo succede nella maggior parte dei Paesi musulmani, ma non negli Emirati, che, come al solito, sono un Paese particolare…
Qui i grandi alberghi allestiscono delle tende in cui è possibile fumare la shisha e giocare a carte, domino o backgammon però la musica dal vivo è severamente proibita (infatti le band che di solito si esibiscono nei club vanno in vacanza per tutto il mese), le radio devono essere tenute a basso volume (tranne che per la recitazione del Corano) ed è strettamente vietato ballare.
In compenso tutte le discoteche sono aperte e si può consumare alcool (solo i non-musulmani ovviamente). E questo non l'ho ancora capito perchè, mentre l'alcool è proibito dall'Islam, la musica non lo è. Ed in ogni caso il Ramadan rappresenta un mese sacro, quindi credo che noi expatriates potremmo anche rinunciare all'alcool per un mese per rispettare la cultura del Paese in cui viviamo.

Questo è il secondo Ramadan che passo ad Abu Dhabi, ma quest'anno, lo dico sinceramente e con un po' di vergogna, non sto digiunando (anche se, ovviamente, evito di mangiare, bere o fumare in pubblico).
L'anno scorso, temprata da due anni di "digiuno parziale", ho praticato un digiuno degno di un wahhabita: dall'alba al tramonto niente cibo, niente bevande, niente fumo, niente profumi e niente trucco. Rompevo il digiuno mangiando datteri come vuole la tradizione del Profeta. Nessun tipo di rapporto carnale. Vestiti casti.
Mi faccio i complimenti da sola: sono stata brava!
Però è stata un po' dura, quindi quest'anno evito di digiunare malamente per mancanza di motivazione.

L'anno scorso inoltre ho passato una settimana di Ramadan ad Alessandria d'Egitto e lì mi sono resa conto davvero come vivono il Ramadan i musulmani. Di giorno era tutto piuttosto morto, ma la sera, dopo l'iftar con i miei amici, non sono stata ferma un attimo: siamo andati a feste, ad un recital di poesie, al concerto di Mohamed Mounir all'Opera de Il Cairo… le strade erano piene di gente e non ci ritiravamo mai prima delle 3 di mattina. E ci ritiravamo alle 3 solo perchè i miei amici volevano mangiare il suhoor prima dell'alba e pregare, altrimenti saremmo rimasti svegli tutta la notte! Quindi me ne tornavo al mio alberghetto dove Ehab, il portiere di notte con cui ho fatto chiacchierate infinite, mi aspettava con il suhoor a base di foul (fave) e uova sode: la colazione dei campioni offerta dall'Hotel Cleopatra e compresa negli 8 euri di tariffa giornaliera della mia stanza…
In compenso, nonostante circa il 10% della popolazione egiziana sia di religione cristiana copta (e ad Alex la percentuale è ancora più alta), tutti i negozi che vendono alcoolici erano chiusi.

Ora, se qualcuno vuole provare l'emozione di digiunare per un giorno in segno di rispetto verso gli amici di fede islamica, vi lascio la ricetta per preparare la harira, una zuppa marocchina che si usa per rompere il digiuno e che io e la mia migliore amica S. abbiam cercato di preparare la settimana scorsa.
Ingredienti per 10 persone:
500 gr. di ceci lessati
200 gr. di lenticchie
500 gr. di cipolle
2 litri di brodo
concentrato di pomodoro
aglio (noi non ce l'abbiamo messo)
sale e pepe
cumino in polvere
olio d'oliva
prezzemolo e/o coriandolo
Fate un soffritto con aglio e cipolla. Aggiungete il brodo e poi ceci, lenticchie, concentrato di pomodoro, cumino, prezzemolo, sale e pepe. Fate cuocere a fuoco lento per un'ora e servite.
Noi abbiamo aggiunto al soffritto carne d'agnello (però in questo caso dovrete lasciar andare la zuppa per almeno due ore in modo da far intenerire la carne) e poi, alla fine, abbiamo aggiunto capelli d'angelo: era deliziosa!


Qualche link per chi volesse saperne di più:
Ramadan su Wikipedia (IT);
Le leggi che governano il digiuno durante il Ramadan (EN);
Il Ramadan per idioti ovvero tutto quello che c'è da sapere sul Ramadan spiegato come se avessimo 6 anni (EN);
Special Report di Arabian Business sul Ramadan (EN);
Informazioni utili dal sito del quotidiano The National per chi osserva il Ramadan ad Abu Dhabi (EN).

E qui sotto ho messo il calendario delle preghiere del mese di Ramadan ad Abu Dhabi (gentilmente regalatomi dal mio collega S.):



* Ramadan Kareem è l'augurio che i musulmani si scambiano durante il Ramadan (anche se mi dicono dalla regia che in Marocco si dice "Ramadan Moubarak"). Se qualcuno ve lo dice non fate come me che rispondevo "Grazie!"… gli egiziani dicono "Allah Akram", altrimenti si può semplicemente ripetere "Ramadan Kareem".

Monday, September 15, 2008

Radici nel Cemento

e' tanto che non scrivo.
perche', nonostante ci siano stati parecchi avvenimenti che hanno solleticato la mia immaginazione e messo a dura prova i miei polpastrelli (vabbe' dai, e' inutile che la butto giu' cosi' alfieriana... in realta' sono una gran pigra priva di connessione internet casalinga), mi ero ripromessa che avrei utilizzato queste ferie per riflettere.
e cosi' ho fatto.

quindi ho deciso che ne ho abbastanza dei petroldollari (che in ogni caso io non guadagno) e che me ne voglio andare da questo posto. questo a prescindere da cosa succedera' nella prossima puntata della vostra soap opera telematica preferita.
cio' che invece riguarda Mr. K. sono la destinazione ed il proposito. ma per ora e' prematuro parlarne e, per questo, voglio dare tempo al tempo.
quindi per il momento dico solo che me ne voglio tornare in questa italiaccia da me piu' volte bistrattata (ma, in fondo, sempre amata...) e che voglio cercarmi un lavoro a roma. eh si', perche' nel frattempo ho scoperto che mi piace roma! sara' perche' associo le citta' a dei momenti che vi ho vissuto (e credo sia per questo che non mi piacciono ne' amsterdam, ne' genova, ne' milano...), ma mi son resa conto che vivere a roma non mi dispiacerebbe affatto. sarebbe bello vivere circondata dalla storia e dall'arte, una situazione cosi' diversa da quella del paese in cui sono cresciuta e della citta' in cui vivo ora.

