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Tuesday, April 7, 2009

Premonizioni



Ieri notte mi sono svegliata alle 5.37, improvvisamente preda, chissà, di un incubo, o forse della sete e del caldo.
Non potevo sapere che nello stesso momento, a L'Aquila, alcune persone avrebbero chiuso definitivamente i loro occhi, non svegliandosi mai più da quella notte di sonno.


La mattina, arrivando in ufficio, sono stata accolta dalle domande dei miei colleghi e dalle immagini brutali che Rai News24 sembrava quasi scagliarmi addosso con violenza quasi a farmi ammettere qualche colpa o a farmi abbandonare alla vergogna. Come aveva potuto il mio sonno essere così tranquillo?, sembrava chiedermi lo schermo. Ero impietrita.
Poi ho realizzato. L'Aquila. Mia sorella, Manuela, studia a L'Aquila.
Cazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzo.
L'ho chiamata, il suo cellulare era spento. Ho sentito il sangue gelarmisi nelle vene.
Ho chiamato mia madre, squillava. "Pronto. Hai saputo?" "Manuela. Come sta? Il cellulare è spento." "Non ti preoccupare, sta bene. Era qui a Pescara stanotte. A casa sua c'erano le sue coinquiline, c'è stata qualche lesione, ma niente di grave. Stanno bene."
DiograzieDiograzieDiograzieDiograzieDiograzieDiograzieDiograzieDiograzieDiograzie.


5,8° della Scala Richter. Non è uno scherzo.
Circa 180 vittime finora. Non sono uno scherzo.
La settimana scorsa mia madre mi aveva scritto via e-mail che c'era stata una scossa di terremoto a L'Aquila e che mia sorella era stata svegliata nel cuore della notte dalla Protezione Civile e che il quartiere in cui abita era stato evacuato. Io avevo letto distrattamente, senza dar troppo peso alla cosa, conscia che l'interno dell'Abruzzo è quasi interamente zona sismica e che i terremoti sono avvenimenti ricorrenti, per fortuna senza finora aver eguagliato il vecchio "record" detenuto dal
Terremoto di Avezzano del 1915.


17.000 sfollati. Una cifra enorme.
Già me li immagino i nostri amministratori, rapaci come avvoltoi che sorvolano una carogna, riuniti tra i calcinacci nel Palazzo dell'Emiciclo, a fregarsi le mani pensando ai soldi della ricostruzione.
Pensando a come sfruttare la tragedia per fare un po' di promozione spiccia a questa regione "forte e gentile" dimenticata da Dio, ma non dai politici disonesti.
Finalmente, l'Abruzzo sarà un po' più conosciuto.
Finalmente, il terremoto aiuterà gli italiani ad imparare a situare questa regione sulla cartina geografica.
Per tantissimi anni l'Abruzzo è stata una regione sconosciuta, tanto che, quando sono andata a studiare a Venezia, i miei compagni di corso mi chiedevano da dove venivo e, non appena saputa la risposta, incalzavano: "E in che regione si trova Pescara?". La mia migliore amica, una che sa che Yaoundé è la capitale del Camerun, pensava che Pescara fosse nelle Marche.


Ora, finalmente, questa terra bellissima, con mare e montagne, parchi, boschi, cascate, chiese e castelli, diventerà un po' più famosa.
Eh sì, perché almeno stavolta è salita agli onori delle cronache nazionali per il terremoto, per le vittime che commuovono lo spettatore e lo muovono a pietà.
Un bel passo avanti rispetto agli scandali politici, l'unico altro parametro grazie al quale l'Abruzzo non cade nell'oblio.












p.s.: Se vi fidate di un'altra mia premonizione, il prossimo dovrebbe essere Franco Marini.
Ma il vecchio lupo appenninico è troppo furbo per farsi fregare come quegli altri fessi.


Sunday, November 16, 2008

Genova. Per me.


17 luglio 2001, ore 23 circa - via Saffi, Parma (sotto la sede del WWF)

salgo sulla Panda 750 bianca del 1995.
mamma: "allora? com'e' andata?"
io: "ma, tutto ok... partiamo dopodomani notte cosi' arriviamo la mattina presto. B. non c'era alla riunione, ma, sai, c'erano un sacco di persone di una certa eta'... dovresti essere piu' tranquilla, no? c'erano anche delle signore sui 60 anni. se c'erano loro vuol dire che sara' una cosa pacifica credo... rilassati, dai."
mamma: "va bene, ma che hanno detto? serve qualcosa?"
io: "no, no. niente di particolare... B. mi aveva detto che possiamo andare con la sua tenda, poi mi portero' il sacco a pelo di L. se per lui va bene... poi nient'altro. giusto un cambio. ah, ecco! e dei limoni... ce li abbiamo a casa dei limoni?"
mamma: "si', i limoni ce li abbiamo, ma a cosa ti servono?"
io: "boh, non so. hanno detto che i limoni ce li dobbiamo strofinare sugli occhi se lanciano dei lacrimogeni..."


la mattina del 20 luglio 2001 siamo arrivati a Genova, dopo che il nostro pullman era stato fermato e controllato dalla polizia stradale. un pullman della Rete Lilliput pieno di manifestanti pacifisti di una certa eta' e di qualche giovane di Legambiente e della Rete Lilliput.
all'arrivo si respira un po' aria di gita scolastica: non ho mai visto Genova prima di allora, ma la citta' mi piace. aiuto B. a montare la tenda in un'aiuola sul lungomare e poi ci avviamo verso Piazza Manin, dove prenderemo parte alla piazza tematica organizzata da Rete Lilliput, Legambiente e Commercio Equo & Solidale.
c'e' il sole e, con il mio zainetto in spalla, sono contenta di essere li' e mi chiedo se tutte le preoccupazioni dei miei genitori avessero un senso. le persone che mi circondano sono serene, gentili, completamente non violente. scherzo un po' con le signore che fanno parte del nostro gruppo, che mi prendono in giro per la maglietta che mi ero disegnata, con un angioletto sul petto e un diavoletto sulla schiena.

arriviamo e ritrovo il mio amico D., di Roma, con cui avevo fatto un campo di volontariato qualche settimana prima e che coordinava i volontari internazionali di Legambiente: ci sono ragazzi francesi, spagnoli, addirittura un giapponese, Tetsuya, arrivati apposta per far sentire la loro voce in modo pacifico, con striscioni e palloncini colorati. la piazza e' bella e io sto vicino a Tetsuya che e' gentilissimo e mi offre dell'acqua per rinfrescarmi un po'. il mio inglese non e' perfetto e, ora che il corteo si muove, mi riavvicino a B., che, essendo piu' grande, son sicura che sapra' guidarmi.
ci accodiamo ad uno dei cortei dietro uno striscione e cominciamo a scendere lungo via Assarotti. B., protettivo com'e', cerca sempre di rimanere verso l'esterno del corteo in modo da fare "servizio d'ordine" e mi tiene d'occhio costantemente per paura che mi possa succedere qualcosa. che cosa puo' succedermi? c'e' solo tanta gente che grida, canta, con le mani dipinte di bianco e bandiere della pace...
arriviamo in fondo a via Assarotti, dove, mi dicono, c'e' la "zona rossa" che tutti vogliono cercare di violare. delle grate di ferro alte alte e tanti, tantissimi poliziotti in tenuta antisommossa. ecco, qualcuno si avvicina alle grate ed i poliziotti dopo un po' caricano con gli idranti. B. e' in contatto costante con altri amici suoi che sono in altre piazze e mi tiene informata. "ecco, li' hanno violato la zona rossa!" "oddio, ci sono dei manifestanti vestiti di nero che hanno cominciato a fare casino." "ce ne dobbiamo andare, torniamo nella piazza perche' qua c'e' il rischio che ci caricano."
io non capisco nulla... risaliamo verso Piazza Manin, ma l'atmosfera e' diversa. le persone non sono piu' allegre e tranquille come prima. poi vedo che ci sono alcuni manifestanti vestiti di nero con la polizia che li insegue. tutti alzano le mani dipinte di bianco e gridano che sono pacifisti. ma la polizia avanza verso la piazza.

