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Tuesday, April 7, 2009

Premonizioni



Ieri notte mi sono svegliata alle 5.37, improvvisamente preda, chissà, di un incubo, o forse della sete e del caldo.
Non potevo sapere che nello stesso momento, a L'Aquila, alcune persone avrebbero chiuso definitivamente i loro occhi, non svegliandosi mai più da quella notte di sonno.


La mattina, arrivando in ufficio, sono stata accolta dalle domande dei miei colleghi e dalle immagini brutali che Rai News24 sembrava quasi scagliarmi addosso con violenza quasi a farmi ammettere qualche colpa o a farmi abbandonare alla vergogna. Come aveva potuto il mio sonno essere così tranquillo?, sembrava chiedermi lo schermo. Ero impietrita.
Poi ho realizzato. L'Aquila. Mia sorella, Manuela, studia a L'Aquila.
Cazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzo.
L'ho chiamata, il suo cellulare era spento. Ho sentito il sangue gelarmisi nelle vene.
Ho chiamato mia madre, squillava. "Pronto. Hai saputo?" "Manuela. Come sta? Il cellulare è spento." "Non ti preoccupare, sta bene. Era qui a Pescara stanotte. A casa sua c'erano le sue coinquiline, c'è stata qualche lesione, ma niente di grave. Stanno bene."
DiograzieDiograzieDiograzieDiograzieDiograzieDiograzieDiograzieDiograzieDiograzie.


5,8° della Scala Richter. Non è uno scherzo.
Circa 180 vittime finora. Non sono uno scherzo.
La settimana scorsa mia madre mi aveva scritto via e-mail che c'era stata una scossa di terremoto a L'Aquila e che mia sorella era stata svegliata nel cuore della notte dalla Protezione Civile e che il quartiere in cui abita era stato evacuato. Io avevo letto distrattamente, senza dar troppo peso alla cosa, conscia che l'interno dell'Abruzzo è quasi interamente zona sismica e che i terremoti sono avvenimenti ricorrenti, per fortuna senza finora aver eguagliato il vecchio "record" detenuto dal
Terremoto di Avezzano del 1915.


17.000 sfollati. Una cifra enorme.
Già me li immagino i nostri amministratori, rapaci come avvoltoi che sorvolano una carogna, riuniti tra i calcinacci nel Palazzo dell'Emiciclo, a fregarsi le mani pensando ai soldi della ricostruzione.
Pensando a come sfruttare la tragedia per fare un po' di promozione spiccia a questa regione "forte e gentile" dimenticata da Dio, ma non dai politici disonesti.
Finalmente, l'Abruzzo sarà un po' più conosciuto.
Finalmente, il terremoto aiuterà gli italiani ad imparare a situare questa regione sulla cartina geografica.
Per tantissimi anni l'Abruzzo è stata una regione sconosciuta, tanto che, quando sono andata a studiare a Venezia, i miei compagni di corso mi chiedevano da dove venivo e, non appena saputa la risposta, incalzavano: "E in che regione si trova Pescara?". La mia migliore amica, una che sa che Yaoundé è la capitale del Camerun, pensava che Pescara fosse nelle Marche.


Ora, finalmente, questa terra bellissima, con mare e montagne, parchi, boschi, cascate, chiese e castelli, diventerà un po' più famosa.
Eh sì, perché almeno stavolta è salita agli onori delle cronache nazionali per il terremoto, per le vittime che commuovono lo spettatore e lo muovono a pietà.
Un bel passo avanti rispetto agli scandali politici, l'unico altro parametro grazie al quale l'Abruzzo non cade nell'oblio.












p.s.: Se vi fidate di un'altra mia premonizione, il prossimo dovrebbe essere Franco Marini.
Ma il vecchio lupo appenninico è troppo furbo per farsi fregare come quegli altri fessi.


Monday, December 1, 2008

Caro papa'...





... e' bella questa foto, eh?! questo e' il regalo che ti faccio oggi per il tuo compleanno, oltre alla telefonata che ti faro' piu' tardi.

ti regalo questa foto per ricordarti quanto e' stato bello un tempo essere una famiglia, e non degli ex-coinquilini con problemi di comunicazione.
la regalo anche a me per ricordarmi quanto ti ho voluto bene quando ero una bambina e tu mi adoravi. ed anch'io ti adoravo papa'. ero la tua principessa e tu eri il mio eroe. eri il mio eroe anche quando a casa non c'eri mai per lavoro, oppure c'eri ma eri troppo preso dai progetti per accorgerti che la tua indifferenza ci faceva male. l'ho capito tardi che la tua non era indifferenza, ma voglia di proteggerci e di permetterci una vita decente, ma forse, a posteriori, ci sarebbe bastato un papa' in piu' e qualche sfizio in meno. ma non ti voglio giudicare, pa', ti capisco.