si' perche' io sono cresciuta nel cemento.
sono nata in un paesino di mare, sulla costa medio-adriatica, moderno, ma carino, dove mia madre ci portava al mare con l'ombrellone incastrato nel passeggino e noi bambini potevamo riposarci all'ombra dei pini ed addormentarci con la frescura della brezza che soffiava tra le tamerici.
poi e' successo qualcosa ed i pini e le tamerici sono stati rimpiazzati da colate di cemento. ed io sono cresciuta. nel cemento.

aggiungeteci che mio padre e' geometra ed ha diretto i lavori di innumerevoli cantieri e che mia madre e' un'architetto che quand'ero piccolina mi portava con lei alle lezioni universitarie e si capisce che ho sempre avuto una specie di affinita' elettiva col cemento.
e' per questo che "da grande" sogno di vivere in campagna (o su un trabocco restaurato dalle parti di san vito chietino).

ora, tornando a casa per le ferie, ho realizzato come mai prima che in fondo
montesilvano (si', si', e' proprio quella de "La Guerra degli Anto'"!) ed abu dhabi (o, ancor di piu', dubai) non sono poi cosi' diverse.
montesilvano, come dubai, e' sempre stata caratterizzata da abusivismo edilizio (in 10 anni sono riusciti a cementificare tutto cio' che restava della spiaggia della mia infanzia), progetti anacronistici (tempo fa si parlava di realizzare una torre di 60 metri di altezza proprio sul lungomare), sfruttamento massiccio del territorio e padrinaggio della politica da parte dei costruttori locali.
ma stavolta mi e' sembrato ancora peggio.
la citta' e'; un cantiere aperto: continuano a costruire case che rimangono invendute. perche', nell'analogia tra montesilvano e dubai, c'e' un elemento di discrepanza: dubai e' ormai diventata un hub commercial-turistico per tutta la zona del medio oriente e dell'asia meridionale (anche grazie all'appeal divistico che la citta' sta ottenendo pubblicizzando i propri superprogetti e lo stile di vita lussuoso condotto da circa il 10% dei suoi abitanti) e le nuove megastrutture che ci si propone di realizzare hanno principalmente uno scopo iconico per spingere i nuovi ricchi della regione ad investire nelle proprieta' edilizie dubaiane per rafforzare l'immagine "elitaria" della citta' e creare un giro d'affari sulle varie "star" che decidono di acquistare residenze li'.
a montesilvano, invece, le case rimangono invendute... perche' si costruisce troppo rispetto al numero di abitanti, ma, nonostante il mercato sia saturo, i prezzi degli appartamenti non diminuiscono (come dovrebbe invece accadere secondo le regole basilari di "principi di economia per idioti"). questo perche' non c'e' voglia di vendere gli appartamenti. e non ce n'e' bisogno.

avevo avuto questo sospetto tempo fa ed ora mio padre (che, pazzo, sta cercando di scrivere un "libro bianco" sulla situazione dell'edilizia popolare nella provincia - sprechi, inciuci, appalti truccati e quant'altro) me l'ha confermato: tutte queste costruzioni che hanno deturpato il mio lungomare e mummificato la pinetina e le tamerici, non sono altro che l'ennesimo modo per riciclare i soldi che la camorra guadagna con i traffici illeciti e poi investe nella nostra "verde terra" (citando Melon) cosi' piccola, cosi' tranquilla, cosi' sconosciuta e cosi' facile da controllare.

e allora, facendo le debite sproporzioni, di nuovo montesilvano come dubai: a loro il giro d'affari della mafia russa, noi piu' semplicemente ci accontentiamo della camorra.

Saturday, September 13, 2008

Un Homme et Une Femme

Director: fate
Year: 2008
Main actors: Clauds, Mr. K.
Plot: A man and a woman meets casually through a common friend. Almost a year after their first encounter, they meet again in the magical setting of Rome. The movie features the two days of their brief romance in a whirl of contrasting feelings: friendship, passion, desire, doubt and uncertainity.
Watch out for the sequel!
Apart from whatever happened in Rome (and don't ask, 'cause I'm not really sure about it!), this Italian leave helped me realizing a fundamental thing: no matter how bad the social, cultural and political situation is in Italy, living far from the people you love is even worse.
I enjoyed some days with my family and I've spent good time with my closest friends (some of whom I didn't see since 2 years...). I discovered that I like Rome. And I understood that I would like to settle down for good.
Therefore: fuck loyalty towards my employer, I'm looking for a job in Rome!
Well, I'm looking for any way to escape this Country!
But first... "Comme nos voix BA DA BA DA DA BA DA BA DA Chantent tout bas BA DA BA DA DA BA DA BA DA Nos cœurs y voient BA DA BA DA DA BA DA BA DA Comme une chance comme un espoir Comme nos voix BA DA BA DA DA BA DA BA DA Nos cœurs y croient BA DA BA DA DA BA DA BA DA Encore une fois BA DA BA DA DA BA DA BA DA Tout recommence, la vie repart."

Friday, August 29, 2008

Chiuso per "Meritato Riposo" ;-)

lascio un post in velocità solo per non far perdere le mie tracce per troppo tempo...
sono finalmente riuscita a mettere le mani su un pc dopo una settimana di latitanza digitale imposta... ed ora non mi smuoveranno neppure con gli ak47 (volgarmente detti kalashnikov...).
in realtà mi sto godendo la mia "verde terra" (come direbbe Melon)...
ho passato un fine settimana lungo (giovedì-domenica) a vagare per la Marsica (credo la trovate su Wikipedia...) per visitare parentame vario e, a causa della lotta contro me stessa per evitare di ingozzarmi di ogni bendidio che la mia nonna aveva preparato appositamente per me ed inoltre di una rara forma di malattia del sonno contratta da qualche parte nel deserto arabico, proprio non ce l'ho fatta a mettere il naso fuori casa di sera per andare in un internet point.
in compenso mi sono fatta anche un paio di giorni di mare nella bellissima Cerrano (potete googlizzare anche quello, perchè mi son scordata la macchinetta fotografica a casa...) e sabato parto alla volta di Roma per incontrare (insha'llah) il mio adorato Mr. K.: devo tenervi aggiornati sulle nuove puntate di questo "Beautiful" telematico?
a presto con post più interessanti...
un giro dalle vostre parti me lo son già fatto!

Wednesday, August 20, 2008

Volare oh oh...