"ce ne dobbiamo andare!" mi fa B. e, da allora, ho solo ricordi sfumati: immagini e rumori che mi accompagnano da 7 anni, ma che, al momento, non capivo.

non capivo nulla.
non capivo come tutte quelle cose belle che avevo visto poco prima potessero essersi trasformate in tutto quel sangue e quel fumo che vedevo dappertutto.
io avevo sempre avuto fiducia nelle forze dell'ordine... che succedeva?

non ricordo bene, non avevo la cognizione del tempo. quanto tempo era passato? che ore erano?
quello che ricordo e' una specie di corsa contro il tempo in una citta' sconosciuta, come un gioco del gatto col topo, correre per non fermarsi perche' chi si ferma... e' perduto.
ci allontaniamo da Piazza Manin: la polizia e' gia' passata, ci sono manifestanti vestiti di nero con dei bastoni in mano. c'e' veramente un camion vicino a loro? non mi ricordo. una donna, sui 60 anni, sul sedile posteriore di una macchina con una gamba sanguinante. vicino a lei c'e' un prete e B. mi dice che si chiama Don Benzi. ma sono sicura del nome? ci allontaniamo sempre di piu' e B. mi dice che stiamo andando verso la stazione di Brignole. qua le strade sono diverse, sono piu' larghe, ma il senso di cio' che vedo e' lo stesso: fumo, cassonetti e macchine ribaltati, fumo, fumo, delle persone che hanno assaltato un supermarket ed anche qui un sacco di manifestanti vestiti di nero con la faccia coperta.
vicino la stazione di Brignole incontriamo N., un'amica di B.: e' carina, avra' sui 21 anni ed ha un braccio appeso al collo con una sciarpa. "ma che fai? vai all'ospedale" gli dice B. "non posso andare, senno' dall'ospedale mi portano direttamente in questura. non hai sentito quello che e' successo ad altri?". ce ne andiamo. N. ci segue per un tratto e poi si ferma a via Tolemaide, dove ci sono le "Tute Bianche" di Casarini. sembra un campo di battaglia medievale: dappertutto ci sono ragazzi a terra, sanguinanti, con quello che rimane delle loro "armature" fatte di gommapiuma e bottiglie di plastica. "ricompattiamoci e riformiamo la testuggine" urla un ragazzo al megafono. i poliziotti sono dietro di loro. B. mi tira per un braccio e mi fa cenno di andarcene. giriamo nella prima viuzza che troviamo, giusto alle spalle del corteo, nella terra di nessuno tra i manifestanti e i poliziotti. e' una stradina in salita e, mentre saliamo, vediamo 3 camionette della polizia scendere, in direzione di via Tolemaide. erano 3? 5? non ricordo... ricordo che con noi c'era un fotografo che ci racconta che era con le Tute Bianche e che i poliziotti gli hanno preso la macchina fotografica ed i rullini. adesso vuole solo scappare. anche lui non e' messo troppo bene. o forse sono io che ricordo male. "oddio, sono pazzi! sono scesi con i Defender e i manifestanti erano tutti a terra. che cosa cazzo vogliono fare?" che cos'e' un Defender? non ho tempo per chiederlo... ce ne dobbiamo andare. dove? nessuno lo sa, ma l'importante e' andarsene, correre, scappare.

ho perso la cognizione del tempo. che ore sono? quanto dura questa giornata che sembra non finire mai? quando arriva la notte che porta consiglio?
non lo so quanto tempo e' passato. so solo che corriamo, corriamo, ad un certo punto il fotografo non c'e' piu'. ci ritroviamo in un posto piu' tranquillo. B. si incammina per una stradina che scende giu' ed alla fine della stradina, come un miraggio, la luce del sole sul mare.
siamo sul lungomare. lontani da dove eravamo partiti la mattina, ma sempre sul lungomare. ci sono altri ragazzi che manifestano, alcuni forse sono stranieri. di lato un gruppo di poliziotti. passiamo. ci chiedono da dove veniamo. non lo so. sento B. che snocciola uno dopo l'altro i nomi delle strade e delle piazze per le quali abbiamo corso tutto il pomeriggio e quello che abbiamo visto zona per zona. io non so nulla. non capisco nulla. non ricordo nulla. non ricordo se quelle cose le ho vissute sul serio o se sono solo state un brutto sogno dovuto alle preoccupazioni di mia madre. forse e' un icubo. forse devo ancora arrivare e mi sono addormentata sul pullman. ma non puo' essere. guardo il mare. vorrei farmi un bagno, lavare tutto quello che ho visto, tutto lo sporco che mi sento addosso e dentro. vorrei scappare. ma non si puo'. non capisco cosa sia successo. qui sembra tutto piu' tranquillo.
arriviamo finalmente dove avevamo messo la tenda. "hanno ucciso un ragazzo" dice qualcuno. "no, sono due!" dice un altro. "no, e' una ragazza." un'altra voce ancora. "scusa, hai un cellulare? me lo presti per fare una chiamata?" mi chiede una ragazza bassina. glielo do. chiama, ma non c'e' campo. "al telegiornale hanno detto che un ragazzo e' morto" grida qualcuno. "forse dovresti chiamare tua madre" mi fa B.

un ragazzo e' morto. Carlo Giuliani avrebbe potuto essere ognuno di noi. Carlo Giuliani e' ognuno di noi, perche' da allora qualcosa e' morto dentro ognuno di noi.
io oggi, scrivendo queste righe, non sono riuscita a trattenere le lacrime di nuovo. e' la prima volta che butto tutto fuori. forse oggi ho fatto pace con la mia memoria. ma, per il momento, nessuno di noi puo' far pace con lo stato italiano, che ancora una volta ha negato la Verita' e la Giustizia.



Lottavano così come si gioca/i cuccioli del maggio era normale/loro avevano il tempo anche per la galera/ad aspettarli fuori rimaneva/la stessa rabbia la stessa primavera...

Cambiamenti climatici.


una tempesta di sabbia fortissima, poi, l'altra notte, la pioggia. finalmente.
mi sono svegliata con un rumore strano. "piove!'", mi sono detta. incredula perche' i pochi giorni di pioggia dell'anno di solito si hanno a gennaio-febbraio.
mi sono alzata e sono andata alla finestra: le gocce sui vetri, le strade allagate, la gente per strada con gli ombrelli. "piove!", ho ripetuto. ed era vero.
ha smesso dopo circa mezz'ora, ma e' bastato per rinfrescare l'aria e depurarla di tutta la sabbia.
"finalmente il clima cambia" ho pensato uscendo di casa per andare in ufficio.
arrivo in ufficio, accendo il computer e sul sito della reuters leggo l'articolo sulle ultime sentenze per i fatti di genova del 2001.

il clima non e' cambiato affatto...


Thursday, November 13, 2008

Scuola di Vita


l'altro giorno leggevo questo post sul blog di Wil e mi hanno fatto riflettere (per non dire incazzare) i commenti di un certo utente anonimo che si firma "andrea".
li riporto in toto, in modo da "goderne" tutti:

1) l'8 novembre 2008 alle ore 19.37 Anonimo ha detto...
"non vedo perchè dica che c'è bisogno di una vittima perchè le forze dell'ordine intervengono.la violenza c'è già stata, di tutti coloro che hanno occupato scuole ed aule di studio impedendo a studenti che volevano seguire le lezioni di poterlo fare. studenti che pagano le tasse per questo servizio.fosse nelle polizia entrerei intimerei lo sgombro dei locali, qualora si riufiutassero di fare ciò che lo stato ha ordinato procederei con la rimozione forzosa dei manifestanti. li prendi di peso e li porti fuori, se qlcn reagisce, colpendo un agente delle forze dell'ordine, oltre a macchiarsi di un reato gravissimo, farei, senza esitare, scattare l uso delle manieri forti e violente nei confronti di quell'individuo, che ha infranto la legge, e di tutti colori che colpiranno gli agenti nel tentativo di difenderlo.anche se le toghe rosse invece di punire i soggetti applicheranno la pena più leggere che potranno, come al solito.andrea"

2) l'8 novembre 2008 alle ore 21.00 Anonimo ha detto...
"se io voglio andare a seguire una lezione per cui pago delle tasse per poterlo fare non c'è giustificazione accettabile per l impedimento provocato dai manifestanti. sono loro a infrangere la legge. oppure sono io che voglio solo seguire le lezioni per avere possibilità maggiori di superare gli esami e laurearmi il più in fretta possibile ?ma qua si pensa sempre alla mediocrità e non agli studenti migliori. questa riforma ha nei suoi ideali il premio agli ateneti e agli studenti migliori, giusto che sia cosi e, per me, giusto che chi non ha voglia di fare un caxxo e non passa gli esami paghi di più, se ci tengono tanto a fare l'università sarà un sacrificio che accetteranno.bisogna tornare ad un discorso incentrato su un università elitaria, fatta per i migliori, non fatta per studenti mediocri che non fanno altro che screditare il titolo stesso.andrea"