crescendo e' cresciuto anche il divario tra noi, il divario di vedute accentuato da troppi anni di differenza. entrambi abbiamo tanti difetti, ma ce ne sono due che tu hai e che non riesco a sopportare: che per te tutto e' bianco oppure nero, senza accorgerti delle mille sfumature di mezzo che rendono bella la vita ed interessanti le persone, e quella tua laconicita' da "una parola e' poco e due sono troppe" che rende impossibile il dialogo tra noi. purtroppo.
abbiamo smesso di parlare e ridere, ma i valori che mi hai dato da piccola mi sono rimasti: l'onesta', soprattutto.

non dimentico quando sono venuti a casa quei signori dell'impresa edile, quelli che ti hanno offerto un pacco di pezzi da 100.000 "per comprare le bambole alla bambina", a cui hai risposto "alla bambina non servono altre bambole oltre a quelle che ha. andatevene, per favore". gelido, come sempre con le persone che non apprezzi.
non dimentico neppure tutti i sacrifici che hai fatto, quando ti sei ammazzato di lavoro ed hai rinunciato alle ferie per anni. era la tua idea di meritocrazia: bisogna lavorare sodo per farsi strada nella vita, come quando agli esami prendevo sempre il massimo dei voti ed ai miei compagni di scuola regalavano la bicicletta o il motorino e quando venivo a dirtelo mi rispondevi "hai fatto solo il tuo dovere". lo so che sei sempre stato orgoglioso di me, ma a volte avresti potuto almeno dimostrarmelo.
non dimentico tutto il bene che mi hai voluto e che ancora mi vuoi, che mi portavi in giro ovunque tu andassi, anche alle cene importanti con i tuoi capi, che facevamo gli scherzi alla maestra dell'asilo che non ci credeva che mi avevi gia' insegnato a leggere e scrivere, che quando la sera non riuscivo ad addormentarmi mi facevi fare i giretti con la macchina finche' crollavo dal sonno, nonostante tu la mattina dopo dovessi svegliarti alle 6 e mezza.
e non dimentico neanche tutto il male che hai fatto a mamma, e di riflesso a noi. non dimentico quando cercavi di attirare manuela e luca a stare con te con dei mezzucci squallidi, tipo i regalini e le paghette. con me non c'hai mai provato, che' sapevi che te li avrei sbattuti in faccia.
ma non posso dimenticare nemmeno il male che ti ho fatto io, quando ho convinto mamma ad andarcene, quando per colpa mia ti sei ritrovato solo in quella casa da un momento all'altro, quando per due anni non ci siamo parlati nemmeno per gli auguri di natale. mi sento in colpa nei tuoi confronti per questo, ma soprattutto nei confronti di manuela e luca, che si sono ritrovati al centro di una situazione instabile.

adesso sei piu' vecchio, hai 67 anni oggi, e sei ancora mio padre. piano piano ci sto provando a ricostruire il castello della principessa, ma e' ancora fragile.
sei mio padre e so che mi hai perdonato, perche' i genitori perdonano sempre i figli. ti ho perdonato anch'io, perche' un figlio non puo' portare rancore ad un padre per sempre e perche' ti vedo vecchio e fragile. e mi fa pena vedere cosi' il mio eroe di bambina.
e allora forse dovrei starti un po' piu' vicina quando vengo a casa e dovrei imparare dai nostri errori passati per non ripeterli in futuro.
dai, te lo prometto: ci provero'. provero' anche a dimenticare.
perche' sei mio padre e, nonostante non te l'abbia mai detto, sei stato anche il mio eroe.

e' la prima lettera che ti scrivo in 25 anni e forse e' tardi per dirtelo pero', pa', nonostante tutto, ti voglio bene. tanti auguri.


Thursday, November 13, 2008

Scuola di Vita


l'altro giorno leggevo questo post sul blog di Wil e mi hanno fatto riflettere (per non dire incazzare) i commenti di un certo utente anonimo che si firma "andrea".
li riporto in toto, in modo da "goderne" tutti:

1) l'8 novembre 2008 alle ore 19.37 Anonimo ha detto...
"non vedo perchè dica che c'è bisogno di una vittima perchè le forze dell'ordine intervengono.la violenza c'è già stata, di tutti coloro che hanno occupato scuole ed aule di studio impedendo a studenti che volevano seguire le lezioni di poterlo fare. studenti che pagano le tasse per questo servizio.fosse nelle polizia entrerei intimerei lo sgombro dei locali, qualora si riufiutassero di fare ciò che lo stato ha ordinato procederei con la rimozione forzosa dei manifestanti. li prendi di peso e li porti fuori, se qlcn reagisce, colpendo un agente delle forze dell'ordine, oltre a macchiarsi di un reato gravissimo, farei, senza esitare, scattare l uso delle manieri forti e violente nei confronti di quell'individuo, che ha infranto la legge, e di tutti colori che colpiranno gli agenti nel tentativo di difenderlo.anche se le toghe rosse invece di punire i soggetti applicheranno la pena più leggere che potranno, come al solito.andrea"