... ovvero Ultime Considerazioni prima della Partenza.
sono in ritardo. devo prendere la navetta stanotte alle 2,45 ed ancora non ho preparato la valigia. in realta' ancora non ho preparato nulla. neanche me stessa.
molte cose si sono susseguite negli ultimi giorni, belle e brutte. per lo piu' belle.
ho ristabilito contatti con alcune persone che non sentivo da parecchio tempo. ho ristabilito contatti con persone che sentivo, ma con cui le cose non sembravano andare per il meglio. ho ristabilito contatti con qualcuno che mi ha fatto del male, ma che restera' sempre una parte di me. una delle parti piu' belle di me.
ho avuto una bellissima notizia due giorni fa, che invece e' subito stata risucchiata nel vortice dell'insicurezza centrifuga.
ho avuto una settimana di fuoco al lavoro. ed oggi piu' che un fuoco e' stato un incendio. per fortuna la mia collega ha avuto la grazia di venire cosi' almeno le ho potuto spiegare tutto quello che e' successo in questo mese ed abbiamo fatto un plan per le due settimane in cui non ci saro'. ma uno dei miei clienti piu' cari continua a comportarsi da psicolabile nonostante gli abbia dato l'ultimatum. adesso se la dovranno sbrigare i miei colleghi con lui.
non sono pronta alla partenza, ma non mi importa. ci sono abituata. non sono mai pronta.
ma stavolta il problema non e' che non sono pronta. il problema e' che sono stressata. sembra stupido essere stressati a 25 anni, ma e' cosi'. ma lo so che appena arrivero' a fiumicino mi passera' e vorro' tornare indietro.
queste due settimane non saranno solo di vacanza. queste saranno due settimane in cui mi riprometto di decidere del mio futuro e di prendere una decisione. una decisione chiara e definitiva. voglio essere sicura di cosa faro' al ritorno dalle ferie. voglio essere sicura che decidero' se restare in questo stato di infelicita' sospesa ma occupata (cioe' con un lavoro vero) o se seguire dei sogni un po' sfocati che non mi danno certezze per il futuro.
ho promesso a me stessa che decidero' se continuare a vivere ad abu dhabi e lavorare per questa compagnia o se partire di nuovo (forse definitivamente, stavolta) e ricominciare a studiare. voglio fare qualcosa per me stessa.
per il resto: sabato sera sono andata alla mostra di Picasso all'emirates palace. bellissima. magari ne parlero'.
ieri sono andata per l'ennesima volta a dubai per rivedere un caro amico, K., che non vedevo da piu' di un anno e che rimane per una settimana per un training. alloggia al marriott courtyard nella green community, vicino jebel ali. non c'ero mai stata... ieri, quando sono arrivata, mi e' parso di entrare in un altro mondo: tutte villettine in stile finto-colonico, ordinate, pulite, le strade alberate... e poi l'albergo... bellissimo. costruito tipo la mia amata/odiata Venezia, con un canale al centro e poi ponti, ponticelli e stradine a collegare le varie parti del residence. sono stata bene. e rivedere K. mi ha reso felice... mi ha fatto ripensare a quando ci siamo incontrati le prime volte e a parecchie cose cui non penso spesso. e a tanti amici. lontani. ma va bene cosi'... ci rivedremo tra poco.
al ritorno ho perso l'ultimo autobus... ho preso un taxi engaged insieme a due siriani ed un sudanese. l'autista era yemenita. mi sono divertita. era parecchio che non mi capitava una situazione del genere. parlare di politica e della vita con sconosciuti in un misto di arabo, inglese ed italiano... ridere... scherzare... bello. davvero. sono arrivata a casa alle 2 di mattina e non avevo sonno, nonostante tutto il casino della giornata. ero un po' stanca, ma felice. avevo voglia di chiacchierare ancora.
invece sono andata a letto, perche' stamattina dovevo essere al lavoro e finire tutti gli ultimi preparativi prima di partire. sembra nulla, ma l'ultima volta che ho avuto una giornata libera e' quando mia madre e' venuta a trovarmi ad aprile. e le ultime ferie che ho fatto sono state a natale... dovevo ancora chiudere tutti i contratti, avvisare tutti che sarei partita, dare i compiti ai miei colleghi.
avrei voluto vedere molte persone in questi giorni ed invece non ho fatto nulla.
ma va bene cosi'. saranno ancora qui al mio ritorno.
adesso devo assolutamente andare, pero' prima voglio salutare tutte le persone che passeranno sul blog e ringraziarle per esserci venute. spero che in queste due settimane possa focalizzarmi un po' anche su cio' che vorrei fare per cambiare le cose (a livello personale e non solo).
questo blog mi ha dato la possibilita' di confrontarmi con diverse persone e ognuno mi ha dato qualcosa.
non sono alla premiazione degli oscar, quindi non serve fare discorsi di ringraziamento, pero' vorrei dire a tutti quelli che commentando mi offrono spunti di crescita personale che mi mancheranno. per qualche giorno.
vi lascio con alcune iniziative del blog Il Russo cui vorrei dare risalto e che penso sosterro' in qualche modo:
ora penso sia proprio tutto.
vi mando un abbraccio collettivo.
ah, siccome per un tempo indefinito saro' nelle desolate lande marsicane senza possibilita' di connessione ad internet, ho lasciato aperta la sezione commenti: niente piu' moderazione, yuppi-eh!
fate i bravi, mi raccomando! :-P

Monday, August 18, 2008

17.25

YESSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS

A Modest Proposal - English

since "someone" (GRAZIE!) was very active regarding the "Modest Proposal" i wrote on the blog a couple of weeks ago (link in italiano) i am compelled to post the proposal in english too, for her english-speaking friends' usage...

well, the idea is very simple: it is about sending books to Afghanistan.
i talked already with the afghan ambassador in the uae and i will try to get some contacts with NGOs based in the country and with the italian embassy in kabul.
but at this stage i think the most important thing is understanding who's in.

therefore, let me explain briefly the steps:
- whoever has books in farsi or pashto and would like to donate them to afghan schools is welcome;
- whoever has books in english (especially about any kind of engineering, architecture, medicine, IT, history and art) and would like to donate them is also welcome;
- whoever would like to donate some money to buy books and/or school material (notebooks, pens, pencils, maps and so on) is also welcome;
- whoever would like to "spread the word" among his/her friends is also welcome and i will post later a banner made by Luca
(GRAZIE!) to promote the initiative: feel free to add it on your blog!

if you are interested, you can leave a comment or contact me by e-mail (cip.983@gmail.com) to show your support.

as soon as we'll have enough people involved i will prepare a list of people and locations and i will be back to you with some actions we can arrange.

for whoever decides to make a donation, i will send you a receipt of what has been bought with your money (better: i will post it online so everybody can see we are not stealing... even if i'm italian ;-P ).

feel free to add your suggestions in the comment space.


thank you. danke shoen. gracias. merci. shukran. shukria. tashakkor. grazie!