3) il 9 novembre 2008 alle ore 10.15 Anonimo ha detto...
"Se io sono contrario allo sciopero, e posso esserlo (oppure decidete voi cosa devo pensare?) non ho intenzione di perdere neanche un minuto di lezione per una cosa che non condivido, è un soppruso bello e buono, ma voi lo giustificate ?voi giustificate un reato come l occupazione di aule e relativo impedimento di seguire la lezione ?allora che si vada nelle case della gente a buttare le televisioni perchè non si segua mediaset, voi dareste ragione anche a questo.per mauro: che si laureino con voti bassi i figli dei ricchi non me ne frega niente. ma i figli di persone "normali" che saranno bravi e con voti alti, come te, non avranno problemi ad andare avanti con l università.ormai all'università si iscrivie chiunque, gente uscita col 65-70-75 dalle superiori che senza pensarci su tanto si iscrive, gente che si iscrive perchè non trova un lavoro o perchè non ha voglia di lavorare. invece dovrebbero iscriversi solo quelli veramente bravi, gente uscita con voti alti circa dall'85 in su, o anche 80.perchè tu non ti iscrivi sei non hai le capacità, va bene che adesso promuovono tutti o quasi, ma è questo andazzo che è sbagliato.poi ci ritroviamo con disoccupati o sottooccupati laureati, che tra l'altro si lamentano pure. La maggior parte di loro si è laureata con voti bassi, in ambiti con poco lavoro disponibile. Ad esempio uno che si laurea in storia, in lettere e filosofia ecc sa benissimo che avrà grosse difficoltà a trovare lavoro, allora se lo fai per passione va bene, ma nessuno deve pretendere un lavoro inerente. Ci pensavi prima di iscriverti. Perchè lo stato non può e non deve mantenere la gente. C'era sfilze di supplenti e professori di sostegno assunti solo per dare lavoro a questi laureati. Allora che lo stato si preoccupi anche di tutti i laureati o diplomati in ambiti tecnici, che solitamente trovano lavoro presso fabbriche, perchè non assumere anche questi per non far niente e preoccuparsi di farlo per i laureati in materie tipiche da insegnamento scolastico.Andrea"


ecco, e' questa la mentalita' dei giovani italiani che mi fa paura e che mi ha spinto a lasciare il paese che sento sempre meno mio.
anche perche', un paio di giorni dopo mi imbatto in questo post sul blog di LuCa, in cui alcuni commentatori si scagliano contro il titolare del blog per il semplice fatto di aver esercitato il suo diritto al dissenso, occupando pacificamente la sua scuola (insieme ad altri compagni) per protesta contro il decreto gelmini di riforma dell'istruzione.


non voglio entrare nel merito della questione "riforma gelmini" perche', seguendo la situazione italiana solo di sfuggita, non ho abbastanza elementi concreti per farlo (per es.: non ho mai letto effettivamente il decreto), ma sono dell'idea che una riforma il cui unico intento e' tagliare posti di lavoro e dare un'istruzione standardizzata, ma divisa per "classi economico-sociali", di certo non puo' far del bene al futuro del nostro paese. mi sembra che la strada imboccata gia' in precedenza da altri governi e sulla quale sta accelerando il ministro gelmini porti dritto dritto ad un'aziendalizzazione del sapere cosi' come lo intende la cultura americana e come l'ha presentato la scrittrice Naomi Klein in alcuni capitoli dell'ottimo No Logo.
ed e' sicuramente un male per la scuola italiana, che per decenni e' stata tra le migliori del mondo conosciuto.


in questo post voglio solo mostrare solidarieta' a LuCa ed a tantissimi altri ragazzi italiani che sono scesi nelle strade o si sono chiusi nelle aule (scolastiche ed universitarie) e spiegare a gente tipo l'anonimo-andrea che manifestare e' un diritto degli studenti e che "seguire le lezioni per avere possibilità maggiori di superare gli esami e laurearmi il più in fretta possibile" (!!!) senza imparare ad esercitare lo spirito critico e' la cosa piu' idiota che uno studente possa fare: la "mediocrita'" di cui parla lui nei commenti e' proprio quella di immagazinare nozioni in una corsa contro il tempo a chi prende la laurea piu' in fretta, senza farsi domande sul significato reale di tali nozioni e senza aprire la mente sul mondo circostante.
sono proprio quelli come te, caro "anonimo-andrea" a de-qualificare la laurea ed i laureati in genere!




nelle foto che seguono: L.A.S. "Giuseppe Misticoni" di Pescara (dicembre 2001)



di giorno...




... e di notte.




l'occupazione del 2001 credo sia stato uno dei momenti piu' belli della mia vita... 23 giorni in cui ho condiviso ideali e lotte con altri 300 ragazzi (sui 465 totali) della mia scuola, con i professori ed anche i bidelli.

quell'anno io ed il mio migliore amico N. eravamo rappresentanti d'istituto (insieme ad un altro ragazzo del IV anno) e, essendo tutti e due persone che cercano di guardare la realta' con occhio critico, abbiamo preso le distanze dalle solite occupazioni ed abbiamo deciso (insieme ad altri) di procedere con un' "assemblea permanente": certo, c'erano barricate davanti all'ingresso principale, ma a nessuno e' stato impedito di entrare a scuola dall'ingresso secondario ed anzi alcuni professori hanno continuato a fare lezione.

in realta' la maggior parte dei professori ha appoggiato la nostra protesta: con moltissimi di loro abbiamo organizzato incontri per discutere della riforma scolastica (allora era la riforma moratti) insieme a studenti e genitori (anche molti di loro erano dalla nostra parte), altri addirittura venivano a scuola la sera a portare viveri a noi occupanti.


nella palestra (che fungeva anche da aula magna) avevamo organizzato una mostra di nostri lavori sul tema dell'invasione americana all'Afghanistan (altro argomento scottante di quell'anno), nelle aule si facevano gruppi di studio sulla riforma moratti (si', ci siamo letti tutto il decreto, aiutati anche dalla professoressa di diritto) e sulla storia dell'Afghanistan (e' li' che e' nata la mia passione per quel paese), all'ingresso avevamo messo un banchettino per distribuire pezzi di lenzuolo bianchi contro la guerra e raccogliere fondi per sostenere Emergency (alla fine qualcosa abbiam tirato su e l'abbiamo consegnato personalmente a Teresa Sarti durante un incontro organizzato al palazzo della provincia...), abbiamo fatto circolare libri sulla storia della scuola italiana e spezzoni del suddetto No Logo, abbiamo dipinto striscioni e cartelloni per una manifestazione che ha raccolto 3000 studenti, abbiamo ospitato riunioni di tutti i rappresentanti d'istituto della provincia di Pescara per organizzare "la lotta", abbiamo organizzato una cena ed un dj-set per autofinanziarci (dopo piu' di 20 giorni non avevamo piu' una lira nemmeno per comprarci un panino, menomale che il pizzaiolo di un'altra scuola -mitico Massimo!- ci aveva iniziato a rifornire aggratis), abbiamo organizzato un cineforum, abbiamo fatto un collegamento radio con il ragazzi del Liceo Tasso di Roma (che in quel periodo facevano lo sciopero della fame), siamo andati a parlare nel programma Coca Scuola di Radio Citta'-Popolare Network, io volevo pure organizzare un incontro con Serafini del Manifesto e Pablo Echaurren (anche se poi non c'e' stata la possibilita')... e ci siamo pure divertiti, la sera, quando dicevamo buonanotte a quella merda di governo, asservito agli interessi di pochi padroni e che stava (come sta ora) rovinando il futuro nostro e di altri piu' o meno giovani studenti ed ex-studenti, e ci raccontavamo le nostre speranze davanti ad una bottiglia di vino (sempre gentilmente offerta da qualcuno ;-) che lo produceva e che non finiro' mai di ringraziare per avermi fatto "svegliare fuori").


tutto questo e' durato per 23 giorni... intervallati da due visite della digos e due sgomberi, ma abbiamo continuato e ci siamo ripresi il nostro spazio nella nostra scuola. quell'occupazione e' finita poco prima di natale, quando il preside ("dott. arch. alberto trivilino", non vi dico cosa penso di lui, senno' va a finire che mi becco un'altra denuncia. anzi no, ve lo dico: un verme, un grandissimo pezzo di merda frustrato che sa farsi bello solo perseguitando dei ragazzini) mi ha telefonato mentre ero in viaggio verso Foligno per un incontro di studenti di sinistra provenienti da tutta italia, per "informarmi" che la scuola era tornata sotto il suo totale controllo e minacciandomi di "aspettarmi provvedimenti". la mobilitazione pero' non e' finita e per tutto quell'anno abbiamo continuato ad informare i ragazzi sulla riforma e sulla situazione internazionale (con conferenze sul G8 di Genova, sull'Iraq, sull'Afghanistan, sulla "lotta al terrorismo" e sulla situazione israelo-palestinese) e a fare i gruppi di studio di pomeriggio.



tutto quello che ho descritto ci ha fatto male? ci ha fatto perdere tempo prezioso a scuola? no! a me (e credo a molti altri) e' servito per capire meglio come va l'italia, per capire che quando si lotta per un'idea si deve innanzitutto conoscerla ed essere coscienti di farlo nel modo che ci sembra piu' giusto e che non danneggia altri cittadini. a mio parere, l'occupazione di una scuola o di un'universita' non danneggia nessuno ed anzi e' un'occasione di crescita per i ragazzi che sempre piu' spesso vivono la scuola come un luogo di annientamento dell'essere e di standardizzazione conoscitiva di concetti astratti.



uno dei ricordi piu' belli in assoluto e' di quando abbiamo preso parte alla street parade studentesca organizzata a Pescara: il tg3 regionale ha ripreso i nostri striscioni ed ha intervistato alcuni studenti della mia scuola del I anno sul significato della manifestazione, dell'occupazione e della riforma moratti; ecco, i "nostri ragazzi" erano preparatissimi e ne sapevano molto piu' dei giornalisti. giuro che quando mi hanno raccontato la scena (io non l'ho potuta vedere purtroppo perche' eravamo ancora barricati a scuola) mi sono venute le lacrime agli occhi.