2) l'8 novembre 2008 alle ore 21.00 Anonimo ha detto...
"se io voglio andare a seguire una lezione per cui pago delle tasse per poterlo fare non c'è giustificazione accettabile per l impedimento provocato dai manifestanti. sono loro a infrangere la legge. oppure sono io che voglio solo seguire le lezioni per avere possibilità maggiori di superare gli esami e laurearmi il più in fretta possibile ?ma qua si pensa sempre alla mediocrità e non agli studenti migliori. questa riforma ha nei suoi ideali il premio agli ateneti e agli studenti migliori, giusto che sia cosi e, per me, giusto che chi non ha voglia di fare un caxxo e non passa gli esami paghi di più, se ci tengono tanto a fare l'università sarà un sacrificio che accetteranno.bisogna tornare ad un discorso incentrato su un università elitaria, fatta per i migliori, non fatta per studenti mediocri che non fanno altro che screditare il titolo stesso.andrea"

3) il 9 novembre 2008 alle ore 10.15 Anonimo ha detto...
"Se io sono contrario allo sciopero, e posso esserlo (oppure decidete voi cosa devo pensare?) non ho intenzione di perdere neanche un minuto di lezione per una cosa che non condivido, è un soppruso bello e buono, ma voi lo giustificate ?voi giustificate un reato come l occupazione di aule e relativo impedimento di seguire la lezione ?allora che si vada nelle case della gente a buttare le televisioni perchè non si segua mediaset, voi dareste ragione anche a questo.per mauro: che si laureino con voti bassi i figli dei ricchi non me ne frega niente. ma i figli di persone "normali" che saranno bravi e con voti alti, come te, non avranno problemi ad andare avanti con l università.ormai all'università si iscrivie chiunque, gente uscita col 65-70-75 dalle superiori che senza pensarci su tanto si iscrive, gente che si iscrive perchè non trova un lavoro o perchè non ha voglia di lavorare. invece dovrebbero iscriversi solo quelli veramente bravi, gente uscita con voti alti circa dall'85 in su, o anche 80.perchè tu non ti iscrivi sei non hai le capacità, va bene che adesso promuovono tutti o quasi, ma è questo andazzo che è sbagliato.poi ci ritroviamo con disoccupati o sottooccupati laureati, che tra l'altro si lamentano pure. La maggior parte di loro si è laureata con voti bassi, in ambiti con poco lavoro disponibile. Ad esempio uno che si laurea in storia, in lettere e filosofia ecc sa benissimo che avrà grosse difficoltà a trovare lavoro, allora se lo fai per passione va bene, ma nessuno deve pretendere un lavoro inerente. Ci pensavi prima di iscriverti. Perchè lo stato non può e non deve mantenere la gente. C'era sfilze di supplenti e professori di sostegno assunti solo per dare lavoro a questi laureati. Allora che lo stato si preoccupi anche di tutti i laureati o diplomati in ambiti tecnici, che solitamente trovano lavoro presso fabbriche, perchè non assumere anche questi per non far niente e preoccuparsi di farlo per i laureati in materie tipiche da insegnamento scolastico.Andrea"


ecco, e' questa la mentalita' dei giovani italiani che mi fa paura e che mi ha spinto a lasciare il paese che sento sempre meno mio.
anche perche', un paio di giorni dopo mi imbatto in questo post sul blog di LuCa, in cui alcuni commentatori si scagliano contro il titolare del blog per il semplice fatto di aver esercitato il suo diritto al dissenso, occupando pacificamente la sua scuola (insieme ad altri compagni) per protesta contro il decreto gelmini di riforma dell'istruzione.


non voglio entrare nel merito della questione "riforma gelmini" perche', seguendo la situazione italiana solo di sfuggita, non ho abbastanza elementi concreti per farlo (per es.: non ho mai letto effettivamente il decreto), ma sono dell'idea che una riforma il cui unico intento e' tagliare posti di lavoro e dare un'istruzione standardizzata, ma divisa per "classi economico-sociali", di certo non puo' far del bene al futuro del nostro paese. mi sembra che la strada imboccata gia' in precedenza da altri governi e sulla quale sta accelerando il ministro gelmini porti dritto dritto ad un'aziendalizzazione del sapere cosi' come lo intende la cultura americana e come l'ha presentato la scrittrice Naomi Klein in alcuni capitoli dell'ottimo No Logo.
ed e' sicuramente un male per la scuola italiana, che per decenni e' stata tra le migliori del mondo conosciuto.


in questo post voglio solo mostrare solidarieta' a LuCa ed a tantissimi altri ragazzi italiani che sono scesi nelle strade o si sono chiusi nelle aule (scolastiche ed universitarie) e spiegare a gente tipo l'anonimo-andrea che manifestare e' un diritto degli studenti e che "seguire le lezioni per avere possibilità maggiori di superare gli esami e laurearmi il più in fretta possibile" (!!!) senza imparare ad esercitare lo spirito critico e' la cosa piu' idiota che uno studente possa fare: la "mediocrita'" di cui parla lui nei commenti e' proprio quella di immagazinare nozioni in una corsa contro il tempo a chi prende la laurea piu' in fretta, senza farsi domande sul significato reale di tali nozioni e senza aprire la mente sul mondo circostante.
sono proprio quelli come te, caro "anonimo-andrea" a de-qualificare la laurea ed i laureati in genere!




nelle foto che seguono: L.A.S. "Giuseppe Misticoni" di Pescara (dicembre 2001)



di giorno...