Di nuovo sulla Mauritania.

torno di nuovo sull’argomento Mauritania con un ritratto del presidente (destituito) Abdallahi fatto da Marwane Ben Yahmed su Jeune Afrique dal titolo “Il Caso Abdallahi”.


"Sidi Ould Cheikh Abdallahi finirà per diventare, a malincuore, esparto di colpi di stato. Era già stato tra le vittime del putsch che, il 10 luglio 1978, destituì Moktar Ould Daddah, del quale era ministro. Trent’anni più tardi, la Storia si ripete: il 6 agosto 2008, quando occupa la funzione di Capo dello Stato da soli 16 mesi, viene rovesciato da uno squadrone di militari (vedi l’indagine del nostro inviato speciale pp. 12-15 – qui il link in francese, n.d.t.), gli stessi che avevano messo fine al regime di Maaouiya Ould Taya, il 3 agosto 2005. Il calore estivo in Mauritania sembra decisamente propizio alle azioni di forza…
Nel 2005, nessuno aveva davvero rimpianto la caduta di Ould Taya, dittatore autoritario sul serio, arrivato egli stesso al potere in seguito ad un golpe nel 1984. Oggi, fortunatamente, la reazione della comunità internazionale è tutt’altra. Condanne e minacce di sanzioni piovono sul generale Mohamed Ould Abdelaziz, il nuovo uomo forte di Nouakchott, ed i suoi complici. Di nuovo, bisognerà aggiungere gli atti alle parole…
Si possono rimproverare molte cose a Sidi Ould Cheikh Abdallahi. Tra le principali critiche espresse dai suoi detrattori, la sua gestione ambigua della minaccia terrorista e la sua incapacità di rispondere alle attese di una popolazione di fronte al costo della vita. La sua ingenuità relativa e la sua presunta debolezza, che da parte sua qualificava come “il prezzo da pagare per la democrazia”. Ma gli argomenti presentati per destituire “Sidi”, tanto dai membri dell’ “Alto Consiglio di Stato” – che affermano di voler “salvare il Paese” (vedi intervista a Mohamed Ould Abdelaziz pp. 14-15 - qui il link in francese, n.d.t.) – quanto da una parte della classe politica – alla quale la prospettiva di posti ministeriali o nell’alta amministrazione fa perdere qualsiasi decenza, al punto di condannare alle Gemonie oggi colui che incensava ieri – sono per lo meno pretestuosi.
Sidi Ould Cheikh Abdallahi è stato eletto e, secondo tutti – osservatori internazionali ed opposizione -, eletto bene. La sua elezione costituiva un motivo d’orgoglio per l’Africa. La Mauritania era citata da esempio. Il colonnello Ely Ould Mohamed Vall, che ha guidato la transizione tra l’agosto 2005 ed il marzo 2007, ha acquisito la statura di democratico e di saggio. Nel momento in cui queste righe vengono scritte (la rivista è uscita il 10 agosto – n.d.t.), non si è ancora espresso sulla situazione del suo Paese. Raggiunto al telefono in Irlanda, dove si trovava mentre i suoi vecchi colleghi mettevano “Sidi” agli arresti, ci ha spiegato di non voler reagire precipitosamente. Ma se c’è un parere che conta e che peserà fino in fondo, è proprio il suo.
Speriamo che il torpore del mese di agosto non domi la determinazione di coloro che rimangono attaccati ai princìpi democratici. In caso contrario, questo sarebbe un segnale estremamente negativo che invierebbero i dirigenti africani. Dopo la crisi keniana e quella dello Zimbabwe, il continente non aveva veramente bisogno di questa."


per chi volesse leggere l'originale in francese, posto qui il link.

qui, invece, tutte le novita' sulla Mauritania dal sito di Jeune Afrique.

Saturday, August 16, 2008

Oltre il Velo - Delle relazioni di genere nel Mediterraneo

Disclaimer: attenzione, il contenuto di questo post e' estremamente noioso.

io vi ho avvertito...


E mo beccateve 'sto papiello!
(citazione a metà tra il film La Guerra degli Antò ed i commenti di Alex… ;-P )


Prima di tutto è il caso di fare un po' di storia sul tema della condizione femminile nei Paesi musulmani per mettere in luce cose che i media non ci dicono quando ci mostrano il trattamento riservato alle donne afghane dai Talebani spacciandocelo come "Islam" o peggio come "la segregazione della donna imposta dal Corano".
Sono balle.

Innanzitutto ci tengo a precisare che il Paese con il più elevato numero di musulmani è l'Indonesia (davvero? Sì, davvero!), dove l'Islam non si è diffuso con la spada e la guerra santa, bensì grazie ai traffici commerciali tra l'isola e le aree già islamizzate della Penisola Araba e dell'India, e che anche India e Cina presentano importanti comunità musulmane (e non venitemi a dire che questi sono Paesi in cui le donne sono discriminate più di quanto non lo siano in Italia…). Non parlerò di questi Paesi comunque, ma esclusivamente dei Paesi del Medio Oriente e Nord Africa di lingua araba, più di tre Paesi dell'area centro-asiatica che mi interessano particolarmente e che ritengo, a modo loro, peculiari per l'Islam: Iran, Afghanistan e Pakistan.