cosi' come mi sono venute quando, l'anno dopo essermi diplomata, sono tornata a scuola a ritirare il diploma e su un muro dell'aula 6 ho visto la scritta "C. e N., da quando ve ne siete andati voi questa skuola fa schifo".



anch'io vi ringrazio ragazzi, per tutto quello che m'avete dato quell'anno e per tutto quello che v'ho fatto passare con le mie idee del cazzo di fare i gruppi di studio! :-)




p.s.: la fine della vicenda ve la racconto tra un paio di giorni.

ah, e per chi volesse commentare che chi fa le occupazioni e' sempre uno che fa casino ed un ignorante posso rispondere presentando il mio "educational record" dalle elementari fino alla laurea e posso dire che, mentre chi quell'anno e' rimasto in classe adesso sta lavorando come estetista o sta ancora cercando di finire la facolta' di architettura a Pescara, la maggior parte di quelli che vi hanno contribuito attivamente adesso vivono all'estero e lavorano in campo artistico, cinematografico e pubblicitario. e non mi si venga a dire che siamo figli di papa', che' la mia famiglia e' quanto di piu' piccoloborghese possa esistere (anzi, se l'italia continua di 'sto passo, tra un po' ci inseriranno di diritto -insieme a molti altri- nel piu' famoso dei quadri di Pellizza da Volpedo).



PECCHE' NU SEM' NU! ;-)

MI MANCATE RAGAZZI...



Monday, November 10, 2008

Facebook e la Lotta di Classe


nella foto: quadrato nero su sfondo nero (lo so, fa molto Malevich... e' semplicemente che volevo fare un fotomontaggio del Quarto Stato mettendo facce di nerd brufolosi, adolescenti emo con l'i-pod e ragazzine in bikini, ma un po' non volevo insultare Pellizza da Volpedo ed un po'... beh, semplicemente non avevo voglia di sbattermi)



be forewarned: per un paio di post credo che vi raccontero' i cazi miei... vecchi cazi miei oltretutto! quindi, visto che sono l'autrice del blog, se non v'interessano... v'attaccate!



innanzitutto: IO HO UN PROFILO SU FACEBOOK! e non me ne vergogno, perche' il mio profilo, che esiste da oltre un anno, mi serve per restare in contatto con gli amici rimasti in italia e con quelli sparsi in giro per il mondo. e poi, ovvio, per un po' di sano gossip.

ma, sinceramente, mi sembra che ormai facebook sia diventato "la moda dell'estate 2008" e quindi vedo un fiorire di profili di gente a cui serve solo per parlare piu' agevolmente con il vicino di casa (cfr. post Il Colmo di Coq Baroque) o per rimorchiare ragazze finte in rete... vabbe', il mondo e' bello perche' e' avariato!


ora, c'era un tempo in cui facebook non esisteva (e neanche skype, msn, netlog -che ancora non ho capito cos'e'- twitter -un altro mistero per me- et similia) e la gente aveva delle relazioni dirette con gli altri esseri umani circostanti, i cosiddetti "rapporti umani".


e c'era un tempo in cui io ero un membro attivo di un partito di sinistra (e non metto le virgolette perche' non c'entra nulla col pd...) ed andavo a manifestazioni, riunioni, assemblee di partito, volantinaggi contro qualcosa... ecc, ecc, ecc.

tutti questi "eventi" erano belli proprio per i rapporti che si creavano con gli altri, per le amicizie che nascevano, per gli ideali che sentivi condivisi, per le cazzate "di gioventu'", per le balle dette ai genitori... per la liberta' che, in fondo, si respirava in quelle occasioni.

non scordero' mai quando io ed altri siamo andati alla conferenza nazionale del settore giovanile del partito in quanto delegati della nostra provincia (quell'anno si teneva a Marina di Massa, comunque mia madre non ha mai saputo che quello era lo scopo del viaggio in Toscana...) ed una sera ce ne siamo scappati, abbiam (han) guidato fino ad Arezzo e siamo andati a vedere il concerto dei Sonic Youth, per poi tornare a Massa in nottata.

oppure quando, alla manifestazione a Roma contro la riforma moratti, io ed un mio amico abbiamo incontrato Massimo Iovine dei 99 Posse (che quella sera suonavano a Chieti). con delle facce di tolla degne della nostra eta' gli abbiamo chiesto se voleva tornare a Chieti con il nostro pullman e lui ha detto: "no, guardate ragazzi, proprio non posso. gli altri gia' mi cazziano sempre perche' sono in ritardo, se vengo con il vostro pullman e' un casino... ci vediamo stasera al concerto, comunque!" noi: "eh, veramente noi i biglietti per il concerto di stasera non ce li abbiamo..." e lui: "vabbe', come vi chiamate? vi lascio io due biglietti riservati all'ingresso." la sera siamo andati con altri amici (che i biglietti ce li avevano), sconsolati per la figura di merda fatta, arriviamo all'entrata e, senza false illusioni, chiediamo se magari c'erano dei biglietti a nostro nome... cazo, c'erano! il tipo all'ingresso ci fa: "si', siete nella lista per entrare. ce l'ha detto Massimo quando e' arrivato..." e quella sera siamo anche saliti sul palco con i manifesti che avevamo portato in corteo ad "arringare" gli studenti sulla riforma moratti e sul perche' e percome bloccarla (vabbe', noi ci credevamo...)



ecco, lo sapevo, mi sto facendo trasportare dalla nostalgia e dalla logorrea.

ma mi sembra che questo mio "piccolo mondo antico" (che risale solo a 6 anni fa, non a 20 o 30) si sia un po' perso. adesso per contestare c'e' facebook!

censura mediatica? apriamo un gruppo su facebook per dire "no alla censura mediatica"! tagli alla ricerca? gruppo su facebook "no ai tagli alla ricerca"! riforma gelmini? apriamo un gruppo su facebook! (no, ok, per fortuna c'e' anche chi si mobilita...)


adesso tantissimi italiani hanno scoperto facebook e, quelli piu' "cool", si son subito creati un profilo... ovviamente anche tanti miei ex-compagni si son creati un profilo e mi hanno "aggiunta come amica" (ragazzi, questo e' linguaggio tecnico eh!), il che, soprattutto per alcuni, mi fa molto piacere.

il problema e' che, all'epoca dei fatti, avevo fatto l'errore, quando sono andata a Venezia a studiare, di iscrivermi alla mailing list dei giovanicomunistiabruzzo (ecco, l'ho detto!) per tenermi informata e, giuro, ho dovuto cancellare il mio vecchio indirizzo e-mail perche' i messaggi e lo spam dei giovanicomunistiabruzzo mi avevano intasato la casella di posta elettronica.

adesso purtroppo succede la stessa cosa su facebook: in un paio di mesi ho ricevuto inviti per gruppi ed eventi di qualsiasi genere, anche per la manifestazione nazionale a Roma (al che mi sono un po' girate ed ho risposto acida: "ma il partito prevede rimborsi aerei per gli ex-tesserati residenti in altri continenti. vi prego di non mandarmi inviti per manifestazioni cui, per forza di cose, non posso essere presente"... embe', quando ce vo, ce vo!)


quindi, se qualche compagno facebookiano (o magari qualche giovanecomunistaabruzzo) e' all'ascolto (o meglio alla lettura), lancio un appello: riprendetevi la vostra vita, uscite a manifestare nella strada e... smettetela di invitarmi via-facebook alle manifestazioni pescaresi!


se penso a quante ore della mia giovinezza ho "sprecato" davanti al ciclostile mi vien male... ah, bei vecchi tempi!



Saturday, November 8, 2008

Yes, we are different!


ci stiamo abituando a tutto in italia. ci stiamo abituando alle porcate di questo governo in materia di giustizia, istruzione, sanita', lavoro, immigrazione, ambiente, informazione... ci stiamo abituando ad un modo di pensare che non ha mai fatto parte della nostra cultura, ma che, a causa di vent'anni di martellanti messaggi mediatici, e' ormai entrato in tutte le case degli italiani. ci stiamo abituando a dichiarazioni che hanno del grottesco e del paradossale. ci stiamo abituando alla logica del "forte coi deboli, debole coi forti". ci stiamo abituando al razzismo.

l'ultima uscita di berlusconi sull'abbronzatura di obama e' stata solo l'ennesima cazzata uscita dalla bocca del nostro (sic) presidente del consiglio, ma ha avuto il merito di far scoppiare un caso a livello internazionale.
non che il fatto che venga insultato obama sia piu' grave del fatto che venga insultato un "negro" qualsiasi, ma almeno stavolta la cazzata e' stata di dimensioni cosi' enormi che ne hanno parlato tutti.
non avrei mai pensato di doverlo fare un giorno, ma stamattina ho inviato una mail al sito internat di obama, non perche' il fatto che sia stato insultato mi faccia star talmente male da non dormirci la notte, ma semplicemente per prendere le distanze (una volta di piu') da questo governo di ignoranti razzisti che io non ho votato. per dire al presidente statunitense (come se gliene fregasse qualcosa) che non tutti gli italiani si rispecchiano nelle parole e nella politica di quel buffone che ci ritroviamo a palazzo chigi.