... e di notte.




l'occupazione del 2001 credo sia stato uno dei momenti piu' belli della mia vita... 23 giorni in cui ho condiviso ideali e lotte con altri 300 ragazzi (sui 465 totali) della mia scuola, con i professori ed anche i bidelli.

quell'anno io ed il mio migliore amico N. eravamo rappresentanti d'istituto (insieme ad un altro ragazzo del IV anno) e, essendo tutti e due persone che cercano di guardare la realta' con occhio critico, abbiamo preso le distanze dalle solite occupazioni ed abbiamo deciso (insieme ad altri) di procedere con un' "assemblea permanente": certo, c'erano barricate davanti all'ingresso principale, ma a nessuno e' stato impedito di entrare a scuola dall'ingresso secondario ed anzi alcuni professori hanno continuato a fare lezione.

in realta' la maggior parte dei professori ha appoggiato la nostra protesta: con moltissimi di loro abbiamo organizzato incontri per discutere della riforma scolastica (allora era la riforma moratti) insieme a studenti e genitori (anche molti di loro erano dalla nostra parte), altri addirittura venivano a scuola la sera a portare viveri a noi occupanti.


nella palestra (che fungeva anche da aula magna) avevamo organizzato una mostra di nostri lavori sul tema dell'invasione americana all'Afghanistan (altro argomento scottante di quell'anno), nelle aule si facevano gruppi di studio sulla riforma moratti (si', ci siamo letti tutto il decreto, aiutati anche dalla professoressa di diritto) e sulla storia dell'Afghanistan (e' li' che e' nata la mia passione per quel paese), all'ingresso avevamo messo un banchettino per distribuire pezzi di lenzuolo bianchi contro la guerra e raccogliere fondi per sostenere Emergency (alla fine qualcosa abbiam tirato su e l'abbiamo consegnato personalmente a Teresa Sarti durante un incontro organizzato al palazzo della provincia...), abbiamo fatto circolare libri sulla storia della scuola italiana e spezzoni del suddetto No Logo, abbiamo dipinto striscioni e cartelloni per una manifestazione che ha raccolto 3000 studenti, abbiamo ospitato riunioni di tutti i rappresentanti d'istituto della provincia di Pescara per organizzare "la lotta", abbiamo organizzato una cena ed un dj-set per autofinanziarci (dopo piu' di 20 giorni non avevamo piu' una lira nemmeno per comprarci un panino, menomale che il pizzaiolo di un'altra scuola -mitico Massimo!- ci aveva iniziato a rifornire aggratis), abbiamo organizzato un cineforum, abbiamo fatto un collegamento radio con il ragazzi del Liceo Tasso di Roma (che in quel periodo facevano lo sciopero della fame), siamo andati a parlare nel programma Coca Scuola di Radio Citta'-Popolare Network, io volevo pure organizzare un incontro con Serafini del Manifesto e Pablo Echaurren (anche se poi non c'e' stata la possibilita')... e ci siamo pure divertiti, la sera, quando dicevamo buonanotte a quella merda di governo, asservito agli interessi di pochi padroni e che stava (come sta ora) rovinando il futuro nostro e di altri piu' o meno giovani studenti ed ex-studenti, e ci raccontavamo le nostre speranze davanti ad una bottiglia di vino (sempre gentilmente offerta da qualcuno ;-) che lo produceva e che non finiro' mai di ringraziare per avermi fatto "svegliare fuori").


tutto questo e' durato per 23 giorni... intervallati da due visite della digos e due sgomberi, ma abbiamo continuato e ci siamo ripresi il nostro spazio nella nostra scuola. quell'occupazione e' finita poco prima di natale, quando il preside ("dott. arch. alberto trivilino", non vi dico cosa penso di lui, senno' va a finire che mi becco un'altra denuncia. anzi no, ve lo dico: un verme, un grandissimo pezzo di merda frustrato che sa farsi bello solo perseguitando dei ragazzini) mi ha telefonato mentre ero in viaggio verso Foligno per un incontro di studenti di sinistra provenienti da tutta italia, per "informarmi" che la scuola era tornata sotto il suo totale controllo e minacciandomi di "aspettarmi provvedimenti". la mobilitazione pero' non e' finita e per tutto quell'anno abbiamo continuato ad informare i ragazzi sulla riforma e sulla situazione internazionale (con conferenze sul G8 di Genova, sull'Iraq, sull'Afghanistan, sulla "lotta al terrorismo" e sulla situazione israelo-palestinese) e a fare i gruppi di studio di pomeriggio.



tutto quello che ho descritto ci ha fatto male? ci ha fatto perdere tempo prezioso a scuola? no! a me (e credo a molti altri) e' servito per capire meglio come va l'italia, per capire che quando si lotta per un'idea si deve innanzitutto conoscerla ed essere coscienti di farlo nel modo che ci sembra piu' giusto e che non danneggia altri cittadini. a mio parere, l'occupazione di una scuola o di un'universita' non danneggia nessuno ed anzi e' un'occasione di crescita per i ragazzi che sempre piu' spesso vivono la scuola come un luogo di annientamento dell'essere e di standardizzazione conoscitiva di concetti astratti.