Probabilmente non ce ne rendiamo conto, ma la sottomissione della donna nei confronti dell'uomo non è una peculiarità del mondo arabo-islamico, ma del mondo mediterraneo, quindi secondo me è opportuno introdurre un concetto più ampio di "circummediterraneità", se così si può dire. A pensarci bene (pensateci bene, mi raccomando!), infatti, per secoli le due sponde del Mare Nostrum hanno avuto comportamenti simili nel trattare "questioni di genere": pensiamo alla suddivisione tra spazio pubblico (riservato agli uomini) e spazio privato (destinato alle donne), all'importanza della verginità femminile prematrimoniale ed al conseguente valore quasi sacrale che l'imene e la deflorazione assumono nella prima notte di nozze, alla sottomissione del piacere femminile a quello maschile e così via.
In tutto il bacino mediterraneo, o meglio nella zona anticamente definita con il termine "Oikumene" (termine greco classico che indicava il mondo abitato, o "civilizzato", ovvero un territorio che occupava la regione tra il Mediterraneo e le isole del Sud-Est asiatico consistente largamente di città a base agricola connesse tra loro attraverso il commercio e lo scambio culturale), regna una mentalità che fa sì che il processo di civilizzazione abbia al suo culmine la rispettabilità dell'adulto maschio e che si fondi sul controllo della sessualità e sulla distinzione dei ruoli di genere. Confondere i ruoli di genere (comportamenti, spazi e destini assegnati a uomini e donne) porta a confondere i ruoli sessuali. Tutto ciò va contro il modello di normalità, sia nel comportamento sessuale che sociale: vengono definite "contro natura" l'omosessualità, la masturbazione ed anche ogni pratica eterosessuale che neghi la fecondazione e che suggerisca rapporti uomo-donna che non rispecchiano il modello della subordinazione della seconda al primo (la fecondazione è stato per secoli uno strumento di controllo dell'uomo sulla donna). Perciò è contronatura anche che una donna abbia potere (chi ricorda quando sono state proposte le "quote rosa" in Parlamento e l'avvocato Giulia Buongiorno ha detto di essere a favore di più donne in parlamento, a patto che queste donne avessero "le competenze necessarie" per sedere sugli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama? Questo è giusto, ma allora perchè non si chiede che anche i parlamentari di sesso maschile dimostrino di avere tali "competenze"?), o, in alcuni ceti anche solo un lavoro (e per secoli le donne che hanno avuto un lavoro significativamente erano quelle appartenenti alle classi inferiori, "meno civilizzate"), o che un uomo si mostri vulnerabile ai sentimenti.

Le relazioni sessuali nel bacino del Mediterraneo hanno storicamente articolato delle gerarchie sociali, ovvero posizioni sociali dominanti e subordinate: gli uomini adulti in cima alla scala sociale, donne, ragazzi e schiavi al di sotto. Il sesso, cioé la penetrazione, aveva luogo tra uomini adulti, liberi, dominanti, e subordinati socialmente inferiori: mogli, concubine, ragazzi, prostitute e schiavi (di sesso maschile e femminile). Ciò che era in gioco non era la mutualità tra partner, bensì il raggiungimento del piacere dell'uomo adulto attraverso la dominazione. I rapporti sessuali non sono dunque che rapporti di potere: le categorie dominante/subordinato e uomo/donna sono entrambe strutture di potere, che posizionano attori sociali come potenti o privi di potere.

Questa perdita della superiorità della donna sull'uomo (e con essa la sottomissione del piacere femminile a quello maschile) è avvenuta millenni fa, esattamente nel momento in cui si è avuta la transizione da società nomadiche di tipo pastorale (nelle quali il primato era tipicamente femminile) a società sedentarie di tipo agricolo: in quel momento il patriarcato rimpiazzò le società claniche matrilineari. Le donne persero così il loro potere e furono sottomesse a delle leggi alle quali gli uomini non dovevano obbedire. Infatti, a ben guardare, la maggioranza delle popolazioni nomadi (per esempio i Tuareg sahariani o la tribu' degli uomini-fiore in Arabia Saudita) sono tuttora di tipo matrilineare e le donne non sono solo il fulcro della vita del clan, ma anche coloro che tramandano il nome, il titolo nobiliare e l'eredità ai figli. Questo perché il materialismo, il possesso e la proprietà tendono a confortare la dominazione maschile, esercitando l'assoggettamento delle donne.

Questo tipo di "sessualità transmediterranea", fiorita nella Grecia antica (gineceo dice nulla?) è stata assimilata dai Romani che l'hanno a loro volta "esportata" nei territori da loro colonizzati ed è arrivata fino in India tramite le conquiste di Alessandro Magno. Le spedizioni navali del '500 e '600 hanno provveduto a recapitarla poi anche nel "Nuovo Mondo".

E fin qui questo ha ben poco a che vedere con l'Islam.
Ma almeno ho capito perché per me è così difficile trovare un fidanzato… chi vorrebbe stare con una ragazza che ti rinfaccia tutto il tempo di essere un prodotto di retrograde rapporti di potere? ;-P


P.S.: il presente trattato (LOL) non è copiato né da Wikipedia né da un libro di uno studioso o di un professore, ma è il semplice frutto dei miei studi, quindi prendetelo un po' con le pinze e non come oro colato.
Per chi fosse interessato ai "Gender Studies" e volesse approfondire gli argomenti di cui ho parlato en passant nel post, consiglio:

- AA.VV., Power & Sexuality in the Middle East (MERIP Special Report 206, 1998);
- Abdelwahab Bouhdiba, La Sexualité en Islam;
- Andrea Cornwall & Nancy Lindisfarne (a cura di), Dislocating Masculinity: Comparative Ethnographies;
- Julia Epstein & Kristina Straub (a cura di), Body Guards: The Cultural Politics of Gender Ambiguity;
- Nikki R. Keddie & Beth Baron (a cura di), Women in Middle Eastern History. Shifting Boundaries in Sex and Gender.


Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni.

come Oscar Wilde, anch'io non so resistere alle tentazioni.
ci provo, ma proprio non ci riesco!

ebbene, l'ultima tentazione si e' manifestata esattamente due sabati fa...
eh si', proprio quando con Mr. K. pareva si fosse tutto avviato ad una situazione di stallo (come e' possibile che una situazione sia piu' di stallo del tenere i contatti via telefono ed e-mail con qualcuno visto una volta nella vita? e' possibile se quella persona pianifica di venire a trovarti e decide di tagliare tutti i ponti fino al momento dell'incontro per acuire la voglia di vedersi... oddio, ma chi mi sono trovata di nuovo?), un sosia di Mr. K. e' apparso all'orizzonte.

avevo questo appuntamento con un rappresentante di una tipografia e, quando me lo sono ritrovato in ufficio, non credevo ai miei occhi: e' il fratello separato alla nascita di Mr. K.! (leggermente piu' magro forse...)
beh, parliamo, mi mostra dei campioni dei lavori precedenti e mi dice che posso tenerli, gli dico che la qualita' e' buona e che in questo momento non abbiamo molto lavoro visto che agosto e' un periodo un po' slow ad abu dhabi.
mi fa: "prima di andare, posso dirti una cosa?"
io: "certo."
lui: "scusami, ma proprio non posso tenermelo nel cuore... hai degli occhi bellissimi!"
giuro che ho faticato a trattenermi dallo scoppiare a ridergli in faccia!