a questo proposito, vi segnalo l'iniziativa, partorita da Il Russo e Silvano, contro il clima di razzismo generalizzato ed impunito che si sta diffondendo in italia e per dire al mondo






Siamo milioni di italiani e siamo invisibili.
Siamo milioni e non siamo volgari.
Siamo milioni e non siamo razzisti.
Siamo milioni e non abbiamo dimenticato la nostra storia.
Siamo milioni e non abbiamo dimenticato di essere di essere un popolo di emigranti.
Siamo milioni e non abbiamo dimenticato che eravamo dalla parte sbagliata nella seconda guerra mondiale.
Siamo milioni e siamo onesti e civili.
Siamo milioni e NON CI riconosciamo nelle parole del signor Berlusconi.
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NON PARLA PER NOI - SI' NOI SIAMO DIFFERENTI



There are millions of us Italians and we are invisible.
There are millions of us and we are not vulgar.
There are millions of us and we are not racists.
There are millions of us and we have not forgotten our history.
There are millions of us and we have not forgotten that we are a people of emigrants.
There are millions of us and we have not forgotten that we were on the wrong side in the Second World War.
There are millions of us and we are honest and civil.
There are millions of us Italians who DO NOT recognize ourselves in Mr. Berlusconi's statements.
THE PRIME MINISTER DOES NOT SPEAK FOR US – YES, WE ARE DIFFERENT



Thursday, October 16, 2008

A.A.A.

"AAA Nazionalita' italiana vendesi euro 100 trattabili. Pagamento anche in comode rate.
In alternativa scambio con nazionalita' di qualsiasi Paese civile.
Astenersi perditempo, israeliani, iraniani e cinesi. Eventuali proposte da cittadini statunitensi saranno opportunamente vagliate solo in seguito ai risultati delle elezioni presidenziali.
Contattare Clauds: cip.983@gmail.com (ore pasti)"

Monday, September 15, 2008

Radici nel Cemento

e' tanto che non scrivo.
perche', nonostante ci siano stati parecchi avvenimenti che hanno solleticato la mia immaginazione e messo a dura prova i miei polpastrelli (vabbe' dai, e' inutile che la butto giu' cosi' alfieriana... in realta' sono una gran pigra priva di connessione internet casalinga), mi ero ripromessa che avrei utilizzato queste ferie per riflettere.
e cosi' ho fatto.

quindi ho deciso che ne ho abbastanza dei petroldollari (che in ogni caso io non guadagno) e che me ne voglio andare da questo posto. questo a prescindere da cosa succedera' nella prossima puntata della vostra soap opera telematica preferita.
cio' che invece riguarda Mr. K. sono la destinazione ed il proposito. ma per ora e' prematuro parlarne e, per questo, voglio dare tempo al tempo.
quindi per il momento dico solo che me ne voglio tornare in questa italiaccia da me piu' volte bistrattata (ma, in fondo, sempre amata...) e che voglio cercarmi un lavoro a roma. eh si', perche' nel frattempo ho scoperto che mi piace roma! sara' perche' associo le citta' a dei momenti che vi ho vissuto (e credo sia per questo che non mi piacciono ne' amsterdam, ne' genova, ne' milano...), ma mi son resa conto che vivere a roma non mi dispiacerebbe affatto. sarebbe bello vivere circondata dalla storia e dall'arte, una situazione cosi' diversa da quella del paese in cui sono cresciuta e della citta' in cui vivo ora.

si' perche' io sono cresciuta nel cemento.
sono nata in un paesino di mare, sulla costa medio-adriatica, moderno, ma carino, dove mia madre ci portava al mare con l'ombrellone incastrato nel passeggino e noi bambini potevamo riposarci all'ombra dei pini ed addormentarci con la frescura della brezza che soffiava tra le tamerici.
poi e' successo qualcosa ed i pini e le tamerici sono stati rimpiazzati da colate di cemento. ed io sono cresciuta. nel cemento.

aggiungeteci che mio padre e' geometra ed ha diretto i lavori di innumerevoli cantieri e che mia madre e' un'architetto che quand'ero piccolina mi portava con lei alle lezioni universitarie e si capisce che ho sempre avuto una specie di affinita' elettiva col cemento.
e' per questo che "da grande" sogno di vivere in campagna (o su un trabocco restaurato dalle parti di san vito chietino).

ora, tornando a casa per le ferie, ho realizzato come mai prima che in fondo
montesilvano (si', si', e' proprio quella de "La Guerra degli Anto'"!) ed abu dhabi (o, ancor di piu', dubai) non sono poi cosi' diverse.
montesilvano, come dubai, e' sempre stata caratterizzata da abusivismo edilizio (in 10 anni sono riusciti a cementificare tutto cio' che restava della spiaggia della mia infanzia), progetti anacronistici (tempo fa si parlava di realizzare una torre di 60 metri di altezza proprio sul lungomare), sfruttamento massiccio del territorio e padrinaggio della politica da parte dei costruttori locali.
ma stavolta mi e' sembrato ancora peggio.
la citta' e'; un cantiere aperto: continuano a costruire case che rimangono invendute. perche', nell'analogia tra montesilvano e dubai, c'e' un elemento di discrepanza: dubai e' ormai diventata un hub commercial-turistico per tutta la zona del medio oriente e dell'asia meridionale (anche grazie all'appeal divistico che la citta' sta ottenendo pubblicizzando i propri superprogetti e lo stile di vita lussuoso condotto da circa il 10% dei suoi abitanti) e le nuove megastrutture che ci si propone di realizzare hanno principalmente uno scopo iconico per spingere i nuovi ricchi della regione ad investire nelle proprieta' edilizie dubaiane per rafforzare l'immagine "elitaria" della citta' e creare un giro d'affari sulle varie "star" che decidono di acquistare residenze li'.
a montesilvano, invece, le case rimangono invendute... perche' si costruisce troppo rispetto al numero di abitanti, ma, nonostante il mercato sia saturo, i prezzi degli appartamenti non diminuiscono (come dovrebbe invece accadere secondo le regole basilari di "principi di economia per idioti"). questo perche' non c'e' voglia di vendere gli appartamenti. e non ce n'e' bisogno.

avevo avuto questo sospetto tempo fa ed ora mio padre (che, pazzo, sta cercando di scrivere un "libro bianco" sulla situazione dell'edilizia popolare nella provincia - sprechi, inciuci, appalti truccati e quant'altro) me l'ha confermato: tutte queste costruzioni che hanno deturpato il mio lungomare e mummificato la pinetina e le tamerici, non sono altro che l'ennesimo modo per riciclare i soldi che la camorra guadagna con i traffici illeciti e poi investe nella nostra "verde terra" (citando Melon) cosi' piccola, cosi' tranquilla, cosi' sconosciuta e cosi' facile da controllare.

e allora, facendo le debite sproporzioni, di nuovo montesilvano come dubai: a loro il giro d'affari della mafia russa, noi piu' semplicemente ci accontentiamo della camorra.

Thursday, July 17, 2008

Rocco Siffredi for president!