uno dei ricordi piu' belli in assoluto e' di quando abbiamo preso parte alla street parade studentesca organizzata a Pescara: il tg3 regionale ha ripreso i nostri striscioni ed ha intervistato alcuni studenti della mia scuola del I anno sul significato della manifestazione, dell'occupazione e della riforma moratti; ecco, i "nostri ragazzi" erano preparatissimi e ne sapevano molto piu' dei giornalisti. giuro che quando mi hanno raccontato la scena (io non l'ho potuta vedere purtroppo perche' eravamo ancora barricati a scuola) mi sono venute le lacrime agli occhi.

cosi' come mi sono venute quando, l'anno dopo essermi diplomata, sono tornata a scuola a ritirare il diploma e su un muro dell'aula 6 ho visto la scritta "C. e N., da quando ve ne siete andati voi questa skuola fa schifo".



anch'io vi ringrazio ragazzi, per tutto quello che m'avete dato quell'anno e per tutto quello che v'ho fatto passare con le mie idee del cazzo di fare i gruppi di studio! :-)




p.s.: la fine della vicenda ve la racconto tra un paio di giorni.

ah, e per chi volesse commentare che chi fa le occupazioni e' sempre uno che fa casino ed un ignorante posso rispondere presentando il mio "educational record" dalle elementari fino alla laurea e posso dire che, mentre chi quell'anno e' rimasto in classe adesso sta lavorando come estetista o sta ancora cercando di finire la facolta' di architettura a Pescara, la maggior parte di quelli che vi hanno contribuito attivamente adesso vivono all'estero e lavorano in campo artistico, cinematografico e pubblicitario. e non mi si venga a dire che siamo figli di papa', che' la mia famiglia e' quanto di piu' piccoloborghese possa esistere (anzi, se l'italia continua di 'sto passo, tra un po' ci inseriranno di diritto -insieme a molti altri- nel piu' famoso dei quadri di Pellizza da Volpedo).



PECCHE' NU SEM' NU! ;-)

MI MANCATE RAGAZZI...



Tuesday, November 4, 2008

Elogio dell'Amicizia da parte di una misantropa


e-mail di un amico (italiano) di Abu Dhabi: "In bocca al lupo, in groppa al riccio, in culo alla balena. Insomma break the leg. Stai tranquilla e non preoccuparti."

e-mail di un amico in Italia (che non sentivo da 5 anni e con cui ultimamente ho avuto uno scambio di e-mail. giuro che Facebook in questo caso non c'entra nulla!): "Spero che la vita ti abbia irrobustito bene e ti abbia imparato [sic] ad inquadrare le persone con mezzo secondo di sguardo; sono certo che stai sulla strada giusta perché ho sempre percepito in te una forza e caparbietà non comune:guarda sempre in profondità e non pentirti mai se il tuo sguardo acuto causerà imbarazzi."


io non ci credo che "siamo cio' che mangiamo". credo piuttosto che "siamo chi frequentiamo".

tante persone tra quelle che conosco e frequento ad Abu Dhabi probabilmente si sono fatte l'idea che io sia una misantropa.
ed in parte e' vero. nel senso che, se devo uscire con persone con cui non ho nulla in comune, preferisco stare a casa da sola, cosi' da "frequentare qualcuno che stimo". sono presuntuosa? boh, forse si'! ma la vita e' troppo breve per perder tempo ad uscire con gente con cui bere una birra e dire cinque parole in croce (solitamente "hai visto quella?" "eh si', che gnocca!").


e' successo qualche sera fa che la mia amica F. (cui, nonostante la mancanza di qualsiasi punto in comune con me, voglio bene perche' si e' sempre dimostrata un'amica ed e' una "cara ragazza" -per quanto confusa) mi ha chiamato dicendomi: "Noi stiamo andando a farci una carbonara a casa di D., poi ci trucchiamo ed andiamo al party di Halloween. Vieni?" "No, grazie F. Non mi va." "va bene, se non vuoi venire al party, vieni almeno a casa di D." "No, grazie. Non ne ho voglia. Divertitevi e salutami tutti." "ma dai, vieni! Anche ieri sei stata a casa, vieni cosi' almeno ti svaghi un po'!" "No grazie F., ti ripeto, non mi va di venire. E poi cosi' non mi svago..."
ed e' vero (che non mi svago), perche' sostanzialmente, le persone che frequento (poco) qui, in Italia non le frequenterei mai. anzi, probabilmente non le degnerei neppure di una parola.
perche'? perche' non abbiamo nulla in comune.