vabbe', com'e' come non e' nella vita succedono "miracoli" e da quel giorno ho ricevuto migliaia di richieste di clienti per stampare diverso materiale, quindi ho contattato il simil-Mr. K. per ricevere dei preventivi e vedere se e' possibile lavorare con la loro tipografia.
e da allora ogni giorno mi chiama per sapere se ci sono novita' e, soprattutto, per chiedermi di uscire. che fare?

e' carino (ovvio che e' carino: somiglia al mio bello!) pero' non mi va di mischiare business e vita privata (come e' gia' successo purtroppo) e poi uno che dal primo momento ti dice che gli piaci e ti invita ad uscire... mmmhhh, a me mi puzza un po'...
comunque alla fine, visto che non so resistere alle tentazioni (ed i miei amici ancora meno di me...) ho dato ascolto ad un paio di persone ed ho accettato l'ennesimo invito.

beh, siamo usciti giovedi' sera e sinceramente mai appuntamento fu peggiore di questo.
credo sia stata l'uscita piu' imbarazzante da quando avevo 16 anni...

io sono stata un tantino fredda effettivamente ed alla fine ero convinta che non si sarebbe fatto piu' sentire (anche perche' se un ragazzo arabo non ti chiama subito dopo un appuntamento e' un chiaro segnale di disinteresse) ed invece stamattina alle 9,30 e' arrivata la sua puntuale chiamata in cui mi diceva: "oh, volevo solo darti il buongiorno. e poi volevo ringraziarti per giovedi' sera... sono stato cosi' bene! sei veramente una ragazza carina e simpatica. allora quand'e' che possiamo vederci di nuovo, magari per andare al cinema?"
il cinema: il posto da evitare come la morte quando si esce con un ragazzo arabo cui non si e' interessate piu' di tanto!


comunque, da tutto cio' ho capito che:
1. a volte e' meglio resistere alle tentazioni;
2. better to stick to Mr. K.!

ora si accettano suggerimenti su improrogabili impegni da inventare da qui al 21 agosto!

Friday, August 15, 2008

Carramba!

ta-dah! surprise surprise: ho pubblicato i commenti e mi appropinquo anche a postare il frutto del duro lavoro di oggi, sempre che la connessione che mi sto rubando a qualche buon cristiano (mamachan) regga! oh, la prima volta in sei mesi di tentativi che riesco a sbafarmi il wireless del palazzo... no, c'ho ripensato... il post lo pubblico domani che adesso non c'ho la barra degli strumenti nel dashboard. ciao ciao non-vacanzieri clauds

Thursday, August 14, 2008

Comunicazione di servizio.

il blog e' chiuso domani, non per la scampagnata di ferragosto (giammai! e dove vado, nel deserto?), ma semplicemente perche' il venerdi' e' il mio giorno off settimanale.

se postate commenti a partire da questo momento esatto, li pubblichero' (insha'llah!) sabato mattina...

un caro saluto a tutti e buon ferragosto a chi se lo puo' permettere!

clauds

War is Peace. Freedom is Slavery. Ignorance is Strength.


e' bello sapere che in mauritania tutto sta finalmente andando... per il verso sbagliato.
questa nazione, indipendente dalla francia dal 1960 e governata da regimi autoritari per oltre 40 anni, aveva ottenuto le prime elezioni libere ed indipendenti nel 2007, anno dell'elezione dell'economista Sidi Mohamed Ould Cheikh Abdallahi a presidente della repubblica in seguito ad un ballottaggio con Ahmed Ould Daddah, fratellastro del primo presidente mauritano Moktar Ould Daddah.
la settimana scorsa, il 6 agosto 2008, il capo delle guardie presidenziali ed altri alti ufficiali dell'esercito hanno effettuato un colpo di stato, arrestando il presidente Abdallahi, il primo ministro Waghf, il ministro dell'interno ed alcuni influenti consiglieri presidenziali.

siccome in italia ci sono notizie piu' importanti cui i telegiornali non possono rinunciare (tipo il grande caldo, l'esodo di ferragosto, sicuramente qualche gattino o cagnolino per fare un po' di tenerezza...), vi tengo un po' aggiornati...

giovedi' 9 agosto, esattamente il giorno dopo il golpe, il generale Mohamed Ould Abdel Aziz, ovvero la mente del colpo di stato, e' apparso in pubblico per la prima volta alla testa di una marcia trionfale nelle strade della capitale Nouakchott, dichiarando di essere "determinato a salvare la democrazia" nel paese (ci ricorda qualcuno?).
le prime tensioni gia' si fanno sentire e, mentre tanti mauritani sostengono Aziz scendendo in strada con poster giganti che lo ritraggono ed intonando slogan come "si' al golpe!" e "sosteniamo i militari!", la polizia ha lanciato gas lacrimogeni contro dei manifestanti che protestavano contro il cambiamento di potere.
intanto lunedi' 11 il primo ministro Waghf ed altri tre ufficiali sono stati rilasciati, mentre il presidente rimane sotto arresto nel compound presidenziale. il primo ministro Waghf, parlando ad un raduno di diverse migliaia di sostenitori poco dopo il suo rilascio, ha rassicurato la folla che il presidente e' in buona salute, dicendo: "il presidente vi ringrazia per la vostra lotta instancabile, la vostra forte lotta per restaurare l'ordine costituzionale".
questo proprio il giorno prima che la giunta militare che aveva rovesciato il governo la settimana scorsa adottasse martedi' una legge che trasferisce il potere presidenziale al capo della giunta, gen. Mohamed Ould Abdel Aziz, che ha ha indirizzato ai suoi sostenitori un discorso in cui diceva che "e' l'esercito che ha messo fine alla dittatura nel 2005. ed oggi e' di nuovo esso che mette fine alla dittatura, al nepotismo, al caos ed al disordine".