L'ossessione di Luigi XIV e' il titolo (bellissimo) di un articolo del Prof. Alexander Stille apparso su La Repubblica del 14 luglio.
ecco a voi il testo: "Che peso dare all'ultima tornata di scandali, un turbine di intercettazioni, voci, pettegolezzi piccanti? Sarebbe facile liquidarli come giornalismo scandalistico, sensazionalismo o una questione di stile e buon gusto: Sabina Guzzanti ha esagerato con quell'appellativo riferito alla Carfagna? Per Berlusconi non è che gossip e spazzatura. Però spulciando con attenzione il caos di rivelazioni e frammenti di informazioni e intercettazioni, si scopre tutta una serie di problematiche fondamentali. Identificative dell'Italia di oggi, che riguardano lo stato di diritto, la responsabilità del potere. Ma anche gli infiniti conflitti di interesse creati dalla presenza di Berlusconi in politica, e il quadro della vita politica nazionale di un grande paese ridotta ad estensione del potere personale di un singolo individuo. In un editoriale stranamente rivelatore, Vittorio Feltri, direttore di Libero, ha scritto: «Silvio non aver paura, anche il duce ci dava con le donne, abbiamo bisogno di un premier, non di un frate». In realtà le troppo generose elargizioni in potere e in denaro alla famiglia di Claretta Petacci preoccuparono molti fascisti e non vennero rese pubbliche, esempio perfetto dell'arbitrarietà e della assenza di responsabilità vigenti sotto una dittatura personale. Tanto per cominciare le intercettazioni, comprese quelle "piccanti" di cui non si fa che parlare, nascono da un fatto di estrema gravità: i rapporti scorretti tra Agostino Saccà, responsabile di Rai Fiction e Berlusconi nel suo ruolo di proprietario di Mediaset, principale concorrente della Rai. Saccà è stato indagato sulla base di prove indicanti che sfruttava la sua posizione in Rai per creare una società di produzione indipendente, che sperava di promuovere garantendo favori a Berlusconi. In realtà Saccà corteggiava Mediaset sia come possibile investitore per la sua nuova società che come fonte di redditizi contratti cinematografici. Berlusconi, da parte sua sollecita a Saccà favori di ogni genere. In un caso Berlusconi chiede esplicitamente che Saccà ingaggi un'attrice in rapporti sentimentali con un senatore del centrosinistra per conquistarne l'appoggio e far cadere il governo Prodi. Il fatto che il governo Prodi sia poi caduto per altri motivi è ininfluente. Ringraziando Saccà per i numerosi piaceri, Berlusconi, stando a quanto riportato, ha detto: «Ti contraccambierò quando sarai libero imprenditore». Questo è l'esempio perfetto di quel conflitto di interesse che molti di noi paventarono nel momento in cui Berlusconi entrò in politica: l'uso del grande potere che gli deriva dalla ricchezza per distorcere la funzione di governo, per corrompere un funzionario pubblico affinché si presti ai suoi fini invece di fare il proprio dovere. L'ammissione da parte di Berlusconi che il fine era far cadere un governo con mezzi impropri basterebbe da sola, in un paese normale, a escludere Berlusconi dalle cariche pubbliche, ma gli italiani, sordi al problema del conflitto di interessi, ancora una volta si sono fidati, fiduciosi che avrebbe anteposto il progresso del paese agli interessi personali, fiducia che alla luce di una serie di leggi ad personam e dell'attuale pasticcio si è dimostrata per l'ennesima volta illusoria. Eppure l'incapacità di Berlusconi di distinguere il confine tra le sue aspirazioni personali e il bene del paese è elemento fondamentale della sua identità, il codice alla base del suo Dna politico. Torniamo un attimo alle origini della soap opera che ha per protagonista Mara Carfagna: Berlusconi in Tv dichiara esplicitamente il suo interesse sessuale per lei: «Se non fossi già sposato, la sposerei subito». In ultima analisi non è importante se Berlusconi sia riuscito nei suoi intenti, e se la Carfagna sia una delle donne delle intercettazioni. In una democrazia normale, ci si aspetta che l'incarico di parlamentare o di ministro sia assegnato a persone di grandi qualità (non direi le più qualificate, la politica è politica ovunque), ma è logico attendersi un altissimo livello di professionalità. Candidare al Parlamento e assegnare un ministero ad una trentaduenne ex pin-up la cui principale qualifica è chiaramente l'attrazione sessuale del premier nei suoi confronti significa farsi beffe del concetto di governo rappresentativo. Per la parlamentare accettare un ruolo di potere dopo esser stata corteggiata apertamente in televisione significa sacrificare ogni diritto alla privacy. Introdurre la propria vita sessuale nella sfera pubblica è una caratteristica saliente del politico Berlusconi. «Ho avuto una fidanzata turca», dice di fronte ad una delegazione turca. Fa battute sull'avvenente premier danese e la moglie Veronica. Si vanta con la stampa francese delle sue amanti d'oltralpe. Dice di essersi sacrificato a fare il dongiovanni con il primo ministro finlandese, una donna bruttina. Parla con gli investitori a Wall Street delle "belle segretarie". Nell'ultima campagna sbandierava la maggiore avvenenza delle donne del Popolo della Libertà rispetto a quelle del centrosinistra. E commentando la percentuale di donne presenti in lista nella sua coalizione non ha potuto evitare di sottolineare che «Portiamo in Parlamento il 30 per cento di donne e si scatena la corsa a dire che sono fidanzate mie e di Gianfranco. Siamo superman, ma certi traguardi sono impegnativi anche per noi». Intenzionalmente portava a pensare che sì, con qualcuna forse era andato a letto, ma non con tutte. Fa scalpore per un attimo che nel press kit della Casa Bianca, anche sotto l'amica amministrazione Bush, ci si riferisca a Berlusconi poco rispettosamente come a un "politico dilettante" in un "paese noto per la corruzione". Ma è segno della profonda mediocrità e del provincialismo dell'Italia di Berlusconi in cui grazie a una stampa ampiamente controllata e accomodante le gaffe del premier vengono minimizzate, o celate o non mostrate in Tv, che la maggior parte degli italiani vive nell'illusione che Berlusconi goda di vasto rispetto oltreoceano, quando invece è considerato pressoché universalmente un buffone. Non è semplicemente una questione di stile. Il profondo sessismo e la misoginia sono entrambi specchio di una società in cui le donne hanno pochissimo potere, e l'Italia è agli ultimi posti quanto a presenza delle donne in politica e nella forza lavoro. Il basso livello di partecipazione alla forza lavoro è considerato un fattore importante nella scarsa performance economica italiana degli ultimi anni, non si tratta quindi solo di equità, e lo squilibrio tra uomini e donne è stato posto in relazione con il bassissimo tasso di natalità in Italia, un tema teoricamente caro al centrodestra. Ma al di là del sessismo e della misoginia, sessualizzando e personalizzando la sfera politica Berlusconi procede nel cambiare la natura fondamentale della democrazia in Italia. Parlare delle 'mie fanciulle' e delle 'mie bambine' , rientra nello stile di governo patrimoniale di Berlusconi, in cui il Parlamento e il governo sono semplicemente un'estensione del suo potere personale e del suo impero finanziario. Berlusconi ha cambiato la legge elettorale italiana, contro la volontà degli italiani espressa in un referendum, per tornare ad un sistema proporzionale imponendo il potere quasi assoluto dei segretari di partito sui candidati al Parlamento. Non era solo la maniera perfetta per perpetuare il sistema delle "caste" in Italia, ma dava a Berlusconi la facoltà di mettere in Parlamento chi volesse, riducendo il ruolo del parlamentare a quello di un mero dipendente. Il risultato è una Deborah Bergamini, ex assistente personale di Berlusconi cacciata dalla Rai perché nell'esercizio delle sue funzioni pubbliche eseguiva gli ordini del suo ex capo. La punizione? Una liquidazione di più di 350.000 euro e un seggio in Parlamento. L' Italia è in teoria una democrazia parlamentare, ma sotto Berlusconi il Parlamento è stato svuotato di ogni reale significato. Non è che un timbro di gomma per avallare le decisioni del capo. In questo senso l'ultimo scandalo, quello delle 'bambine' , è pregnante. Prendiamo ad esempio un siparietto che ha ricevuto molta meno attenzione del dovuto. Durante una seduta del Parlamento Berlusconi ha inviato un "affettuoso" bigliettino a due giovani parlamentari, Gabriella Giammanco e Nunzia de Girolamo, due delle tante onorevoli la cui unica qualifica è un bel faccino e il fascino che esercitano su Berlusconi. Il biglietto diceva: «Gabri, Nunzia, state molto bene insieme! Grazie per restare qui, ma non è necessario. Se avete qualche invito galante per colazione, Vi autorizzo (sottolineato) ad andarvene! Molti baci a tutte e due!!! Il "Vostro" presidente». In realtà il riferimento all'aspetto fisico e all'"invito galante" etichettano le due donne come null'altro che oggetti sessuali che non devono curarsi dei lavori parlamentari, sono solo decorative. Questa totale confusione tra pubblico e privato rispecchia la visione berlusconiana dello "stato patrimoniale", come lo definì Giuliano Ferrara, in cui tutto e tutti appartengono a Berlusconi. Ai tempi di Luigi XIV, non c'era distinzione tra pubblico e privato. La corte assisteva nella stanza da letto del re alla vestizione e a molte funzioni corporali del sovrano. Ma il motto di Luigi XIV "L'etat c'est moi" era in realtà un passo avanti rispetto all'anarchia feudale e implicava pur sempre un concetto di Stato. Quello di Berlusconi è ancor più primitivo, più vicino alla frase "E' tutta roba mia". Ragione di più perché le intercettazioni siano pubblicate e analizzate in tutte le loro implicazioni. Chi decide quali nastri siano 'irrilevanti' e meramente personali quando il meramente personale e il politico sono inesorabilmente interconnessi? (Traduzione di Emilia Benghi)". volete piu' articoli del genere? bene, ce ne sono a bizzeffe sul sito http://italiadallestero.info/ !