ne parlavo ieri sera con G., con cui mi trovo bene perche' anche a lui fa piacere discutere di alcuni temi che piu' o meno mi interessano ed andare un po' piu' in profondita' nei rapporti umani e che ha piu' o meno la mia stessa sensazione: ad Abu Dhabi viviamo in una societa' di plastica, dove anche i rapporti umani sono di plastica, una societa' per mediocri in cui chi osa "volare alto" e' un emarginato. [lungi da me pensare che io sia particolarmente intelligente o una che "vola alto", ma vi assicuro che la media delle persone qui e' "sottoterra" come dice G.]
allora, per non compromettermi moralmente, mi auto-emargino ed esco il minimo indispensabile per non esser tacciata di snobismo.



l'amicizia e' come un delfino.


con alcune persone il rapporto non puo' che essere superficiale, quindi il delfino nuota a pelo d'acqua.

con altre, il delfino capisce di poter andare piu' in profondita', ma c'e' sempre un limite che sa di non poter oltrepassare.

poi ci sono gli Amici con cui sa di potersi spingere alle profondita' piu' remote, e talvolta andare a fondo. ecco, a me ora mancano quegli Amici.


perche', ad Abu Dhabi, il mio delfino sfiora il pelo dell'acqua.



si capisce che ho nostalgia di casa?




p.s.: tutti 'sti delfini e non vi ho neppure parlato del nuovo Atlantis a Dubai... my bad! rimediero' presto, anche se sono sicura che con tutta la pubblicita' che hanno fatto, ne sapete piu' di me...


p.p.s.: oggi e' il compleanno di Stefania... TANTI AUGURI CARISSIMA!

Monday, September 15, 2008

Radici nel Cemento

e' tanto che non scrivo.
perche', nonostante ci siano stati parecchi avvenimenti che hanno solleticato la mia immaginazione e messo a dura prova i miei polpastrelli (vabbe' dai, e' inutile che la butto giu' cosi' alfieriana... in realta' sono una gran pigra priva di connessione internet casalinga), mi ero ripromessa che avrei utilizzato queste ferie per riflettere.
e cosi' ho fatto.

quindi ho deciso che ne ho abbastanza dei petroldollari (che in ogni caso io non guadagno) e che me ne voglio andare da questo posto. questo a prescindere da cosa succedera' nella prossima puntata della vostra soap opera telematica preferita.
cio' che invece riguarda Mr. K. sono la destinazione ed il proposito. ma per ora e' prematuro parlarne e, per questo, voglio dare tempo al tempo.
quindi per il momento dico solo che me ne voglio tornare in questa italiaccia da me piu' volte bistrattata (ma, in fondo, sempre amata...) e che voglio cercarmi un lavoro a roma. eh si', perche' nel frattempo ho scoperto che mi piace roma! sara' perche' associo le citta' a dei momenti che vi ho vissuto (e credo sia per questo che non mi piacciono ne' amsterdam, ne' genova, ne' milano...), ma mi son resa conto che vivere a roma non mi dispiacerebbe affatto. sarebbe bello vivere circondata dalla storia e dall'arte, una situazione cosi' diversa da quella del paese in cui sono cresciuta e della citta' in cui vivo ora.

si' perche' io sono cresciuta nel cemento.
sono nata in un paesino di mare, sulla costa medio-adriatica, moderno, ma carino, dove mia madre ci portava al mare con l'ombrellone incastrato nel passeggino e noi bambini potevamo riposarci all'ombra dei pini ed addormentarci con la frescura della brezza che soffiava tra le tamerici.
poi e' successo qualcosa ed i pini e le tamerici sono stati rimpiazzati da colate di cemento. ed io sono cresciuta. nel cemento.

aggiungeteci che mio padre e' geometra ed ha diretto i lavori di innumerevoli cantieri e che mia madre e' un'architetto che quand'ero piccolina mi portava con lei alle lezioni universitarie e si capisce che ho sempre avuto una specie di affinita' elettiva col cemento.
e' per questo che "da grande" sogno di vivere in campagna (o su un trabocco restaurato dalle parti di san vito chietino).

ora, tornando a casa per le ferie, ho realizzato come mai prima che in fondo
montesilvano (si', si', e' proprio quella de "La Guerra degli Anto'"!) ed abu dhabi (o, ancor di piu', dubai) non sono poi cosi' diverse.
montesilvano, come dubai, e' sempre stata caratterizzata da abusivismo edilizio (in 10 anni sono riusciti a cementificare tutto cio' che restava della spiaggia della mia infanzia), progetti anacronistici (tempo fa si parlava di realizzare una torre di 60 metri di altezza proprio sul lungomare), sfruttamento massiccio del territorio e padrinaggio della politica da parte dei costruttori locali.
ma stavolta mi e' sembrato ancora peggio.
la citta' e'; un cantiere aperto: continuano a costruire case che rimangono invendute. perche', nell'analogia tra montesilvano e dubai, c'e' un elemento di discrepanza: dubai e' ormai diventata un hub commercial-turistico per tutta la zona del medio oriente e dell'asia meridionale (anche grazie all'appeal divistico che la citta' sta ottenendo pubblicizzando i propri superprogetti e lo stile di vita lussuoso condotto da circa il 10% dei suoi abitanti) e le nuove megastrutture che ci si propone di realizzare hanno principalmente uno scopo iconico per spingere i nuovi ricchi della regione ad investire nelle proprieta' edilizie dubaiane per rafforzare l'immagine "elitaria" della citta' e creare un giro d'affari sulle varie "star" che decidono di acquistare residenze li'.
a montesilvano, invece, le case rimangono invendute... perche' si costruisce troppo rispetto al numero di abitanti, ma, nonostante il mercato sia saturo, i prezzi degli appartamenti non diminuiscono (come dovrebbe invece accadere secondo le regole basilari di "principi di economia per idioti"). questo perche' non c'e' voglia di vendere gli appartamenti. e non ce n'e' bisogno.