cio' che sfugge e' che le elezioni tenutesi nel 2007 erano indipendenti e che la Mauritania e' stata internazionalmente elogiata per quel voto, che aveva visto il presidente Sidi Mohamed Ould Cheikh Abdallahi emergere vittorioso dopo una fase di transizione verso il governo dei civili durata due anni a partire dalla cacciata da parte dei militari del dittatore Maaouya Ould Sid'Ahmed Taya nel 2005.
ora la giunta tenta di paragonare il golpe di mercoledi' scorso a quello del 2005, annunciando che le elezioni si terranno "il prima possibile" e che fino a quella data il paese sara' governato da un "consiglio di stato" di 11 membri scelti tra gli ufficiali top dell'esercito e guidato da Aziz.
ci sono invece, parecchie differenze tra i due golpe, come ha spiegato anche Amal Cheikh Abdallahi, figlia del presidente deposto: "Taya era un dittatore. Questo e' un presidente che e' stato democraticamente eletto."
ma, nonostante il presidente fosse in prima linea per modernizzare il paese tramite investimenti di capitali stranieri nel settore minerario (altre misure adottate dal governo Abdallahi furono la legge per l'abolizione della schiavitu', ancora molto diffusa in Mauritania, la creazione di un franchising di negozi per i meno abbienti in collaborazione con un noto imprenditore mauritano e, primo provvedimento adottato dal governo nel giugno 2007, un taglio del 25% degli stipendi del presidente e dei membri del governo come prima misura per fronteggiare un deficit nazionale di 112 milioni di dollari) molte iniziative del governo Abdallahi non sono andate a genio ai militari che lo avevano sostenuto durante la campagna elettorale per le elezioni del 2007, prime fra tutti la riapertura del dialogo con il FLAM (Forze di Liberazione Africana della Mauritania, un movimento che si batte per il miglioramento delle condizioni di vita dei mauritani neri bandito da Taya nel 1986), la nascita del nuovo partito indipendente facente capo al presidente, l'Adil (Patto Nazionale per la Democrazia e lo Sviluppo), ed il licenziamento di alcuni capi delle forze armate, come spiega Mohamed Moktar Ould Zamel, un portavoce dei membri del parlamento a favore del golpe: durante l'animata corsa per la presidenza, il generale Aziz, la mente di entrambe i golpe, appoggio' Abdallahi dandogli la spinta di cui aveva bisogno per assicurarsi una vittoria risicata, dice Zamel. "(Abdallahi) si e' dimenticato che e' stato l'esercito a portarlo al potere" ed ha irritato i militari rilasciando, contro il parere del generale, dei militanti che si trovavano in carcere. a nemmeno un anno dall'inizio della sua presidenza, la Mauritania e' stata scossa attacchi di estremisti islamici in sequenza, compresi l'assassinio di quattro turisti stranieri ed un assalto all'ambasciata israeliana (la Mauritania e' una repubblica islamica, ma e' anche uno dei pochi stati della Lega Araba ad intrattenere rapporti diplomatici con israele). a giugno, il parlamento voto' una mozione di sfiducia forzando Abdallahi a nominare un nuovo governo, ma invece di nominare coloro che lo avevano appoggiato nelle elezioni, il presidente ando' contro i suoi sostenitori originali. la goccia che ha fatto traboccare il vaso era arrivata mercoledi', il giorno del colpo di stato, quando Abdallahi aveva licenziato quattro generali maggiori incluso Aziz. Un'ora piu' tardi Abdallahi e' stato portato via dai soldati insieme al primo ministro e ad altri funzionari. il resto e' gia' storia.

intanto le visioni sono discordi, con la giunta che in un comunicato dice che il golpe e' stato provocato dalle condizioni in via di deterioramento della vita quotidiana in mauritania e l'ostruzionismo del presidente contro varie istituzioni governative e che il consiglio militare "giura di salvare la democrazia in Mauritania" (tanto che l'uomo d'affari Houmey Ould Tangi, uno degli organizzatori della marcia pro-golpe, ha chiamato il leader della giunta Aziz "un eroe" che "ha fatto del tirare fuori il nostro paese dalle situazioni di stallo una sua abitudine" - rinfrescatemi, come si dice "lecchino" in arabo? ndr.) ed i sostenitori di Abdallahi che dichiarano che il presidente e' stato estromesso perche' aveva cercato di uscire dalla sfera d'influenza della giunta.

punito per la sua "ingratitudine" o deposto per la paura di una deriva autoritaristica? in questo caso staremmo assistendo al primo caso di "colpo di stato preventivo"...

per saperne di piu' sulla Repubblica islamica di Mauritania: http://mauritania.splinder.com .

Tuesday, August 12, 2008

A Modest Proposal - Update #2




allora, cari amici, vi aggiorno un po' (anche se in ritardo...).

ieri alle 15,15 ora locale sono tornata dal mio colloquio con l'ambasciatore afghano durato ben 1 ora e 20 minuti!!! (l'ambasciatore italiano non mi ha mai concesso piu' di un quarto d'ora credo...)
comunque ribadisco cio' che ho detto fin qui su Farid Zekria: trattasi di persona affascinante, colta, intelligente e dall'inglese impeccabile.
intanto vi dico che l'ambasciata afghana mi piace molto e si trova in una zona centrale e tranquilla, proprio di fronte al british council, vicino all'ambasciata dell'iraq ed a poca distanza dall'ambasciata inglese (non so se sono matta, ma personalmente ci vedo un qualcosa di simbolico nella collocazione geografica delle varie ambasciate ad abu dhabi... per esempio l'ambasciata del pakistan e' proprio accanto a quella americana, la maggior parte delle ambasciate dei paesi arabi "moderati" sono pure li' vicino ma non troppo, sulla 26esima ci sono le ambasciate dei paesi che "non contano e non accusano" come si dice dalle mie parti, tipo italia, marocco, turchia... vabbe', lasciamo stare...), quindi dall'ufficio ci arrivo in 3 minuti scarsi...

tutti sono stati molto carini con me e l'ambasciatore si e' dimostrato di una gentilezza e cordialita' disarmanti. inizialmente pensava lavorassi per qualche ONG, poi, quando gli ho spiegato a grandi linee qual era il nostro progetto, si e' illuminato in volto e mi (ci) ha ringraziato.