Governor in debt scandal

questo era il titolo di un articolo che ho trovato a pagina 10 di 7Days (quotidiano gratuito in inglese) di martedi'.
riporto il testo:
"The governor of Italy's central Abruzzo region and several high-ranking officials were arrested yesterday in a multi-million dollar corruption scandal, prosecutors said.
Abruzzo Governor Ottaviano Del Turco, 63, a member of the centre-left Democratic Party, is accused of criminal association in the probe into a scheme involving the debt financing of the region's health care system, Abruzzo's public prosecutor said.
A total of 35 people are under investigation for corruption, fraud and money laundering in the scam involving more than $20 million, it said.
Del Turco, who was president of parliament's Antimafia Commission for more than three years in the late 1990s, was among ten people arrested or placed under house arrest yesterday.
Also arrested yesterday were regional health councillor Bernardo Mazzocca and the secretary general of the regional presidency, Lamberto Quarta."
ma ti pare che proprio ad abu dhabi devo venire a sapere 'ste cose! l'abruzzo e' talmente piccolo (ed io ho parenti sparsi in talmente tanti paesini) che devo cospargermi il capo di cenere e confessare che alcuni dei miei familiari (non strettissimi comunque) conoscono il caro "governatore" (ma non si chiamano piu' presidenti di regione?) ottaviano del turco (qui la scheda in italiano).
la vergogna per il fatto il nome della mia regione fosse stato infangato persino negli emirati (dove la gente non conosce l'italia, figuriamoci l'abruzzo... che effettivamente non e' molto conosciuto neanche in italia: "di dove sei?" "di pescara" "ah bella pescara! nelle marche, giusto?") mi ha spinto a cercare informazioni sulla vicenda e cosi' sono incappata nei commenti dei politici italiani (che si sono tutti detti sorpresi ribadendo le qualita' morali di quella brava persona di ottaviano del turco). ovviamente, tra tutti, spiccava il commento di berlusconi che si e' detto dispiaciuto, aggiungendo "non ha nessuna importanza per me che colpisca questo o quell'altro (inteso come schieramento, credo - ndr)". beh, per tutti quelli che si chiedono se berlusconi sia improvvisamente diventato di sinistra (e per gli smemorati), ci pensa il blog Verra' un giorno a ricordare qual'e' la vera storia della luna di miele tra berlusconi e del turco e come il governatore che abbiamo votato nel 2005 (anch'io, lo ammetto!) in quanto meno peggio tra le proposte, nonche' ex-sindacalista CGIL faccia davvero il bene del popolo: leggetelo qui!
caro del turco, spero che nel carcere di sulmona abbia almeno il tempo di seguire dei corsi serali e ottenere finalmente un diploma! a 60 anni suonati e con tutti i soldi rubati non ne avra' davvero bisogno, ma voi non eravate quelli della cultura della legalita'? visto che con la legalita' non e' andata proprio bene, almeno cominci dalla cultura!

Thursday, June 26, 2008

Wednesday, June 25, 2008

Da guardare!!!!!!!!

ecco qui cosa vi siete persi se non avete visto la puntata di Blob di sabato scorso... ma perche' dobbiamo sempre pensare che tutti siano disonesti come noi? se non si apre il link al sito della rai, ecco dove trovare il video della telecronaca di olanda-romania su youtube: http://www.youtube.com/watch?v=ZQ3fyD7oM-8&feature=email

Wednesday, June 11, 2008

Forza Azzurri... anche nella sconfitta!

i have to forewarn everybody that i'm not a big fan of football and actually i even didn't realize there is european cup going on until N., one of my students in the italian class, told me.
N. and R., another student, then made an evil plan to set up a group of supporters of the italian national team in abu dhabi, involving the students of my course, plus former students and other arab friends who support italy.
that's how we decided to go to watch the match last monday after the class: we called everyone we knew would join, reserved a table in Rock Bottom Cafe' for 9.30 pm and wait spasmodically for monday to come.
in the meanwhile i received so many messages and jokes that i couldn't wait anymore.
it seems that the italian national football team has loads of admirers among the arab countries: N. told me how her passion for italy was born when she was a kid in lebanon and her young uncle taught her the names of the italian football players at Italia 90 (uh, i think i still have a little pin of Ciao, the official mascotte of that world cup... nice memories of long time ago!) and how she asked to her boss in lebanon if she could bring at work a portable tv set to watch Japan-Corea World Cup in 2002. not only lebanon is full of italian supporters: egypt is another main hub of fans for our football teams and here in the uae, whenever you get a taxi, every taxi driver (pakistani, but also iranian or afghan sometimes) will tell you how they like "ac milan" (how they call milan abroad) or why del piero is not the same than before (because he's old, simply!)
one of the nicest message that i received was from M. from montreal, a student in my previous class married to S. (also a former student of italian), who is canadian of italian origin: "We will be there. I had to agree to support Italy before her family agreed to the marriage."
on monday during the class we had a dictation and i taught them the italian national anthem (i never imagined before it could be so difficult to explain what "l'elmo di Scipio" means and who Scipio Africanus was...), so that we were all pumped up about the match.
i don't wanna talk about the match because everybody know the result and by the way i don't care if italy won or lost: what i've watched was a nice match full of action and, far from me being a nationalist, all these so-called "football superstars" comes to italy to become someone... (think about it and ask yourself a simple question. just an exemple: who was zinedine zidane before playing for juventus? answer: a beur with baldness troubles. question #2: who was zinedine zidane after playing for juventus? answer: the best footballer of the nineties - my personal opinion).
still, we had a great time and it was enough (we decided to watch the match against france all together too on tuesday, unless A., the only emirati student in the class, will support france).
what i want to talk about is what i was thinking during the match.
i'm not a big fan of football and i agree with many people that footballer are being paied too much and i don't like their superstar status: they are evrywhere and talk about everything for no reason. but on monday i finally realized that the reason many people are so into football is just because it is a perfect portrait of our society (i never thought about it before, i know it may seem stupid and obvious, but till now i had other things to think about...). what i've seen on monday was a team of old players (like it, italy also is getting older and older) and, to my eyes, most of the choices the coach donadoni made were dictated by prestige (something that actually in italy is still very important): how otherwise can i justify the presence on the bench of an injured cannavaro (who took the place of someone who could actually play if we would be in need of people) or the fact that materazzi, panucci and others were playing despite their not great shape? the name is too important in italy, and so it is in our football team.
oh, and then the typical attitude of italian (football players and common citizens - and don't forget politicians!): it was the fault of someone else. it was the fault of the referee who validated the first goal, it was the fault of the dutches who made many fouls. it was the fault of the teacher that i got a bad mark at school. it was the fault of 9/11 if italian economy is going worse and worse.
then today i've read Il Manifesto - Quotidiano Comunista and i've found this article where they analyze dutch team in the same way: i was relieved to know that i'm not the only stupid one making this kind of theories on football!
the article talks about english journalist and writer David Winner, who wrote Brilliant Orange. The neurotic genius of Dutch football in 2002 about Johan Cruijff and his idea of "Total Football": the book explains how dutch history, culture and art contributed to the birth of "Total Football", the revolutionary idea of football embodied by the dutch national team in the Germany 1974 World Cup: the dutch football players drank, smoked and had sex before the matches and showed some of the best football ever. Winner compares the current dutch team to your loved one suffering Alzheimer's disease: they play in a boring and unpleasant way, thinking about winning only. according to Winner, today's dutch football is a result of the cultural and political crisis which started in 2001 and worsened one year later with the formation of far-right populist LPF party by pim fortuyn and gradually sank netherlands in a twirl of insecurity, suspiciousness and xenophobia.
p.s.: by the way the first goal was off-side (despite what uefa says, it's not possible that an injured player out of the playing field counts as a player and keeps van nistelrooy not off-side. this is a really stupid rule!)

Monday, June 9, 2008

Vita da [sta:ʒ]