avevo avuto questo sospetto tempo fa ed ora mio padre (che, pazzo, sta cercando di scrivere un "libro bianco" sulla situazione dell'edilizia popolare nella provincia - sprechi, inciuci, appalti truccati e quant'altro) me l'ha confermato: tutte queste costruzioni che hanno deturpato il mio lungomare e mummificato la pinetina e le tamerici, non sono altro che l'ennesimo modo per riciclare i soldi che la camorra guadagna con i traffici illeciti e poi investe nella nostra "verde terra" (citando Melon) cosi' piccola, cosi' tranquilla, cosi' sconosciuta e cosi' facile da controllare.

e allora, facendo le debite sproporzioni, di nuovo montesilvano come dubai: a loro il giro d'affari della mafia russa, noi piu' semplicemente ci accontentiamo della camorra.

Saturday, September 13, 2008

Un Homme et Une Femme

Director: fate
Year: 2008
Main actors: Clauds, Mr. K.
Plot: A man and a woman meets casually through a common friend. Almost a year after their first encounter, they meet again in the magical setting of Rome. The movie features the two days of their brief romance in a whirl of contrasting feelings: friendship, passion, desire, doubt and uncertainity.
Watch out for the sequel!
Apart from whatever happened in Rome (and don't ask, 'cause I'm not really sure about it!), this Italian leave helped me realizing a fundamental thing: no matter how bad the social, cultural and political situation is in Italy, living far from the people you love is even worse.
I enjoyed some days with my family and I've spent good time with my closest friends (some of whom I didn't see since 2 years...). I discovered that I like Rome. And I understood that I would like to settle down for good.
Therefore: fuck loyalty towards my employer, I'm looking for a job in Rome!
Well, I'm looking for any way to escape this Country!
But first... "Comme nos voix BA DA BA DA DA BA DA BA DA Chantent tout bas BA DA BA DA DA BA DA BA DA Nos cœurs y voient BA DA BA DA DA BA DA BA DA Comme une chance comme un espoir Comme nos voix BA DA BA DA DA BA DA BA DA Nos cœurs y croient BA DA BA DA DA BA DA BA DA Encore une fois BA DA BA DA DA BA DA BA DA Tout recommence, la vie repart."

Friday, August 29, 2008

Chiuso per "Meritato Riposo" ;-)

lascio un post in velocità solo per non far perdere le mie tracce per troppo tempo...
sono finalmente riuscita a mettere le mani su un pc dopo una settimana di latitanza digitale imposta... ed ora non mi smuoveranno neppure con gli ak47 (volgarmente detti kalashnikov...).
in realtà mi sto godendo la mia "verde terra" (come direbbe Melon)...
ho passato un fine settimana lungo (giovedì-domenica) a vagare per la Marsica (credo la trovate su Wikipedia...) per visitare parentame vario e, a causa della lotta contro me stessa per evitare di ingozzarmi di ogni bendidio che la mia nonna aveva preparato appositamente per me ed inoltre di una rara forma di malattia del sonno contratta da qualche parte nel deserto arabico, proprio non ce l'ho fatta a mettere il naso fuori casa di sera per andare in un internet point.
in compenso mi sono fatta anche un paio di giorni di mare nella bellissima Cerrano (potete googlizzare anche quello, perchè mi son scordata la macchinetta fotografica a casa...) e sabato parto alla volta di Roma per incontrare (insha'llah) il mio adorato Mr. K.: devo tenervi aggiornati sulle nuove puntate di questo "Beautiful" telematico?
a presto con post più interessanti...
un giro dalle vostre parti me lo son già fatto!

Wednesday, August 20, 2008

Volare oh oh...