prima abbiamo parlato della storia dell'afghanistan negli ultimi 30 anni, con incursioni riguardanti anche la conquista mongola ed alessandro magno, mi ha raccontato cosa avesse significato per lui l'invasione sovietica e la guerra da essa risultante con accenni alla sua storia famigliare e a fatti vissuti in prima persona che i libri di storia non raccontano.
mi ha rassicurato non poco quando gli ho detto che personalmente nutro forti dubbi sulla presenza dei nostri soldati in afghanistan. vi riporto il suo discorso perche' mi ha letteralmente levato un peso dal cuore: "devi essere fiera del lavoro che i vostri giovani uomini e giovani donne stanno facendo nel nostro paese. le vostre truppe non sono venute ad occuparci per usufruire delle nostre risorse, anche perche' non glielo avremmo permesso. noi afghani siamo duri ed amiamo la nostra terra. quando l'unione sovietica ci ha invaso tutti gli afghani si sono sollevati ed hanno resistito e, tutti insieme, abbiamo sconfitto uno degli eserciti piu' forti del mondo che si trova solo a pochi kilometri da casa nostra. certo, 2 milioni di afghani sono morti per l'amore che provano per la loro patria, ma abbiamo sconfitto un esercito di 200.000 soldati. (vabbe', sugli sviluppi della guerra afghano-sovietica non sono del tutto d'accordo perche' il suo discorso e' stato un po' semplicistico, comunque riprendo - n.d.r.) pensi che se i vostri militari volessero ingerire in afghanistan noi glielo lasceremmo fare? i vostri soldati ci stanno aiutando a rimetterci in piedi cosi', quando, grazie a loro e a tutta la comunita' internazionale, saremo di nuovo in grado di contare sulle nostre forze potremo combattere il terrorismo cosi' come abbiamo combattuto l'unione sovietica. per la prima volta da molti anni l'afghanistan ha di nuovo un esercito nazionale e forze di polizia e questo e' importante per poter essere indipendenti e sosteneci con le nostre forze: questo e' avvenuto grazie agli aiuti della comunita' internazionale. l'80% del lavoro dei vostri militari e' lavoro civile di ricostruzione: ri-costruiscono scuole, ospedali, strade, ad Herat mi ricordo di aver visto soldati italiani distribuire giochi e palloni da calcio e da pallavolo ai bambini. dovete essere orgogliosi del lavoro dei vostri militari come lo siamo noi."

vabbe', e' un discorso di un diplomatico e bisogna prenderlo con le pinze, pero' ammetto che un po' ha alleviato delle sofferenze e dei dubbi che continuavo ad avere fino all'altro giorno. non che abbia dimenticato "gli effetti collaterali", tutt'altro, ma mi ha dato un pochino di speranza...
abbiamo preso il the, poi dalla storia afghana siamo passati all'arte ed alla poesia afghane, al sufismo, mi ha mostrato dei libri sulle bellezze architettoniche di Herat (ironia della sorte i libri li aveva comprati da Shah Muhammad Rais. quando gliel'ho fatto notare si e' messo a ridere e mi ha detto che e' un suo caro amico...) e mi ha declamato delle poesie di Maulana Jalaladdin Balkhi meglio conosciuto come
Rumi.

questo e' l'afghanistan che vorrei si vedesse nei media...

arrivando allo scopo principale dell'incontro, gli ho esposto l'idea e gli ho chiesto consigli dicendo che io (noi) sicuramente non conosco (conosciamo) la situazione quanto lui quindi non mi rendo (ci rendiamo) conto se effettivamente dei libri possano essere utili.
e li' si e' di nuovo illuminato ed ha detto: "30 anni di guerra ci hanno portato via tutto. scuole, case, ospedali, biblioteche, monumenti, tutto e' stato distrutto. nomina una cosa ed io ti diro' che si', ne abbiamo bisogno. tutto. abbiamo bisogno di tutto. ma i libri sono una cosa importante. in afghanistan l'istruzione e' gratuita e, siccome la maggioranza della popolazione e' povera, il governo stampa libri che distribuisce gratuitamente agli studenti dalle scuole elementari alle superiori. quest'anno ci sono 6 milioni di ragazzi e ragazze iscritti nelle scuole afghane ed il governo, insieme agli aiuti della comunita' internazionale, sta facendo uno sforzo immane per stampare 30 milioni di libri da distribuire nelle scuole insieme a penne e quaderni. ma nonostante tutto in afghanistan c'e' un tasso di analfabetismo superiore al 70%. tutte le biblioteche sono state distrutte ed i libri sono andati perduti. le giovani generazioni non possono sapere nulla della nostra grande cultura e delle tradizioni letterarie e poetiche dell'afghanistan perche' delle biblioteche che c'erano non e' rimasto nulla. la cultura e' importante ed e' il primo passo verso la liberta'. se anche voi riuscisse a raccogliere solo 50 libri sarebbe un aiuto enorme e sono sicuro che sarebbe apprezzato."

gli ho spiegato che pensavo di contattare il primo segretario dell'ambasciata italiana a kabul per informazioni logistiche e per vedere se loro possano occuparsi della distribuzione e mi ha detto che in caso lui potrebbe mettermi in contatto con qualcuno od occuparsene personalmente...

"mi raccomando, chiamami e tienimi al corrente della cosa. ti (vi) ringrazio tanto dell'iniziativa. come ho detto, abbiamo bisogno di tutto ed ogni aiuto e' prezioso per noi, ma la cultura e' qualcosa che dobbiamo assolutamente regalare ai giovani del nostro paese per avere speranze di una vita migliore."

ricapitolando:
libri in farsi e pashto sono most welcome.
libri in inglese sono also most welcome, soprattutto quelli riguardanti architettura (di qualsiasi tipo), ingegneria (di qualsiasi tipo), informatica, medicina, arte e storia (questi sono gli argomenti che lui ha citato piu' volte).
inoltre, qualsiasi altro tipo di libro o materiale scolastico (cartine geografiche, quaderni, penne, matite colorate e chi piu' ne ha piu' ne metta) e' also welcome.

ora io direi che chiunque fosse interessato all'iniziativa puo' farmelo sapere nei commenti o scrivermi via e-mail (cip.983@gmail.com); se conoscete qualcuno che puo' essere interessato, ma non legge i blog spargete la voce e fatemi sapere; se ci sono domande/proposte potete postare un commento o mandarmi una e-mail.

faro' una lista di persone interessate, poi potete dirmi voi se avete libri che potreste donare o se volete fare, che ne so, un banchetto per la raccolta di libri nella vostra citta' o qualsiasi altra cosa vi venga in mente.
fatemi sapere quali sono le vostre idee in modo da coordinarci!

un grazie a tutti quanti per la disponibilita' ed un abbraccio.

vi lascio con delle foto dei minareti di Herat (non siamo gli unici che hanno le torri pendenti ;-P ) ...




... e con una poesia di Rumi che mi piace molto (tra l'altro e' una di quelle che mi ha letto):

Come, come, whoever you are...
Come and come yet again...
Come even if you have broken your vows a thousand times
Wanderer, idolater, worshipper of fire...
Ours is not a caravan of despair,
This is the date of hope,
Come, come yet again, come.