questa e' una delle altre notizie che mi hanno abbastanza schifata la settimana scorsa. il 1 giugno ho letto un articolo de Il Manifesto - Quotidiano Comunista dal titolo "La Russa: «Stage anche in caserma». Difesa Calano i volontari e il ministro pensa alle vacanze in mimetica".
cooosa? come se la pratica degli stage formativi non fosse gia' una gran bufala... "servono a far avvicinare i giovani al mondo del lavoro" (quale, se tanto tutti i lavori che ci vengono propinati sono a contratto/a progetto o apprendistato a vita?), "cosi' gli studenti acquistano competenze professionali pratiche e non solo teoriche", "i ragazzi lavorando in azienda, oltre ad imparare un mestiere, acquisiscono una maggiore responsabilita'". quante ne ho sentite di balle del genere. ora, ammesso e non concesso che in un'azienda italiana (ovviamente tralasciado le multinazionali, che pero' raramente fanno convenzioni con le scuole e/o universita'e che non offrono stage al primo che passa) si possa imparare qualcosa dai manager quando la maggior parte delle imprese in italia sono di piccole e/o medie dimensione e, spesso, a conduzione familiare (ergo si lavora non perche' si hanno competenze, ma perche' si e' i figli o i nipoti o i cugini di - piccolo esempio: i vari uffici commerciali esteri in cui trovare una persona che pali un inglese decente e' un miracolo, figuriamoci le altre lingue...), o si e' talmente fortunati da vincere qualche tirocinio all'estero con rimborso-spese nell'ambito di qualche progetto comunitario (e anche li' non e' detto che ti vada di gran c**o - vedi ambasciata d'italia negli eau, che tra l'altro nun paga...) oppure si finisce a fare "esperienza" GRATUITAMENTE in qualche ufficietto o azienduccia dove le improrogabili mansioni affidate allo stagista sono... FARE LE FOTOCOPIE e PREPARARE IL CAFFE'!
mio fratello, che (non per tirarmela, ma ha ripreso da me... bellezza a parte!) e' il genietto della sua scuola, son gia' tre anni che viene spedito a far tirocinio e tutto cio' che ne ha guadagnato e'... ok, diciamo che c'ha solo rimesso tempo, soldi e giorni di scuola. studiando informatica, il primo anno l'anno mandato in un negozietto in cui riparano pc insieme ad altri 5 ragazzi (gia' non c'era molto lavoro, poi, essendo in 5, praticamente facevano la lotta per la sopravvivenza nel loculo dove lavoravano). il secondo anno l'hanno mandato (stavolta da solo, ma a giorni alterni con un altro ragazzo) presso l'internal customer service di una ditta abbastanza grande ed avviata del Gruppo Angelini per aiutare i dipendenti che avevano problemi con il software: per lui e' stata una bella esperienza perche' la ditta e' gestita come una vera multinazionale con tutte le facilities per i dipendenti e tutti i tecnici informatici erano abbastanza giovani e simpatici, pero', dopo aver fatto il training per capire come funzionava il software, ovviamente il suo compito era solo di stare a guardare i tecnici di ruolo (che e' giusto, per carita', ma allora a che serve fare training su un software probabilmente utilizzato da meno di 10 ditte in italia se poi non si puo' neanche mettere in pratica cio' che si e' imparato? e poi, non sarebbe meglio fare stage estivi lunghi 3 mesi e dar la possibilita' agli studenti di mettere in pratica le nuove nozioni, invece di farli di 3 settimane a spizzichi e bocconi mentre si deve anche andare a scuola, studiare e fare interrogazioni e compiti in classe?). quest'anno, nonostante sia al quinto anno e debba prepararsi per l'esame di maturita' (o si dice di Stato ora? boh?), se ho ben capito l'hanno di nuovo scelto per fare lo stage, questa volta... in un'azienda di meccanica! che c'azzecca coll'informatica?!
ora, il caro la russa ha un "sogno" (ha detto proprio cosi' a quanto pare): introdurre stage volontari anche nelle caserme per "correre ai ripari" dopo l'introduzione della leva volontaria.
Cito da Il Manifesto - Quotidiano Comunista: «Due mesi o anche meno di vita militare per riavvicinare le nuove generazioni ai valori che promanano dalle Forze armate. Valori di identità nazionale, di amore per la patria, di attaccamento alle nostre tradizioni e alla nostra cultura, di senso di responsabilità»
«Il mio sogno - ha detto La Russa - è trovare l'occasione per cui tutti i giovani che lo desiderino possano passare un mese e mezzo, magari delle loro vacanze, facendo vita militare, addestrandosi militarmente ma soprattutto moralmente, per l'amore della Patria, per il rispetto della gerarchia, per tutti quei sentimenti che vengono e sono rafforzati dalle Forze armate in Italia»
non pago, il ministro (brrrr) della difesa ha dichiarato di (ri-cito) "voler portare progressivamente in cinque anni il bilancio della Difesa all'1,25% del Pil contro l'attuale 0,9%. «Per il buon funzionamento dello strumento militare - ha affermato La Russa - ci vogliono soldi che negli ultimi anni, ahimè, non ci sono stati». Secondo il ministro la metà degli stanziamenti dovrebbe andare per le esigenze del personale e quanto all'altra metà il 25% per gli investimenti e il 25% per il funzionamento vero e proprio." (quindi praticamente per alzare gli stipendi a generali ed ufficiali vari ed, in tal modo, dare all'esercito piu' appeal agli occhi dei giovani italiani che hanno sempre piu' difficolta' a trovare un lavoro. bravo la russa, scommetto che hai studiato marketing alla scuola del Nano!)
«Se la maggior parte dei soldi che vengono stanziati devono andare alle spese per il personale ne risente la capacità operativa - dice La Russa - sono soldi che non servono per fare la guerra a nessuno, ma per una maggiore sicurezza e un maggior prestigio internazionale» (ecco la lezione americana: per ottenere rispetto sul piano internazionale bisogna fare "i gendarmi del mondo" come diceva mio nonno buonanima - il caro nonno antonio comunque si scagliava contro il presenzialismo dell'amerika nelle guerre internazionali, quasi una paris hilton con l'elmetto e la mimetica. il "maggior prestigio internazionale" si acquisisce in vari altri modi, per esempio scegliendo diplomatici capaci di risolvere crisi e mediare tra culture e/o finanziando progetti di sviluppo seri - altro che lasciare Gino Strada a elemosinare euri da fazio).
un' ultima citazione: "Tra rifinanziamenti delle missioni militari, spese generiche e commesse di acquisto in nuovi armamenti, l'ultima finanziaria firmata Prodi ha stanziato complessivamente per le esigenze della Difesa nel prossimo triennio ben 21 miliardi di euro. […] E' una cifra che colloca l'Italia al settimo posto nel mondo come spesa militare. Le sole missioni all'estero costano almeno 3 milioni 700mila euro al giorno." (beh, scusate il cinismo, ma considerando che quelli che stanno di stanza in iraq ed afghanistan li mandano a svagarsi con le donne qui ad abu dhabi il prezzo ci sta tutto... in piu' le missioni militari non consistono solo dei poveri cristi che stanno nelle zone di guerra - e comunque e' stata una loro scelta entrare nell'esercito - ma anche di tutta una serie di apparati che ruotano intorno e vengono stipendiati profumatamente per dare all'italia "maggior prestigio internazionale")
ora io dico: MA INVESTIRE QUESTI SOLDI NELL'ISTRUZIONE E NELLA RICERCA PARE BRUTTO?
mi sa che alla fine ci conviene a tutti quanti entrare nell'esercito...
p.s.: la parola stage e' di origine francese (sign. "tirocinio, periodo di formazione") quindi si pronuncia [sta:ʒ] e non [steıdʒ], che in inglese significa "palcoscenico"!

Wednesday, June 4, 2008

L'Europa (7) e' vicina!

il 31 maggio il Consiglio di Stato ha finalmente emesso una sentenza sul caso Europa 7, la tv che dal 1999 aspetta di vedersi assegnare le frequenze nazionali occupate illegalmente da Rete 4. la sentenza pero’ non e’ stata resa pubblica per non turbare gli azionisti Mediaset ed il Consiglio di Stato ha preferito divulgare un comunicato stampa, da cui, sostanzialmente, non si capisce una mazza. traducendo (con l’aiuto del blog di Marco Travaglio http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/), quello che si evince e’ che Europa 7 ha finalmente ricevuto l’autorizzazione a trasmettere in chiaro su tutto il territorio nazionale, ma che ad assegnare le frequenze ad Europa 7 dovrebbe essere… (rullo di tamburi!)… il sottosegretario Paolo Romani, plenipotenziario di… (rullissimo di tamburi!) Berlusconi (ovvero il proprietario di Rete 4) sul tema delle tv. TA-DAH! Ma quand’e’ che lo risolviamo il conflitto d’interessi? quanto alla decisione finale sul ricorso con cui Europa 7 chiede un risarcimento danni di 3 miliardi di euro (e chi li paghera’ secondo voi?) e l’assegnazione delle frequenze, il Consiglio di Stato decidera’ in via definitiva il 16 dicembre prossimo, solo dopo che il governo avra' depositato i documenti sui provvedimenti che prendera’ in materia (deadline 15 ottobre 2008).
leggendo Il Manifesto-Quotidiano Comunista del 1 giugno pareva che dal Ministero dello Sviluppo Economico filtrasse “la notizia dell'immediata costituzione (già martedì) di un tavolo tecnico-legislativo per dare seguito alla sentenza, il sottosegretario finalmente fa i conti con lo spettro dei risarcimenti miliardari (Europa 7 chiede 3miliardi di euro), in attesa della decisione definitiva dei giudici.” ma oggi su Repubblica.it non si dice nulla a riguardo della sentenza e delle misure prese dal governo (in compenso si parlava di calendari, del principe William d'Inghilterra e della linea di lingerie firmata dall'ex-Spice Girl Mel B). quindi? si rinviera’ il problema ad oltranza? e nel frattempo cosa succedera’? l’Europa (quella vera, la EU) ci condannera’ a pagare 400mila euro al giorno di multa se Rete 4 non va sul satellite come da
sentenza del 31 gennaio 2008? e chi la paga quella multa? (domanda retorica. risposta – non retorica: gli italiani contribuenti). sempre da Il Manifesto – Quotidiano Comunista del 1 giugno: “Ma la linea Mediaset è: giù le mani da Rete 4. L'interpretazione aziendale è che «la sentenza del consiglio di stato chiude l'annosa questione del diritto di Rete4 a trasmettere. Respingendo il ricorso presentato da Europa 7 i magistrati hanno infatti ribadito, la legittimità dell'attività di quella rete». Meno sobrio Fedele Confalonieri, il presidente dell'azienda. Retequattro «avanti tutta», per lui la cosa era scontata e la battaglia in parlamento «è stata una sorta di batracomiomachia».” un’arroganza mai vista. quando si dice (con gergo etoniano) “la faccia come il culo”