... ovvero Ultime Considerazioni prima della Partenza.
sono in ritardo. devo prendere la navetta stanotte alle 2,45 ed ancora non ho preparato la valigia. in realta' ancora non ho preparato nulla. neanche me stessa.
molte cose si sono susseguite negli ultimi giorni, belle e brutte. per lo piu' belle.
ho ristabilito contatti con alcune persone che non sentivo da parecchio tempo. ho ristabilito contatti con persone che sentivo, ma con cui le cose non sembravano andare per il meglio. ho ristabilito contatti con qualcuno che mi ha fatto del male, ma che restera' sempre una parte di me. una delle parti piu' belle di me.
ho avuto una bellissima notizia due giorni fa, che invece e' subito stata risucchiata nel vortice dell'insicurezza centrifuga.
ho avuto una settimana di fuoco al lavoro. ed oggi piu' che un fuoco e' stato un incendio. per fortuna la mia collega ha avuto la grazia di venire cosi' almeno le ho potuto spiegare tutto quello che e' successo in questo mese ed abbiamo fatto un plan per le due settimane in cui non ci saro'. ma uno dei miei clienti piu' cari continua a comportarsi da psicolabile nonostante gli abbia dato l'ultimatum. adesso se la dovranno sbrigare i miei colleghi con lui.
non sono pronta alla partenza, ma non mi importa. ci sono abituata. non sono mai pronta.
ma stavolta il problema non e' che non sono pronta. il problema e' che sono stressata. sembra stupido essere stressati a 25 anni, ma e' cosi'. ma lo so che appena arrivero' a fiumicino mi passera' e vorro' tornare indietro.
queste due settimane non saranno solo di vacanza. queste saranno due settimane in cui mi riprometto di decidere del mio futuro e di prendere una decisione. una decisione chiara e definitiva. voglio essere sicura di cosa faro' al ritorno dalle ferie. voglio essere sicura che decidero' se restare in questo stato di infelicita' sospesa ma occupata (cioe' con un lavoro vero) o se seguire dei sogni un po' sfocati che non mi danno certezze per il futuro.
ho promesso a me stessa che decidero' se continuare a vivere ad abu dhabi e lavorare per questa compagnia o se partire di nuovo (forse definitivamente, stavolta) e ricominciare a studiare. voglio fare qualcosa per me stessa.
per il resto: sabato sera sono andata alla mostra di Picasso all'emirates palace. bellissima. magari ne parlero'.
ieri sono andata per l'ennesima volta a dubai per rivedere un caro amico, K., che non vedevo da piu' di un anno e che rimane per una settimana per un training. alloggia al marriott courtyard nella green community, vicino jebel ali. non c'ero mai stata... ieri, quando sono arrivata, mi e' parso di entrare in un altro mondo: tutte villettine in stile finto-colonico, ordinate, pulite, le strade alberate... e poi l'albergo... bellissimo. costruito tipo la mia amata/odiata Venezia, con un canale al centro e poi ponti, ponticelli e stradine a collegare le varie parti del residence. sono stata bene. e rivedere K. mi ha reso felice... mi ha fatto ripensare a quando ci siamo incontrati le prime volte e a parecchie cose cui non penso spesso. e a tanti amici. lontani. ma va bene cosi'... ci rivedremo tra poco.
al ritorno ho perso l'ultimo autobus... ho preso un taxi engaged insieme a due siriani ed un sudanese. l'autista era yemenita. mi sono divertita. era parecchio che non mi capitava una situazione del genere. parlare di politica e della vita con sconosciuti in un misto di arabo, inglese ed italiano... ridere... scherzare... bello. davvero. sono arrivata a casa alle 2 di mattina e non avevo sonno, nonostante tutto il casino della giornata. ero un po' stanca, ma felice. avevo voglia di chiacchierare ancora.
invece sono andata a letto, perche' stamattina dovevo essere al lavoro e finire tutti gli ultimi preparativi prima di partire. sembra nulla, ma l'ultima volta che ho avuto una giornata libera e' quando mia madre e' venuta a trovarmi ad aprile. e le ultime ferie che ho fatto sono state a natale... dovevo ancora chiudere tutti i contratti, avvisare tutti che sarei partita, dare i compiti ai miei colleghi.
avrei voluto vedere molte persone in questi giorni ed invece non ho fatto nulla.
ma va bene cosi'. saranno ancora qui al mio ritorno.
adesso devo assolutamente andare, pero' prima voglio salutare tutte le persone che passeranno sul blog e ringraziarle per esserci venute. spero che in queste due settimane possa focalizzarmi un po' anche su cio' che vorrei fare per cambiare le cose (a livello personale e non solo).
questo blog mi ha dato la possibilita' di confrontarmi con diverse persone e ognuno mi ha dato qualcosa.
non sono alla premiazione degli oscar, quindi non serve fare discorsi di ringraziamento, pero' vorrei dire a tutti quelli che commentando mi offrono spunti di crescita personale che mi mancheranno. per qualche giorno.
vi lascio con alcune iniziative del blog Il Russo cui vorrei dare risalto e che penso sosterro' in qualche modo:
ora penso sia proprio tutto.
vi mando un abbraccio collettivo.
ah, siccome per un tempo indefinito saro' nelle desolate lande marsicane senza possibilita' di connessione ad internet, ho lasciato aperta la sezione commenti: niente piu' moderazione, yuppi-eh!
fate i bravi, mi raccomando! :-P

Tuesday, July 22, 2008

Pecche nu sem nu!

amici pescaresi, vi prego leggete il post "L'altra sponda" sul blog di Claudio Rossi Marcelli su Internazionale... e' bellissimo! oddio, forse proprio bellissimo non'e', ma e' la dura realta'!!! e soprattutto leggete l'ultimo commento (quello di "Assuntina di marialibberata"): e' una grande! devo invitarla a commentare su questo blog! in finto pescarese pero'!